Come Conservare I Denti Caduti?
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Denti caduti o rotti a causa di un trauma: un danno irreparabile? – Studio Dentistico Siete caduti dalla bici o dalle scale, siete inciampati, siete rimasti coinvolti in un incidente. A chi non è capitato almeno una volta nella vita? A moltissimi, in queste tristi occasioni, capita anche di subìre forti traumi facciali, violenti urti i quali, spesso, coinvolgono la bocca e i denti.
- I denti sono fatti di materiali molto duri ma ahinoi, come ogni parte del nostro corpo, purtroppo possono rompersi, o addirittura cadere, a causa di incidenti o traumi improvvisi,
- Proprio come succede quando si dà una brutta facciata per terra.
- Come si fa, in questi casi? Il dente rotto o “volato via” nell’impatto va dato per perso per sempre ? In caso di denti da latte il danno è minimo e ci si concentra sull’eventuale ferita riportata dal piccolo paziente, senza procedere al reimpianto del dente perduto perché questo comprometterebbe la crescita del dente permanente.
Se a cadere o a rompersi è un dente permanente, invece, la situazione è un po’ più delicata. Ma per fortuna, con qualche accorgimento, c’è ancora la possibilità di salvarlo, Vediamo insieme come. Superato lo spavento iniziale della botta, e accertatisi di non avere nient’altro di rotto, è fondamentale seguire alcuni semplici step per conservare i denti, o i loro frammenti, quel tanto che basta per dare al dentista la possibilità di tentare di riparare al danno.
Come è noto, i denti non sono semplici “estensioni” del nostro corpo che, se strappate o tagliate, ricrescono (come i capelli o le unghie) ma sono una parte viva di esso, e sono attraversati da centinaia di capillari sanguigni e terminazioni nervose. Quindi, la prima cosa da fare per conservare correttamente un dente dopo un trauma, è proprio tenerlo in vita,
In pratica, è necessario porlo in sostanze conservanti specifiche, chiamate in gergo tecnico ” mezzi di stoccaggio “, in grado di prolungare la vitalità delle cellule dei denti e dei legamenti parodontali. Se, infatti, queste cellule sono in grado di sopravvivere “a secco” fino a 15 minuti, a contatto con un adeguato mezzo di stoccaggio la loro vitalità si prolunga fino ad oltre 60 minuti, un tempo adeguato per correre ai ripari dal proprio dentista di fiducia (o dal più vicino).
- Un tempo la saliva era considerata un efficace mezzo di stoccaggio, ma oggi non più, per vari motivi, tra cui l’alto rischio di contaminazione batterica,
- Dopo 3 ore di permanenza in saliva, infatti, solo il 55% delle cellule del legamento parodontale è ancora vitale.
- Neanche l’ acqua corrente e le soluzioni fisiologiche (come quella sterile in cui conserviamo le lenti a contatto, per esempio) vanno bene, perché sono ipotoniche rispetto alle cellule del dente: questo significa, semplificando al massimo, che le cellule assorbiranno acqua dal liquido in cui sono immerse gonfiandosi come piccole spugne fino a danneggiarsi dall’interno (lisi cellulare).
A sorpresa, invece, il miglior liquido in cui conservare i denti o i frammenti, in caso di emergenza, è il latte : grazie alle sue caratteristiche di isotonicità, al suo pH basico e al suo alto contenuto di vitamine e aminoacidi, favorisce la sopravvivenza delle cellule,
- Dopo tre ore nel latte, infatti, la probabilità che queste restino vive è piuttosto alta (85%).
- Anche la temperatura del latte è importante: meglio quello freddo, da frigorifero (4°C), che a temperatura ambiente.
- Il latte a cui ci riferiamo è ovviamente quello vaccino, poco importa se intero o scremato, mentre non funzionano altrettanto bene il latte di soia, di riso etc.
I mezzi di stoccaggio più efficaci sono la soluzione salina bilanciata di Hank oppure il Viaspan, per quanto difficilmente utilizzabili visto che non sono facilmente reperibili in caso di emergenza. Si tratta infatti di liquidi regolarmente utilizzati per la conservazione degli organi, nei quali le cellule conservano la loro vitalità per interi giorni.
Vi suggeriamo quindi di aprire il frigo (o di correre al bar più vicino), e utilizzare il latte. Prima di immergere i denti, o i frammenti, occorre sciacquarli con soluzione fisiologica o, in alternativa, sotto l’ acqua corrente, per ripulirli da eventuali agenti contaminanti (polvere, terra etc.). Il latte in cui saranno conservati va versato in un contenitore preferibilmente sterile o, quantomeno, più pulito possibile, che poi va sigillato con un tappo.
Segnatevi l’ora dell’incidente in modo da dare al vostro dentista un riferimento esatto circa le tempistiche dell’accaduto. In caso di sanguinamento dalla bocca, sciacquare con abbondante acqua corrente e non usare altre sostanze (niente collutorio né dentifricio).
- Se il flusso di sangue è abbondante tenete premuta sulla ferita una pallina di garza sterile bagnata d’acqua finché non sarete arrivati allo studio odontoiatrico.
- Una volta terminate le manovre di emergenza non vi resta che correre dal dentista e spiegargli l’accaduto.
- Data l’urgenza è meglio preavvertirlo telefonicamente, in modo che lo studio sia pronto ad accogliervi tempestivamente senza farvi attendere.
Una volta lì, rilassatevi: il peggio è passato, e il vostro dentista saprà sicuramente intervenire in maniera puntuale e accurata per rimediare al danno subìto. Naturalmente vi consigliamo di affidarvi sempre a un professionista nel minor tempo possibile per limitare al minimo le conseguenze negative di incidenti di questo tipo E, soprattutto, di stare attenti a dove mettete i piedi: l’imprevisto è sempre in agguato! : Denti caduti o rotti a causa di un trauma: un danno irreparabile? – Studio Dentistico
Dove conservare un dente caduto?
Cosa fare –
Mantenere la calma o, comunque, farla mantenere a chi ha perso il dente. Recuperare il dente e afferrarlo dalla corona evitando di toccare con mano le radici. Nel caso in cui il dente sia sporco, lavarlo per 10 secondi con acqua fresca corrente. Se si è certi della pulizia e dell’integrità del dente, provare a reimpiantarlo nella sua sede. Far mordere un fazzoletto per mantenere il dente in posizione. Nel caso in cui rimetterlo in posizione risulti impossibile, mettere il dente in un bicchiere di latte (il suo PH mantiene vive le cellule delle radici) o della soluzione fisiologica (NO acqua). Sarebbe corretto anche tenere il dente in bocca e conservarlo quindi nella saliva. In tal caso, però, bisogna assicurarsi che la persona sia cosciente e che non ci sia il rischio di ingestione. Portare il dente caduto presso un odontoiatra che gestisce le emergenze dentarie e muoversi immediatante, meglio se entro un’ora e, ad ogni modo, non oltre le 24 ore dall’accaduto.
Perché si devono conservare i denti da latte?
Una recente ricerca sembra aver scoperto delle interessanti proprietà dei cosiddetti “denti da latte”, cioè gli elementi dentali della prima dentizione dell’infanzia, destinati a cadere per fare posto ai denti permanenti, Pare infatti che conservare i denti da latte possa essere utile per il futuro.
Questi denti contengono delle cellule staminali più giovani e meno esposte ai danni ambientali, e quindi più utili ed efficaci per la ricrescita cellulare. Questa è la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori del Centro Nazionale per la Biotecnologia degli Stati Unit i. Per decenni la raccolta delle cellule staminali veniva eseguita tramite il prelievo del midollo osseo, una pratica talvolta lunga e complessa.
La raccolta delle cellule staminali dai denti da latte potrebbe evitare questa complicata pratica e rendere tutto molto più semplice. E questo tipo di cellule non ha neanche una “data di scadenza”, anzi le cellule utili possono essere raccolte in denti caduti da almeno 10 anni.
- Ovviamente questo tipo di raccolta è ancora in fase sperimentale, ma i ricercatori sono fiduciosi: nei prossimi anni potrebbe essere utilizzato per far ricrescere le cellule, e aiutare durante il processo di guarigione dal cancro o per la prevenzione da attacchi di cuore.
- Inoltre potrebbero essere utilizzare per rigenerare ossa e organi e per il trattamento di alcune malattie sistemiche, come il diabete.
Nel frattempo, in Cina, uno studio clinico ha confermato l’utilità di tali cellule: i denti da latte di 30 pazienti sono stati utilizzati per la ricostruzione di denti permanenti non completamente sviluppati. Sembra che le cellule raccolte abbiano aiutato anche alla rigenerazione dei tessuti e dei vasi sanguigni, e questo ha permesso ai pazienti di avere un dente molto più simile a uno vero, che rispondeva a stimoli caldi e freddi.
Cosa succede se ti cade un dente già caduto?
Se proprio non è possibile recuperare il frammento, il dentista potrà comunque ricostruire il dente con del materiale artificiale attraverso un ‘otturazione estetica, un intarsio, una faccetta o una corona protesica.
Quanti anni durano i denti naturali?
Se gengive sono sane, denti possono durare per tutta la vita – Salute & Benessere Solo il 30% delle persone con più di 40 anni conserva tutti i propri denti naturali. Mentre ben il 25% tra i 65-74enni non può più vantare nessun dente proprio, una percentuale che cresce invecchiando, fino ad arrivare a oltre il 50% tra gli over 75.
Eppure, i denti non sono ‘destinati’ a cadere con l’età ma possono durare per tutta la vita. Diversamente da quanto spesso si crede, perderli invecchiando non è inevitabile, e il segreto è nelle gengive sane. Alla gestione della loro malattia sono dedicate le nuove Linee Guida europee sulla parodontite grave, in via di pubblicazione e discusse in anteprima al 22/mo congresso nazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
Gengive infiammate, sempre più deboli, piano piano non offrono più sostegno ai denti, che senza un adeguato intervento diventano mobili e cadono: gli italiani a rischio di restare senza sorriso per una parodontite grave sono almeno 3,5 milioni. “Questa malattia – commenta Nicola Sforza, presidente SIdP – è legata all’accumulo di placca batterica nel cavo orale, che va a colpire le strutture di sostegno del dente, come l’osso alveolare e il tessuto gengivale.
Uno obiettivi più importanti è quello di conservare più a lungo possibile i denti naturali, fino ad accompagnare l’intera vita di ciascun individuo. Ciò significa innanzitutto, adottare una buona igiene orale, un corretto stile di vita e fare controlli periodici per mantenere la salute della bocca e individuare i problemi allo stadio iniziale” Le nuove Linee Guida europee ricordano l’importanza di non togliere denti salvabili, ma puntare a trattamenti che li preservino e sottolineano l’importanza di coinvolgere più competenze professionali.
“La parodontite di IV stadio – aggiunge Luca Landi, past president SIdP – deve essere affrontata con terapie interdisciplinari che richiedono la collaborazione di parodontologi e igienisti, ortodontisti, endodontisti, restauratori e protesisti oltre che laboratori odontotecnici, per garantire cure adeguate e durature.
Come nascondere un dente rotto?
Riparare un dente rotto o scheggiato con le faccette dentali – Se il dente rotto o scheggiato si trova nella parte anteriore dell’arcata dentale, delle faccette dentali possono rimettere tutto perfettamente a posto. Le faccette dentali, che prendono anche il nome di faccette estetiche o veneers, sono dei sottili strati di ceramica (o porcellana) che vengono applicati sopra i denti, coprendo eventuali difetti presenti sulla loro superficie.
- Oltre a trattare un dente rotto, le faccette possono risolvere anche altre problematiche estetiche come le macchie del denti, forma o dimensione imperfette, denti non allineati e a correggere lievi diastemi (spazi tra i denti),
- Le faccette dentali non sono tutte uguali, ma ne esistono diverse tipologie che variano in base al materiale, che ovviamente hanno durata e costo differenti.
Le più diffuse e performanti sono quelle in ceramica e porcellana, grazie all’estrema resistenza e tenuta dei materiali. Questa soluzione viene largamente utilizzate da attori, sportivi e altre personalità dello spettacolo per ottenere un sorriso perfetto senza ricorrere ad una vera e propria operazione,