Ascesso Ai Denti Come Curarlo?
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Come si cura l’ascesso dentale? – La terapia per la cura di un ascesso dentale comincia con la somministrazione di antibiotici sotto prescrizione medica e con il drenaggio per far fuoriuscire il pus attraverso una piccola incisione o alcune volte l’estrazione del dente coinvolto.
Solo successivamente il dentista può intervenire per eliminare la causa principale dell’ascesso. In sintesi, cosa fa un dentista per curare l’ascesso dentale? In primo luogo si deve combattere l’infezione con gli antibiotici che possono essere il Metronidazolo, l’Amoxicillina o una una penicillina di semi-sintesi,
Senza dimenticare paracetamolo o acetaminofene (come la Tachipirina) per far abbassare la febbre. Questo trattamento dovrebbe far diminuire il gonfiore. Per il dolore ci sono dei farmaci specifici come Ibuprofene e Naproxene. In entrambi i casi, i dosaggi e i tempi di somministrazione devono essere decisi dal dentista, mai improvvisare e prendere medicinali senza prescrizione medica,
Come si riassorbe un ascesso dentale?
Terapie e trattamenti – La terapia per l’ascesso dentale ha lo scopo di:
- Uccidere i patogeni coinvolti nell’infezione → antibiotici
- Allontanare il dolore e tutti gli altri sintomi → sussidi terapeutici
- Salvare il dente da un’ipotetica estrazione → intervento immediato
Trattandosi di un’infezione, una mirata cura antibiotica si rivela la terapia più appropriata per debellare efficacemente l’ascesso dentale. Spesse volte, tuttavia, accanto alla cura antibiotica è necessario incidere l’ascesso dentale per drenare il suo contenuto,
- Il dentista, con l’ausilio di strumenti sterili, procede dapprima anestetizzando la zona da trattare; successivamente, il medico pratica una piccola incisione nell’ascesso, per rimuovere il materiale purulento accumulatosi.
- Per combattere l’inevitabile dolore che accompagna l’ascesso dentale, il medico prescrive al paziente farmaci anestetici – antidolorifici (es.
ibuprofene, naprossene, acido acetilsalicilico ). In presenza di febbre alta, il farmaco più indicato è il paracetamolo, La soluzione più efficace per un ASCESSO PERIAPICALE ( pulpite irreversibile) è la devitalizzazione del dente, che scongiura un’eventuale estrazione.
- Questo intervento consiste nella rimozione della polpa dentale danneggiata, e nella sua successiva otturazione con amalgame speciali o materiali biocompatibili.
- Successivamente, il dente dev’essere ricostruito: si possono impiantare dei perni in metallo e carbonio (per sostenere la ricostruzione) e, da ultimo, è possibile ricoprire il dente con una capsula,
Qualora l’intervento di devitalizzazione non fosse stato eseguito correttamente, l’ascesso dentale potrebbe creare un danno maggiore. In simili circostanze, è necessario procedere con un’estrazione chirurgica del dente malato. Un ASCESSO PARODONTALE necessita generalmente di terapie meno invasive rispetto al caso precedente.
Quanti giorni può durare un ascesso a un dente?
Ascesso dentale quanto dura il gonfiore – Con il trattamento odontoiatrico e/o l’antibiotico per denti l’ascesso nel giro 5-7 giorni tende a ridursi notevolmente. Se invece l’ascesso non viene curato, il gonfiore ed il dolore potrebbero durare molti giorni e comportare anche conseguenze a carico dello stato di salute generale.
Perché viene l’ascesso gengivale?
Quali sono le cause di un ascesso gengivale? – La causa della formazione di un ascesso è un’infezione. Normalmente, infatti, il cavo orale è ricco di batteri che, in determinate condizioni, possono innescare un processo infettivo. In assenza di un’ igiene orale adeguata e costante, batteri e residui di cibo possono formare delle placche in grado di danneggiare sia i denti sia le gengive e causare, sul lungo termine, carie e patologie parodontali.
inadeguata igiene orale abuso di cibi e bevande zuccherate complicanze di interventi chirurgici età utilizzo di determinati farmaci sistema immunitario compromesso fumo alcolismo
Quando passa l’ascesso?
Può colpire a tutte le età ed è causato da fattori molteplici. L’ascesso dentale è una patologia da non sottovalutare, perché può aprire la strada a complicanze gravi se non viene opportunamente trattato – L’ ascesso dentale è una delle patologie più dolorose tra le infezioni batteriche della bocca. È un accumulo di pus che può formarsi in tutti i tessuti che circondano la radice di un dente, come gengiva, osso mandibolare o polpa dentale. «Di solito, l’ascesso dentale è causato da infezioni batteriche che possono rappresentare la conseguenza di carie profonde, denti rotti o scheggiati oppure parodontopatie», spiega il dottor Gianluca Delli Ficorelli, responsabile della Dental Unit di Villa Tiberia Hospital, Roma.
Gli ascessi dentali non sono tutti uguali In base alle sede in cui si sviluppa, l’ascesso dentale assume un nome differente: parodontale, periapicale o gengivale, «Quello parodontale colpisce il complesso di strutture che danno sostegno al dente, detto parodonto, ovvero gengiva, osso alveolare di sostegno, cemento radicolare e legamenti, quelle fibre elastiche che collegano dente e osso.
È tipico dei pazienti affetti da parodontite o comunque sensibili alle patologie gengivali, legate spesso a una scarsa igiene orale ma talvolta dovute anche a fattori di natura ereditaria e genetica», racconta il dottor Delli Ficorelli. Più famoso è l’ascesso periapicale, che interessa la polpa del dente, ovvero la sua parte vitale, ed è piuttosto comune tra chi trascura l’ igiene orale quotidiana e sviluppa carie: «Una volta danneggiato lo smalto superficiale, la carie intacca la parte più tenera e delicata del dente, la dentina, fino a raggiungere la polpa dentale.
- Qui, i batteri coinvolti nel processo cariogeno si diffondono in profondità causando un’estesa infezione purulenta».
- Anche in seguito a traumi Lo stesso ascesso periapicale può essere la conseguenza di un trauma grave ai denti, dovuto magari ad aggressioni, cadute accidentali o incidenti stradali, che possono indurre la polpa dentale a necrosi: in altre parole, il nervo muore e apre la strada a una proliferazione batterica.
«Ecco perché a seguito di un trauma è sempre bene recarsi da uno specialista per sottoporsi a un test della vitalità pulpare, che permette di stabilire se il dente è ancora “vivo” mettendolo a contatto con un batuffolo di cotone imbevuto di cloruro di etile allo stato liquido, una sostanza che raggiunge temperature comprese tra i -10 e i -25 gradi.
Se il dente non risponde al freddo, significa che è in necrosi e va devitalizzato», precisa Delli Ficorelli. Esiste poi un’ulteriore forma di ascesso, quella gengivale, la meno complicata, che si sviluppa direttamente nella gengiva a causa di processi infettivi dovuti a una cattiva igiene orale, tipica ad esempio dei bambini.
Quali sono le cause dell’ascesso ai denti Alla base di un ascesso dentale c’è sempre un’infezione, che può insorgere per diversi motivi. Se le cause principali sono la scarsa igiene orale e le carie non curate, a predisporre al problema possono essere anche gli interventi dentali multipli non perfettamente riusciti, come impianti, devitalizzazioni e otturazioni, che possono fungere da porta d’ingresso per i batteri attraverso le parti danneggiate del dente e delle gengive.
«Alla base possono esserci anche alcune patologie, come la malattia da reflusso gastroesofageo, oppure condizioni che indeboliscono il sistema immunitario, come diabete, infezione da virus dell’HIV, cardiopatie o trattamento con cortisone oppure chemioterapici. Ulteriori fattori di rischio sono secchezza delle fauci, fumo di sigaretta, alcolismo, radioterapia della testa e del collo, assunzione per lunghi periodi di alcuni farmaci, come antistaminici e antipertensivi, che in alcuni soggetti possono accentuare le parodontopatie».
Ascesso dentale: attenzione ai sintomi Il principale sintomo dell’ascesso dentale è il dolore continuo, a carattere pulsante, lancinante e inarrestabile, che rende difficile (se non impossibile) la masticazione, perché il fastidio si accentua serrando la bocca.
«Talvolta, il dolore aumenta semplicemente sfiorando il dente con la punta della lingua e i pazienti lamentano una sensazione di “dente allungato”, L’ascesso si può manifestare anche con gengive gonfie, arrossate e sanguinanti, così come con alitosi, gonfiore del viso e dei linfonodi del collo, malessere generale, febbre e, nei casi più gravi, spasmi muscolari della mandibola».
Solitamente il quadro ha un’evoluzione graduale, per cui al primo cenno di dolore è bene consultare il proprio odontoiatra per arrivare a una diagnosi tempestiva. In quanto tempo passa La durata di un ascesso dentale è molto variabile. A grandi linee, con l’opportuno trattamento odontoiatrico e antibiotico, regredisce nell’arco di 5-7 giorni,
Al contrario, se non viene curato, può protrarsi a lungo e comportare conseguenze a carico dello stato di salute generale. «In alcuni casi l’ascesso si rompe spontaneamente e questo può fornire sollievo immediato dai sintomi, ma questa eventualità non elimina la necessità di un parere specialistico per evitare che il problema si ripresenti e che la causa sottostante continui a progredire».
Cosa fare per sfiammare il dente Accertato il problema, è necessario assumere una terapia antibiotica per spegnere l’infezione e arrestare la fase acuta, mentre subito dopo bisogna intervenire sul dente per rimuovere la causa scatenante. «In attesa della visita, per calmare il dolore si possono assumere degli antidolorifici, come ibuprofene o paracetamolo, evitando di mangiare cibi troppo caldi o troppo freddi, utilizzando uno spazzolino morbido e facendo risciacqui con acqua tiepida e sale».
Cosa non fare mai invece in caso di ascesso dentale? Tentare di incidere oppure forare con un ago o qualsiasi altro strumento la parte gonfia visibile dell’ascesso, che si presenta come una bolla: « Non bisogna mai prendere iniziative e neppure pensare di debellare l’infezione con rimedi naturali, come impacchi di ghiaccio o infusi di malva: talvolta possono lenire il fastidio, ma non sono mai risolutivi».
Quando l’ascesso dentale può essere pericoloso L’ascesso dentale richiede sempre un trattamento specialistico, perché non si risolve da solo. La raccolta di pus, infatti, tende progressivamente a ingrandirsi e può diffondersi alle ossa e altre aree della testa e del collo, fino a formare fistole o cisti,
«Soprattutto nei pazienti più fragili, come diabetici, immunodepressi o malati di cancro, un ascesso dentale non trattato può sfociare in complicanze anche gravi, come osteomielite, infezione del pavimento della bocca e setticemia, Nei casi più gravi, si può addirittura arrivare al decesso: pur trattandosi di un’evenienza molto rara, non può comunque essere esclusa», conclude il dottor Delli Ficorelli.
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Come inizia ascesso?
Cos’è l’ascesso dentale – L’ascesso dentale è un rigonfiamento doloroso purulento, ovvero ripieno di pus. Il pus è un liquido denso di colore giallo, costituito da un accumulo di batteri, plasma, globuli bianchi e detriti cellulari ed è il frutto di un’infezione batterica che colpisce l’interno del dente. Sono due le tipologie di ascesso dentale a cui si può andare incontro:
Ascesso dentale parodontale; Ascesso dentale periapicale.
Il primo è detto ascesso dentale parodontale, meglio noto come fistola gengivale ed è causato da un’infezione a carico degli elementi di sostegno del dente, ossia la gengiva e l’osso alveolare. L’altro tipo è l’ ascesso dentale periapicale – che è quello di cui ci occupiamo in questo articolo – ed è dovuto alla formazione di un’infezione della polpa dentale, di solito derivato da una carie mai curata.
- Tuttavia, esiste poi una terza tipologia di ascesso dentale che è quello non dolente o asintomatico, che non provoca quel dolore e gonfiore tipico dell’ascesso.
- In questo caso la patologia è una classica complicanza di una carie non curata o infiltrata, oppure di fratture o scheggiature dentali.
- Di conseguenza si forma un granuloma, dovuto a una proliferazione batterica.
Se non curato con tempestività, il granuloma può estendersi anche alla polpa dentale, causando così la comparsa di pulpiti e necrosi della polpa. Per individuare la tipologia giusta e per procedere alla cura più adatta è necessario quindi sottoporsi a una prima visita dal proprio dentista per avere una diagnosi adeguata.
- Il dentista procederà con l’anamnesi e con l’ esecuzione di una panoramica, necessaria per effettuare successivamente una valutazione precisa del trauma e per disporre, se necessario, altri test diagnostici.
- L’ascesso ai denti, infatti, può essere provocato da diverse tipologie di fattori e comportamenti ed è importante quindi curare la causa che ha dato origine a questo disturbo al fine di evitare complicazioni più gravi ed eventuali ricadute e recidive.
Solitamente l’ascesso dentale è posizionato sulla punta della radice del dente, ma l’infezione si trova anche nel tessuto connettivo. La proliferazione delle cellule parenchimali provoca poi la diffusione dell’infezione dalla zona radicolare in tutto il cavo orale.
Questa tipologia di ascesso è molto dolorosa, perché la zona è ricca di vene e terminazioni nervose e, se non viene curato con le adeguate terapie, l’ ascesso periapicale può portare a una lenta necrosi fino alla perdita del dente e, nei casi più gravi, può danneggiare anche la salute generale del paziente.
Ma quali sono le cause di un ascesso dentale? A provocare l’ascesso dentale è sempre la proliferazione di batteri che penetrano quando la parte interna della bocca è irritata, provocandone l’infezione. L’ascesso quindi non è altro che una barriera protettiva che si forma attorno all’infezione per evitare che quest’ultima si diffonda nell’organismo.