Come Devono Chiudere I Denti?

Come Devono Chiudere I Denti
Faq frequenti – Come capire se si ha una malocclusione? Per capire se si ha un problema di malocclusione l’unico modo è quello di fare una, Come si cura la malocclusione dentale? Dipende dal grado e dalla gravità di malocclusione che si ha. Sarà il tuo dentista a giudicare come intervenire.

  • Quando si ha la bocca chiusa i denti si devono toccare? La linea immaginaria tra i due centrali dell’arcata superiore deve continuare con quella dei due incisivi dell’arcata inferiore.
  • L’arcata superiore va a coprire leggermente quella inferiore, senza toccarsi e senza scivolamento.
  • Cosa significa quando mi scatta la mandibola? Se la mandibola scatta, fa click o scrocchia significa che molto probabilmente è presente una disfunzione a livello temporo-mandibolare.

È bene approfondire con una visita presso il proprio dentista di fiducia. La visita di controllo periodica è importante per la tua salute dentale Per abilitare il tasto di Invio Messaggio è necessario prima accettare le condizioni d’uso. : Malocclusione dentale: cos’è e come trattarla

Come devono essere i denti a riposo?

In condizione di riposo, cioè con i muscoli masticatori rilassati, i denti non dovrebbero essere a contatto ma avere uno ‘spazio libero’ di circa 2 millimetri. Questa è la condizione ritenuta di riposo e fisiologica dai centri cerebrali.

Come deve essere una dentatura perfetta?

Il sorriso ideale | Studio Dentistico Dott. Alberto Gentile Parliamo di sorriso ideale e diciamo subito che un bel sorriso deve essere in armonia con il volto. Deve esserci un equilibrio tra la posizione dei denti ed il resto del complesso formato dalle mascelle ed il viso.

  • In generale possiamo dire che i sorrisi più belli sono spesso quelli con denti grandi, simmetrici, ben allineati e bianchi, è importante sottolineare che il sorriso non deve solo essere bello esteticamente, ma deve anche corrispondere una buona occlusione, un buon ingranaggio tra i denti.
  • I denti devono articolare bene perché un bel sorriso deve coincidere sempre ad una buona salute.

Non si deve cercare di avere denti eccessivamente bianchi, non c’è uno standard ideale delle dimensioni dei denti, non un allineamento “perfetto”. Quello che vogliamo è che i nostri pazienti abbiano un sorriso sano, naturale e in armonia con il volto.

  • Vale a dire che si deve raggiungere un equilibrio funzionale ed estetico.
  • Nella bellezza di un sorriso entrano in gioco molti fattori, oltre all’allineamento dei denti e le dimensioni dei denti.
  • Un fattore importante oltre al colore dei denti è il colore delle gengive, che in genere è determinato geneticamente, ma poi può cambiare a causa del nostro stile di vita: i metodi di pulizia dei denti, il bere vino, il caffè, il fumo di tabacco e un’alimentazione ricca di zuccheri.

Uno stile di vita scorretto può causare l’ingiallimento dei denti e può far perdere alle gengive l’originale colore rosa, quindi se si vuole avere un bel sorriso è importante che, oltre a consultare un ortodontista, non trascurare l’igiene dentale, avere una dieta sana ed eliminare il fumo di tabacco. Come Devono Chiudere I Denti Come dovrebbe essere un bel sorriso Un bel sorriso spesso ha denti bianchi, ha tutti i denti superiori ed inferiori in perfetto contatto tra di loro (non devono esserci spazi tra i denti), ben allineati e disposti nella loro corretta lunghezza, non devono essere presenti denti ruotati o accavallati.

La linea mediana superiore deve, possibilmente, coincidere con quella inferiore. La linea che separa gli incisivi superiori da quelli inferiori è detta linea centrale del viso. Nel sorriso appena accennato si vedranno dei quattro incisivi e dei canini superiori solo 2 millimetri, nell’arcata inferiore degli incisivi e dei canini possono vedersi 2 millimetri o nulla.

Mentre nel sorriso pieno si vedranno gli incisivi, i canini, i premolari ed il primo molare dell’arcata superiore. Saranno, inoltre visibili le papille gengivali poste tra un dente e l’altro. È bene che la gengiva dell’arcata superiore sia poco visibile, mediamente sono tollerabili 2 millimetri di esposizione dal margine inferiore del labbro al margine gengivale degli incisivi, altrimenti avremo quello che in gergo medico si chiama sorriso gengivale (gummy smile). Come Devono Chiudere I Denti Esempio di correzione del sorriso gengivale, prima e dopo la correzione. Linea del sorriso, La linea del bordo inferiore dei denti superiori avrà un andamento che seguirà il labbro inferiore con una curva concava verso l’alto. I 6 denti anteriori dell’arcata inferiore si scopriranno solo per metà e a volte si intravedono solamente.

Per avvenire questo, oltre ad esserci un buon allineamento dei denti, sarà fondamentale che il rapporto tra denti e labbro sia corretto, non dovranno esserci labbra relativamente troppo lunghe o troppo corte o il posizionamento delle arcate dentarie troppo in alto o troppo in basso rispetto alle labbra.

Non dovranno esserci denti troppo conti o troppo lunghi a causa di un eccesso di gengiva o per una recessione gengivale. Non dovranno esserci denti corti o consumati eccessivamente, denti con evidenti cavità cariose, denti macchiati. È bene che il colore delle gengive sia roseo, non rosso e gonfie a causa di gengivite. Come Devono Chiudere I Denti La linea del sorriso ideale: il bordo inferiore dei denti superiori ha un andamento che segue il labbro inferiore con una curva concava verso l’alto. Per quanto riguarda il colore è ovvio che denti chiari sono più gradevoli, ma va detto che denti molto chiari sono indicati in soggetti di giovane età mentre in soggetti meno giovani dei denti eccessivamente chiari possono dare un senso denti finti.

  1. Va, inoltre, detto che i canini hanno sempre un colore più caldo tendente al giallo avendo un maggiore spessore di dentina.
  2. Anche la parte del colletto dei denti è spesso più giallo a causa dello spessore più sottile di smalto.
  3. La parte incisale, cioè il bordo tagliente dei denti, è spesso più trasparente tendente al grigio azzurro perché in questa zona il dente è più sottile.

Questo vale per i soggetti giovani, mentre i meno giovani perdono la trasparenza grigia dei bordi incisali. Copyright © Alberto Gentile : Il sorriso ideale | Studio Dentistico Dott. Alberto Gentile

Quando i denti non si chiudono bene?

Definizione – Si parla di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore. In altri termini, la malocclusione dentale è un anomalo rapporto tra i denti della mascella e quelli della mandibola, In condizioni fisiologiche, le arcate dentarie si relazionano attraverso rapporti armonici ed equilibrati per poter compiere adeguatamente le funzioni masticatorie e fonetiche. La malocclusione dentaria si manifesta proprio quando il suddetto equilibrio viene negato.

In simili circostanze, l’imperfetta occlusione delle arcate dentarie può esser causa di disarmonia funzionale o morfologica (strutturale), tale da ripercuotersi negativamente anche su altre sedi anatomiche. Basti pensare, ad esempio, che una malocclusione dentale – oltre a disturbi masticatori – può provocare anche cervicalgia ( dolore cervicale ), mal di schiena, mal di testa ed acufene (ronzii agli orecchi),

Chiaramente, i sintomi dipendono dalla gravità della patologia: mentre le malocclusioni dentali dipendenti da abitudini comportamentali inadeguate possono essere curate con apparecchi ortodontici mobili o fissi, le forme più gravi (subordinate ad anomalie genetiche) richiedono un intervento di ortodonzia correttiva.

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Quanto tempo bisogna strofinare i denti?

Le buone norme per lavarsi i denti nel modo corretto – 1) Spazzola i denti almeno 2 volte al giorno Lava i denti mattina e sera con uno spazzolino dalle setole medie. Se possibile, effettua la stessa operazione anche dopo pranzo.2) Lo spazzolino deve essere quello giusto Scegli uno spazzolino dalla testina arrotondata, con setole in nylon e con una forma tale da consentirti di raggiungere agevolmente tutte le aree della bocca.3) Non usare troppo dentifricio Non abbondare con la pasta dentifricia ed evita di bagnare lo spazzolino prima di usarlo.4) Dedica il giusto tempo La durata dello spazzolamento deve essere di almeno 2 minuti consecutivi.5) Attenzione al gesto Anche la tecnica è importante.

Non bisogna essere troppo energici, perché si rischia di infiammare le gengive. Quello che conta è il gesto corretto: movimenti circolari, alternati a spazzolamenti dall’alto verso il basso (per l’arcata superiore, viceversa per quella inferiore), con le setole inclinate di circa 45 gradi rispetto la superficie dei denti.

Questa è il modo migliore perché le setole possano raggiungere gli interstizi tra i denti e per massaggiare nel contempo le gengive. Per pulire la parte interna dei denti anteriori invece bisogna inclinare lo spazzolino verticalmente.6) Ricordati della lingua Spazzola delicatamente anche la lingua per eliminare i batteri.7) In certi casi, meglio aspettare Se hai mangiato qualcosa di acido o zuccherino, è meglio attendere almeno 20 minuti dalla fine dei pasti per lavarsi i denti.

In questo modo, darai alla saliva il tempo di contrastare l’azione degli agenti nocivi.8) Ok alle chewing gum, ma con moderazione Se sei fuori casa e non hai lo spazzolino con te, cerca di sciacquare la bocca dopo i pasti o utilizza chewing gum allo xilitolo, sempre senza abusarne.9) Sostituisci lo spazzolino ogni 2-3 mesi Sostituisci regolarmente lo spazzolino: anche prima dei 3 mesi, a seconda del grado di usura.

Per valutare il momento giusto, osserva le setole, Se sono rovinate, sfilacciate o si sono allargate troppo, lo spazzolino va cambiato. Se però, passati i 3 mesi, dovesse essere ancora integro, ricordati che va comunque sostituito, In questo l asso di tempo infatti avrà comunque accumulato una carica batterica elevata ed è quindi sconsigliabile continuare ad utilizzarlo.10) Ricordati sempre il filo interdentale Usa il filo interdentale ogni sera per pulire anche gli spazi tra dente e dente.

Se hai dei denti distanziati, adopera anche uno scovolino apposito per assicurarti di eliminare i residui di cibo correttamente.11) Lavati sempre i denti prima di andare a letto Il momento più importante per dedicarsi alla pulizia dei denti è la sera prima di andare a dormire. Durante il sonno, la produzione di saliva è ridotta e di conseguenza i denti sono più soggetti agli attacchi degli acidi e dei batteri.

Lavarsi correttamente prima di coricarsi è fondamentale.12) Prenota un controllo dentistico almeno una volta l’anno Solo in questo modo ti assicurerai di avere denti in salute.13) Effettua una seduta di igiene professionale una o due volte l’anno Ascolta i suggerimenti del tuo dentista di fiducia e dedicati periodicamente a un’igiene orale professionale.

  • Queste sono le buone pratiche per mantenere il più a lungo possibile un sorriso sano.
  • Purtroppo ci sono persone che, pur lavandosi i denti regolarmente e mettendo in pratica tutte le buone norme qui descritte, vanno incontro a carie e ad altre complicanze.
  • Tale condizione può dipendere, ad esempio, dalla qualità del cibo o da quantità e ph della saliva, strettamente connessa alla salute dei denti.

In alcuni casi, anche l’allineamento non corretto dei denti può incidere sulla loro salute. Ricordiamo che la sola igiene effettuata a casa comunque non basta per eliminare totalmente la placca batterica. È quindi sempre importante rispettare le visite di controllo, che vanno effettuate una volta all’anno per prevenire carie, disturbi gengivali e problemi più seri, come la piorrea.

Quanti denti servono per una buona masticazione?

26 novembre 2018 Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana Il ripristino funzionale della masticazione non è sempre semplice; solitamente la masticazione si dice efficiente quando almeno cinque coppie di denti sono in connessione tra loro. L’adulto ha 32 denti divisi in quattro tipi: 8 incisivi davanti, 4 canini, 8 premolari e 12 molari nella parte posteriore dell’arcata dentale.

Cosa comporta una cattiva occlusione?

È tutta una questione di muscoli – Ogni persona apre e chiude la bocca mediamente 2.000 volte in un giorno: questi semplici movimenti attivano i muscoli della faccia, del collo, delle arcate dentali e delle strutture ossee che le sorreggono. Un’occlusione dentale scorretta può quindi influenzare negativamente la masticazione, la deglutizione e la postura, dando origine a disturbi articolari, tensioni muscolari e squilibri posturali; in particolare la prima e forse più conosciuta conseguenza di una cattiva occlusione dentale è quella di una cattiva masticazione.

  • L’occlusione riguarda l’allineamento dei denti dell’arcata superiore con quelli dell’arcata inferiore.
  • La malocclusione dentale è insomma un anomalo rapporto tra i denti della mascella e quelli della mandibola.
  • Un altro problema frequentemente riscontrato che la malocclusione dentale può generare è quello legato a disordini cranio-mandibolari quali acufeni – ronzii nelle orecchie – e vertigini.

Perfino la respirazione può essere influenzata da una cattiva occlusione dentale, tanto che nei casi più gravi si tende a respirare con la bocca, invece che attraverso la naturale respirazione nasale. Infine ricordiamo tutti i possibili disturbi che si possono riscontrare alla colonna vertebrale, come, ad esempio, tensioni ai muscoli di collo e cranio che possono causare cifosi, mal di schiena e problemi posturali.

Che problemi porta la malocclusione?

Introduzione – In condizioni ideali, l’arcata superiore dei denti è posizionata leggermente più avanti rispetto a quella inferiore, questo permette alle cuspidi dei denti (ossia alle punte ) di trovare posto sugli avvallamenti del corrispondente dente opposto; un corretto allineamento consente di ottenere una masticazione efficace e ottimale.

ereditarie acquisite:

da patologie ( tumori del cavo orale, artrite reumatoide,), da atteggiamenti scorretti (succhiarsi il pollice o utilizzare il ciuccio oltre i 3 anni di vita, bruxismo,).

I sintomi principali della malocclusione dentale sono:

problemi estetici più o meno gravi con importante ripercussione dal punto di vista sociale, aumentato rischio di soffrire di patologie odontoiatriche ( carie, tartaro, sanguinamento gengivale,), disturbi della masticazione, disturbi della fonazione e più raramente della respirazione, disturbi della colonna vertebrale ( torcicollo, mal di schiena ).

La malocclusione, in base alla gravità, può essere trattata con:

apparecchio ortodontico mobile o fisso, intervento chirurgico, nelle forme molto gravi.

I disturbi dell’allineamento dei denti sono trattati in modo molto semplice e rapido quando vengono intercettati e diagnosticati precocemente, quindi in adolescenti e soprattutto bambini è piuttosto semplice e agevole la correzione in quanto le ossa sono ancora facilmente plasmabili e i denti rispondono meglio al movimento. Come Devono Chiudere I Denti iStock.com/mkarco

Perché si stringono i denti?

Digrignamento – Il digrignamento è caratterizzato da movimenti mandibolari ripetuti con contatto tra i denti e chi dorme con un bruxista sa bene come questa azione produca un rumore piuttosto fastidioso. La causa principale è l’ipereccitabilità del sistema nervoso, soprattutto in momenti di particolare stress.

Un’altra causa può essere attribuita alla posizione di un dente, che il bruxista considera un po’ come “una spina nel fianco” e che tenta di “sistemare” con il digrignamento. Di solito, questa causa è tipica del bruxismo infantile, nel momento in cui si cambiano i denti: in questo caso, finita la caduta dei denti da latte, il problema tende a scomparire.

Il sintomo più evidente del bruxismo, soprattutto nella fase iniziale, è il rumore notturno prodotto dal contatto tra i denti, A questo, seguono delle faccette abrasive sulla superficie masticante dei molari, che possono riguardare anche gli incisivi, nel caso in cui il disturbo continui in età adulta.

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Talvolta, la situazione può essere peggiorata da dolorose contratture muscolari e incapacità di aprire la bocca. Nei soggetti anziani, le abrasioni della corona dentale possono arrivare addirittura a esporre il nervo, La terapia è più sintomatica che risolutiva, perché molto dipende dallo stress del paziente, anche se con un bite notturno è possibile almeno proteggere i denti dall’abrasione.

Non sempre è facile capire quando intervenire: finora abbiamo seguito un processo abrasivo, fotografando ogni anno la situazione (anche se dalle fotografie è difficile percepire il cambiamento). Grazie, però, alle impronte digitali, prese nel tempo, è possibile controllare con accuratezza quanto tessuto va perso, Il video illustra come le moderne tecnologie digitali permettano di monitorare nel tempo la perdita di tessuto dentale conseguente al digrignamento.

Come capire se si ha la mandibola storta?

Il nome corretto è ‘articolazione temporomandibolare’ (abbreviato: ATM) e permette i movimenti di apertura e chiusura della bocca. Questi sintomi sono i seguenti: dolore, rumori (schiocchi o sfregamento) durante i movimenti mandibolari, limitazione dell’apertura della bocca e deviazioni dell’apertura della bocca.

Come non stringere più i denti?

Via lo stress – Considerando che lo stress è una delle cause più comuni del digrignamento dei denti, ridurre le fonti di stress è la prima cosa da fare. Per scaricare lo stress accumulato, potete ricorrere a sedute di terapia mirata, a meditazione, training autogeno o yoga o anche ad attività fisiche, come il pilates,

Come rimettere a posto la mandibola?

iStock – Piccola e complessa, l’articolazione della mandibola è fatta per aprirsi e chiudersi scivolando in avanti, indietro e lateralmente, Inoltre è sempre in movimento: anche quando siamo in silenzio e a bocca chiusa è impegnata nella deglutizione della saliva, che eseguiamo una volta al minuto.

  • Tutto questo lavoro la rende anche delicata e, considerato il suo ruolo essenziale per masticare e parlare, è facile comprendere i problemi con cui ci si trova a fare i conti se comincia a far male, aprirsi e chiudersi in modo imperfetto, “scricchiolare” o addirittura a bloccarsi.
  • Ecco, quindi, una guida per scoprire i disturbi più frequenti a carico della mandibola e come risolverli.

LO STRESS: UN NUOVO NEMICO Avverti dolore a bocca, zigomi e davanti all’orecchio ma anche alle tempie e alla testa, tanto che sbadigliare risulta impegnativo e masticare un chewing-gum è proibitivo? Potrebbe essere disordine temporo-mandibolare, «È una riduzione della funzionalità della mandibola che può, per esempio, non aprirsi a sufficienza, o farlo deviando su un lato, associata a dolore.

A lungo è stato ritenuto una conseguenza delle malocclusioni dentali, che possono essere presenti, ma il loro ruolo non è chiaro. Risulta sempre più cruciale invece, il fattore stress », spiega il dottor Daniele Tonlorenzi, odontoiatra gnatologo a Carrara (Massa Carrara). “Stringere i denti” in momenti di tensione fisica ed emotiva è normale, ma c’è chi tende a farlo in continuazione, inconsciamente: «I muscoli masticatori finiscono così costantemente contratti in una morsa, si accorciano, si riduce la cosiddetta dimensione verticale (la distanza fra la punta del naso e quella del mento) e scompare lo spazio libero occlusale, quello che a riposo c’è tra le due arcate dei denti chiuse», continua l’esperto.

«La muscolatura masticatoria comincia a far male e, con essa, anche quella di collo, testa e schiena, Inoltre, in questi casi si verifica una maggiore sensibilità al dolore in tutto il corpo, che con il tempo può diventare cronico». Inoltre, è spesso presente anche il bruxismo, il digrignamento notturno che logora i muscoli, aumenta la stanchezza e danneggia il sorriso.

  1. PRIMA SI RILASSA, POI SI CORREGGE Come intervenire? «Bisogna permettere all’articolazione di ritrovare la fisiologica posizione di riposo che consente ai muscoli di decontrarsi.
  2. Questo si ottiene realizzando un bite su misura, una specie di placca di resina trasparente da indossare tutte le notti sull’arcata inferiore, in modo da ricreare lo spazio libero occlusale», spiega Daniele Tonlorenzi.

«Per la realizzazione del dispositivo si prendono le impronte delle arcate dentarie, ma prima occorre rilassare la muscolatura con alcuni minuti di stretching mandibolare, eseguito dallo specialista con specifiche manovre manuali». Il bite personalizzato va portato tutte le notti per non meno di 4-5 mesi, affinché il sistema neuromuscolare (i muscoli ma soprattutto il cervello che li comanda) venga decondizionato e, in un certo senso, “riprogrammato”.

  1. «Poi, una volta riequilibrata l’articolazione ed eliminato il dolore, si può intervenire sui denti, per riparare eventuali danni da usura e correggere i difetti di occlusione che potrebbero favorire la ricomparsa del disordine.
  2. Di solito, i denti posteriori risultano più bassi o consumati, quindi vanno portati all’altezza di quelli anteriori», specifica l’odontoiatra.

QUANDO UN COLPO LA MANDA IN TILT La mandibola fa click? «È il classico segnale della cosiddetta incoordinazione condilo-discale, spesso conseguenza di un trauma (per esempio un colpo di frusta o una botta mentre si fa sport). Ma in chi presenta un’articolazioni già poco equilibrate può anche essere colpa di un’estrazione, soprattutto dei denti del giudizio», spiega il dottor Tullio Toti, responsabile clinico Gnatologia della Smart dental clinic, Gruppo ospedaliero San Donato, e Direttore medico Unità di odontoiatria della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano (Milano).

L’articolazione temporo-mandibolare è costituita dalla parte finale dell’osso della mandibola, il condilo, che si inserisce nella cavità corrispondente, nella zona inferiore del cranio ; tra queste 2 strutture si trova un disco che agevola i movimenti dei capi articolari. «Il problema si verifica nel momento in cu i il disco non si trova nella sua posizione naturale ma, nei casi più frequenti, scivola in avanti rispetto al condilo quando la bocca è ancora chiusa, diventando un ostacolo durante l’apertura; poi torna al suo posto, a bocca aperta.

Il “click” che si avverte è dato proprio dal condilo mandibolare che si trova a dover scavalcare il disco », continua l’esperto. «Se non si corre ai ripari, con il passare del tempo il suono può scomparire ma solo perché il disco è scivolato ulteriormente e non torna più a posto ».

Di conseguenza non è più possibile aprire completamente la bocca, che tende anche a deviare verso il lato bloccato: all’inizio questa situazione può anche non creare disagi, ma con il tempo diventa dolorosa, L’ACCOPPIATA VINCENTE: BITE ED ESERCIZI DI FISIOTERAPIA «Dopo l’eventuale ricorso a antidolorifici e miorilassanti per contrastare il dolore e la contrazione muscolare, basta imparare alcuni esercizi di mobilizzazione dell’articolazione.

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Si tratta di una sorta di fisioterapia che viene insegnata dallo gnatologo, da ripetere a casa quotidianamente, utile per allungare i legamenti e fare in modo che superino il disco senza che questo scivoli ulteriormente in avanti. Sono sufficienti 4 ripetizioni per 4 volte al giorno », specifica Tullio Toti.

  1. Quando si è già arrivati al blocco articolare con deviazione, la fisioterapia aiuta a rinforzare la mandibola e i legamenti : «Ma a questo punto occorre anche riposizionarla correttamente, per restituirle stabilità ed evitare recidive.
  2. Perciò si ricorre a una placca in resina realizzata su misura, che funziona un po’ da “tutore”.

In genere si porta, sull’arcata inferiore sia di giorno, sia di notte, e va tolta solo durante i pasti, finché nell’arco di qualche mese il trauma non si è risolto completamente, Soltanto dopo si valuta se stabilizzare l’occlusione con protesi dentali o correzioni ortodontiche», precisa l’esperto.

  1. SE RESTI A BOCCA APERTA Sbadigliare e non riuscire più a chiudere la bocca, con la mascella deviata lateralmente e che fa male? «È il risultato di una lussazione articolare,
  2. Il condilo della mandibola fuoriesce dalla cavità in cui è inserito e non è più in grado di rientrare», specifica il dottor Tullio Toti.

«Il problema può essere dovuto a un trauma, ma tende a verificarsi con più facilità in chi ha i legamenti temporomandibolari cedevoli, tanto da soffrire di un’ipermobilità della mandibola. Si tratta per lo più di giovani donne dalla corporatura esile, con un’ apertura della bocca che arriva anche a 6-7 cm quando, mediamente, dovrebbe essere di 3,5-4 cm.

In queste persone anche un banale sbadiglio può portare alla lussazione », mette in guardia lo specialista. SUBITO AL PRONTO SOCCORSO Il blocco dell’articolazione temporomandibolare in apertura è molto doloroso perché i muscoli si contraggono con forza e si infiammano. Non solo: questa situazione spaventa molto chi ne è colpito (se non riusciamo a chiudere la bocca, non siamo in grado di deglutire la saliva) e richiede un intervento d’urgenza al pronto soccorso.

«Il medico esegue una specifica manovra di sblocco, mettendo i pollici in bocca, sopra i molari inferiori, e il resto delle dita sotto la mascella. Quindi, spinge verso il basso e all’indietro, finché l’articolazione non rientra in sede », descrive il dottor Tullio Toti.

«Vengono poi suggeriti degli esercizi da fare quotidianamente, 4 ripetizioni per 4 volte al giorno ciascuno, utili per contenere l’apertura mandibolare e stimolare una maggiore tensione dei legamenti. Per esempio, viene suggerito al paziente di mettere la punta della lingua dietro gli incisivi e aprire la bocca senza staccarla,

Questi movimenti vanno eseguiti soprattutto durante le prime 4-6 settimane che seguono la lussazione, affiancati ad altri consigli utili per contenere l’apertura della bocca come sminuzzare il cibo in piccoli bocconi, evitare gli alimenti che richiedano una masticazione impegnativa e, quando si sta per sbadigliare, mettere un pugno sotto il mento», specifica l’esperto.

Di solito, contando sulla collaborazione del paziente, nel giro di pochi mesi si riesce a ottenere un buon controllo dell’apertura dell’articolazione, evitando il rischio di nuove lussazioni e altri interventi. GLI ESAMI UTILI PER LA DIAGNOSI Per diagnosticare un disturbo alla mandibola lo gnatologo esegue prima una visita, controllando come e quanto si apre la bocca, lo stato dei denti e indagando su eventuali difficoltà incontrare quando si parla o si mastica.

In genere l’esperto può anche suggerire altri esami, fra cui le radiografie dell’articolazione temporomandibolare. «È possibile ricorrere anche a una Tac o a una risonanza magnetica, a bocca chiusa e in massima apertura: la prima per controllare le strutture ossee, la seconda in modo da valutare le parti molli.

Spesso, inoltre, si esegue un’elettromiografia, per misurare la funzionalità dei muscoli masticatori e il grado di tensione, anche in vista della realizzazione di un bite», precisa il dottor Tullio Toti. «Personalmente, ritengo più utile misurare le variazioni della frequenza cardiaca, Questo parametro si ottiene con un saturimetro, un piccolo apparecchio applicato sul dito, e permette di valutare anche il grado di dolore e stress del paziente,

Quindi risulta valido sia prima, sia dopo il trattamento del disordine mandibolare, per misurare i risultati ottenuti. Quando si serrano i denti, infatti, la frequenza cardiaca aumenta, mentre si abbassa con il rilassamento indotto dallo stretching mandibolare», sottolinea il dottor Daniele Tonlorenzi.

  1. TUO FIGLIO DEGLUTISCE BENE? Di solito, quando si inghiottisce, la lingua va a toccare un punto del palato posto dietro gli incisivi superiori (spot palatino), le arcate dentali si toccano e le labbra si chiudono senza sforzo.
  2. «Se, invece, quando si “manda giù” i muscoli intorno alla bocca si contraggono per chiuderla e la lingua non si posiziona sulla spot palatino, si ha una deglutizione atipica», mette in guardia il dottor Daniele Tonlorenzi.

I bambini possono manifestarla già in età prescolare e, nel caso, è bene portarli dallo gnatologo o un logopedista specializzato in deglutologia: «Intervenire permette di prevenire un possibile sviluppo scorretto della bocca e una malocclusione che, con il tempo, potrebbe creare problemi», avverte l’esperto.

Come sono disposti i denti?

Quanti sono i denti, la struttura delle arcate dentali e i nomi dei denti. – I denti della nostra bocca sono complessivamente 32, divisi equamente tra l’ arcata superiore, dove troviamo 16 denti e l’ arcata inferiore, dove sono posizionati gli altri 16.

4 incisivi 2 canini 4 premolari 6 molari (compresi i denti del giudizio)

Stessa cosa dicesi per l’arcata dentale inferiore.

Come tenere i denti quando si dorme?

Bruxismo: come risolverlo? – In realtà, dal momento che non si tratta di una malattia – bensì, come ribadito più volte, di una parafunzione – non sarebbe propriamente corretto parlare di cura del bruxismo,; sarebbe invece più opportuno parlare di rimedi o trattamenti per risolvere il bruxismo.

Purtroppo, ad oggi, non esiste un trattamento risolutivo che possa eliminare definitivamente dalla vita di un individuo la tendenza al digrignamento dei denti, ma si possono adottare delle strategie per prevenirne le conseguenze, in particolare a livello di denti, muscoli masticatori e articolazioni temporo-mandibolari.

Più nel dettaglio, per preservare i denti dall’usura ed evitare di sovraccaricare muscoli e articolazioni si è soliti ricorrere all’uso di bite, una sorta di paradenti che si deve utilizzare durante il sonno per impedire il contatto fra i denti e il conseguente digrignamento.

  • Se la parafunzione è connessa a malocclusioni o malformazioni, l’odontoiatra indicherà al paziente quale strategia terapeutica è più corretto mettere in atto.
  • L’intervento dell’odontoiatra, per altro, è necessario anche per trattare gli eventuali danni ai denti provocati dallo stesso bruxismo.
  • In caso di stress o sintomi ansiosi, invece, può essere utile ricorrere a tecniche di rilassamento ; naturalmente, se si ha a che fare con ansia e disturbi emotivi/psicologici di natura patologica, potrebbe essere necessario rivolgersi a figure specializzate come psicologi o psicoterapeuti.

Il trattamento del bruxismo, pertanto, non è semplicissimo, poiché deve tenere in considerazione tutti i fattori che possono averne contribuito all’origine, richiedendo talvolta, quello che può essere definito come un approccio multidisciplinare. Rimedi contro il Bruxismo Bite per il bruxismo: cos’è e quale scegliere