Come Masticare Senza Denti?
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In molte occasioni, ti ritrovi con il problema di non poter masticare dopo un’operazione orale o una visita al dentista o dentista per rimuovere un dente.In questo modo, puoi provare a mangiare:
- Yogurt o creme.
- Biscotti ammollati nel latte.
- gelatine.
- Formaggi cremosi.
- Pane.
- Pollo a pezzi.
Cosa mangiare quando non si hanno i denti?
Come preparare semplici e gustose ricette per anziani senza denti. – Le ricette morbide o frullate sono l’ideale per gli anziani senza denti o che hanno particolari difficoltà di masticazione, Servono soprattutto a prevenire e a correggere la malnutrizione o la disidratazione, ma anche a soddisfare i fabbisogni nutrizionali giornalieri degli anziani che faticano a mangiare i cibi solidi. –> Scopri perché gli anziani rifiutano il cibo. Le ricette per anziani senza denti sono composte per lo più di cibi naturali dalla consistenza morbida, come ad esempio lo stracchino, il pesce, le uova, la frutta molto matura e lo yogurt. Sono perfetti anche la purea di patate, i flan, i soufflè, i budini, le creme, le verdure morbide e la besciamella. Si adattano alla dieta dei pazienti con difficoltà di masticazione anche i frullati di verdure, prosciutto o carne. È importante tenere conto che ogni piatto deve fornire circa 15 g di proteine e 300 calorie in un volume di 200-250 ml. Preparando almeno due piatti semi-liquidi con dessert, a ogni pasto, si riesce a coprire circa il 70-80% del fabbisogno calorico quotidiano. Di seguito riportiamo alcune ricette semplici da preparare, ma gustose, per gli anziani senza denti. POLENTA CON RAGÙ FRULLATO Ingredienti 25 g di Farina di mais 150 cc di Acqua 50 g di carne trita cruda, oppure 25 g di carne tritata già cotta 5 g di olio extravergine di oliva Salvia, rosmarino e cipolla q.b. Sugo pomodoro q.b. Sale q.b. Procedimento
Prepara la polenta seguendo la ricetta classica.
Ingredienti 100 g di asparagi 100 g di formaggio cremoso 1 uovo 5 g di olio extravergine di oliva Succo di limone q.b. Sale q.b. Procedimento Lessa e frulla gli asparagi. Poi scalda la crema per qualche minuto in un tegame a fuoco basso. Ora rassoda le uova e schiacciale con una forchetta. Ingredienti 100 g di pollo crudo oppure 50 g di pollo cotto 100 g di carote 50 cc di brodo 10 g di olio Sale q.b. Procedimento Salta il pollo in padella con l’olio, il sale e le carote. Aggiungi un po’ alla volta il pollo tagliato a pezzetti e il brodo.
Come stimolare la masticazione?
Come aiutare un bambino a masticare – Masticare è una vera epropria abilità e come tale richede tanta pratica e tanto impegno per essere padroneggiata: il bambino deve imparare come muovere il cibo per scomporlo e come muovere la lingua da un lato all’altro prima di deglutire.
Affinché il bambino possa padroneggiare l’abilità della masticazione, ha bisogno di tempo per esercitarsi nei movimenti iniziali. Per favorire lo sviluppo di deglutizione e masticazione possiamo dargli oggetti sicuri da mettere in bocca e, appunto, masticare, come anelli gommosi o giochini di plastica.
Al tempo stesso possiamo:
aiutarlo ad allenare i muscoli della mascella facendo facce ed espressioni buffe e giocando con lui; incoraggiare le sue prime parole e balbettii; proporgli cibi dalle consistenze diverse anche se li sputa e sembra non gradire: fare qualche giorno di pausa e poi riprovare; preferire finger food sicuri come un biscottino prima infanzia e alternare le classiche pappe semiliquide, come vellutate o purea, con pappe diverse, ad esempio una banana o una mela schiacciate, carote cotte, o la classica pastina dei primi mesi; passare gradualmente a cibi preparati in modo diverso con consistenze e grado di masticazione più elevato.
Ricorda che alcuni bambini possono conservare anche dopo i 6 mesi il gag reflex, cioè il riflesso anti- soffocamento, più a lungo di altri: si tratta di un vero e proprio conato che difficilmente sfocia nel vomito che può spaventare parecchio ma che in realtà è un riflesso naturale.
Quanto tempo ci vuole per masticare?
Il tempo del pranzo Molte persone pranzano nel tempo record di 10 minuti, altre invece non si alzano da tavola prima di un’ora, Qual è il tempo giusto per consumare in modo salutare un pasto ? Te lo spiega Fileni, Quanto tempo occorre? Secondo le statistiche in Italia il tempo medio di un pasto è di circa 30 minuti,
- In realtà, perché le tre fasi di masticazione, digestione e assimilazione si svolgano in modo corretto, servono almeno 40 minuti,
- Sarebbe importante rispettare questi tempi perché mangiare in fretta è senza dubbio poco salutare, mentre mangiare piano è utile per ben 5 motivi diversi, che analizzeremo insieme.
Quali sono i cinque motivi importanti? Si consumano meno calorie : diversi studi confermano che chi mangia piano consuma meno calorie senza fatica. La ragione è molto semplice: al sistema nervoso occorrono 20 minuti per percepire la sazietà quindi rallentando è possibile mangiare di meno e sentirsi comunque sazi,
Gusti meglio il cibo : solo mangiando piano è possibile gustare meglio il cibo, perché questo resterà a contatto con la lingua per più tempo liberandone gli aromi e i sapori; Migliora la digestione : la digestione, come sanno tutti inizia in bocca perciò più questa lavora meno faticherà lo stomaco ; infatti la masticazione serve a spezzare il cibo in piccoli pezzi, agevolando il lavoro di digestione operato dai succhi gastrici; E’ più rilassante : mangiare con calma, prestando attenzione a quello che si mangia, può essere anche un ottimo esercizio di rilassamento. Questo porta a una vita meno stressante e a una sensazione di benessere e appagamento;
Aiuti l’apparato cardio-vascolare : mangiare piano e a intervalli regolari garantisce all’organismo un rifornimento energetico continuo ed equilibrato, evitando di ricorrere fuori orario a dei cibi qualsiasi, spesso ipercalorici e ricchi di colesterolo. Questa pratica può regalare anche 15 anni di vita in più al cuore. : Il tempo del pranzo
Come si chiama il fastidio del masticare?
Cos’è la misofonia – Clinicamente la misofonia è descritta come un’avversione in grado di generare una reazione emotiva negativa (con presenza di ansia, rabbia, stato di agitazione) a suoni specifici quali rumori masticatori, atti deglutitori, rumore dei passi delle persone ecc.
- Tale intolleranza non è tanto legata al volume del rumore che genera fastidio, bensì alla sua qualità.
- Tipicamente a evocare vere e proprie reazioni di odio e rabbia sono rumori di origine umana,
- Questa caratteristica distingue la misofonia dall’iperacusia, che invece si caratterizza da una aumentata sensibilità ad alcune frequenze e soprattutto all’intensità di un determinato suono che viene appunto esaltata da un disequilibrio della percezione stessa.
Ci sono tuttavia pazienti che sono affetti da una combinazione di questi disturbi, che risultano talvolta associati anche ad, La misofonia viene poi distinta dalla fonofobia, nella quale la reazione evocata da un certo tipo di rumore è dominata dalla paura più che dalla rabbia come invece accade nel primo caso.
Come aiutare una persona Disfagica?
Disfagia per i liquidi – In presenza di disfagia per i liquidi utilizzare acqua gelificata o polveri addensanti presenti in commercio. Tali polveri possono essere aggiunte a tutti i liquidi, caldi e freddi (acqua, brodo, tè, latte, succo di frutta). I liquidi, per essere deglutiti correttamente, dovrebbero essere addensati fino ad avere la consistenza di un budino.
Quando in una persona disfagica la deglutizione è compromessa, possiamo aiutarci con addensanti (gelatine, fecola di patate, farine istantanee), diluenti (brodo vegetale o di carne, succhi di frutta, latte) e lubrificanti (burro, margarina, olio, maionese. Bisogna prestare particolare attenzione agli alimenti a doppia consistenza (minestra di pasta, succhi con frutta in pezzi.) sono i più difficili da mangiare poiché richiedono meccanismi di deglutizione diverse.
La corretta posizione del capo e del corpo è importante sulla deglutizione, favorendo o meno il passaggio del bolo alimentare nelle vie respiratorie. Si consiglia una posizione seduta. In reparto o anche a domicilio spesso è l’oss che si siede al letto del paziente e lo aiuta ad alimentarsi.
- L’oss, durante la somministrazione degli alimenti, dovrà quindi mettersi seduto e appoggiare le posate tra un boccone e un altro, in modo da trasmettere calma all’assistito.
- Mentre si somministra il pasto è consigliabile tenere gli occhi alla stessa altezza o più in basso di chi deve mangiare, evitando di chiedere all’utente di parlare mentre mangia, somministrando piccole quantità di cibo per volta.
L’alternanza di cibi liquidi e solidi (se concessa dallo specialista) può aiutare a pulire la gola da residui, incoraggiare la tosse dopo la deglutizione (o lo schiarimento di gola) e incoraggiare rimozione di residui dalla lingua. Per ridurre gli episodi di aspirazione non bisogna lasciare mai l’utente da solo mentre mangia e beve, evitare l’estensione del collo, utilizzare ausili adeguati, per esempio tazze con coperchio e una piccola apertura laterale (può rallentare l’assunzione di liquidi), evitare l’utilizzo di cannucce o siringhe per la difficoltà di controllare il flusso dei liquidi e semi-liquidi, essere preparati alle manovre di emergenza relative al soffocamento.
- Se durante la manovra di imbocco il paziente presenta tosse, a seconda dei casi è necessario attendere alcuni secondi prima di riprendere, nei casi in cui non dovesse risolversi spontaneamente attivare il protocollo di emergenza in uso.
- A fine pasto è molto importante che l’oss esegua all’assistito un’accurata igiene orale, assicurandosi che la cavità orale sia libera da residui di cibo.
Mantenendo il capo flesso in avanti si procede con lo spazzolamento dei denti col dentifricio, per evitare l’accidentale deglutizione dei liquidi, è utile usare per gli sciacqui acqua calda, che da una sensazione sgradevole che non stimola la deglutizione.
- Lavare le protesi dentali se ci sono, seguendo le indicazioni del dentista.
- Quando l’igiene del cavo orale è particolarmente difficile, può essere effettuata con una garza avvolta intorno ad un dito e imbevuta di appositi disinfettanti.
- Particolarmente importante è anche la pulizia della lingua, evitando la comparsa di funghi e infezioni in sede.
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Come dare da mangiare a un Disfagico?
Gestione nutrizionale del paziente disfagico: suggerimenti e consigli Salvo diverse indicazioni da parte del personale sanitario esperto nella gestione della disfagia (7) si suggeriscono le seguenti modalità di somministrazione di alimenti e farmaci, nonché di assistenza al paziente disfagico durante il pasto:
- Il paziente, prima di iniziare a mangiare, deve essere correttamente posizionato, La posizione migliore per alimentarsi è sicuramente quella seduta. Il paziente disfagico (ad esclusione di casi specifici di posizionamento suggeriti dal personale sanitario esperto nella gestione della disfagia) deve essere seduto dritto, con un comodo sostegno per gli avambracci e i piedi appoggiati a terra. Se tale posizione non può essere assunta, è necessario posizionare il paziente a letto, il tronco è indispensabile che sia alzato il più possibile, anche utilizzando più di un cuscino da utilizzare come appoggio alla schiena.
- L’ambiente in cui viene somministrato il pasto deve essere tranquillo, silenzioso e ben illuminato.
- Il paziente disfagico deve mangiare lentamente, rispettando per ogni singolo boccone il volume consigliato e non introducendone un secondo se quello precedente non è stato totalmente deglutito (attenzione ai residui di cibo che permangono in bocca). Il pasto tuttavia non può, durare in media più di 45 minuti, altrimenti la conseguente stanchezza e distraibilità del paziente incrementerebbero i rischi d’inalazione. Sarà quindi compito di chi assiste il paziente durante il pasto di controllare il livello d’attenzione ed eventualmente decidere di interrompere il pasto ai primi segnali di stanchezza.
- Di tanto in tanto far eseguire dei colpi di tosse per controllare la presenza di cibo in faringe.
- Qualsiasi sia la posizione assunta inizialmente, è indispensabile evitare che il paziente disfagico cambi postura durante la somministrazione del pasto, alzando ad esempio la testa verso l’alto. Per Impedire che ciò accada è importante utilizzare opportuni input verbali ed una corretta modalità nell’imboccare.
- Il paziente non deve essere distratto in alcun modo durante il pasto, non deve parlare, né guardare la televisione.
- I farmaci, se devono essere somministrati per os, vanno prima polverizzati e poi aggiunti ad una piccola quantità di frutta frullata, al fine di creare un composto omogeneo e facilmente deglutibile.
- Per almeno 15 minuti dopo il pasto il paziente disfagico deve rimanere seduto e successivamente è indispensabile provvedere all’igiene orale, per prevenire tra l’altro l’aspirazione di particelle di cibo che possono rimanere in bocca. Specialmente all’inizio del trattamento riabilitativo della deglutizione, non è possibile utilizzare dentifrici e colluttori in quanto potrebbero essere ingeriti dal paziente o, peggio ancora, inalati, per questo si consiglia l’utilizzo di una garza sterile o uno spazzolino per bambini a setole morbide, imbevuti con piccole quantità di bicarbonato di sodio.
- Non utilizzare MAI liquidi per mandare giù il cibo se il paziente non ha dimostrato un’adeguata protezione delle vie respiratorie.
- La somministrazione dei liquidi, quando è consentita, deve avvenire anche con l’ausilio del cucchiaio (per dosarne meglio la quantità), ma deve necessariamente essere preceduta dalla rimozione di eventuali residui alimentari dalla bocca.
Cosa fare se non si riesce a deglutire?
Disfagia, trattamento e assistenza infermieristica –
- Le cause di disfagia possono essere numerose e di diversa natura, quindi il trattamento varia a seconda delle cause (trattamento eziologico).
- Nel caso in cui si riscontri una disfagia di natura orofaringea è consigliabile un controllo neurologico, in quanto potrà essere necessario, dopo i diversi accertamenti, rivolgersi a specialisti della terapia di deglutizione (logopedista o esperto della rieducazione della deglutizione).
- Alcuni esercizi sono mirati e focalizzati ad aiutare la persona a coordinare meglio i muscoli della deglutizione, ma anche a stimolare i nervi deputati all’attivazione del riflesso.
- Nella disfagia esofagea gli interventi sono rivolti ad una dilatazione esofagea (anche per via endoscopica) oppure ad intervento chirurgico, soprattutto nel caso di neoplasie.
- Il trattamento di natura farmacologica è necessario per i soggetti affetti da malattie da reflusso gastroesofageo, oppure nei casi (es: restringimenti dell’esofago per anomalie della muscolatura intrinseca – acalasia) in cui si voglia favorire il rilassamento della muscolatura tramite farmaci miorilassanti (calcio-antagonisti).
- L’infermiere, responsabile dell’assistenza infermieristica, anche attraverso il lavoro in team accerta e favorisce l’uso di un’alimentazione speciale, a base ad esempio di liquidi o tramite l’uso di un,
- In generale, nei casi meno gravi, può essere utile aumentare la frequenza dei pasti riducendone l’abbondanza e tagliando il cibo in piccoli pezzi, preferendo cibi più facili da deglutire ed evitando alcolici, tabacchi e caffeina, i quali contribuiscono a peggiorare il reflusso gastroesofageo che condiziona la disfagia iniziale.
- Pertanto la scelta dei tipi di alimenti è strettamente correlata al tipo e grado di disfagia, col fine di ridurre il rischio di aspirazione,
- È importante, in questa fase, tenere conto di gusti e preferenze del soggetto, delle eventuali patologie concomitanti e del suo stato nutrizionale, eventualmente avvalendosi di una consulenza del nutrizionista.
Il grado di densità dei liquidi può essere modificato con l’aggiunta di addensanti. È preferibile scegliere una dieta con calorie e valori nutritivi elevati per compensare la ridotta assunzione di alimenti.
Quanti omogeneizzati al giorno per un anziano?
Cosa si può mangiare senza problemi anche quando la nostra dentatura non è più perfetta? – Muoversi Insieme Nella persona anziana scegliere con attenzione i diversi alimenti in modo da avere una dieta equilibrata che contenga tutte le sostanze di cui si ha necessità è molto importante. Le regole sono sempre le stesse: variare il più possibile le diverse pietanze, cucinare i cibi in modo semplice, ma anche appetitoso, scegliere quando possibile alimenti freschi e di stagione, aumentare il consumo di frutta e verdura ; stare a tavola poi dovrebbe essere considerato un momento piacevole della giornata, meglio se condiviso con altre persone.
A volte però la dentatura in disordine, o la protesi non perfetta non permettono di seguire queste semplici regole, in quanto non si può più scegliere tutto quello che si vuole per difficoltà a masticare i cibi. Se il cibo non è ben masticato, poi, la digestione diventa più difficoltosa e più lunga, con problemi di gonfiore o pesantezza che a lungo andare possono diventare sempre più frequenti.
Non è il mio compito dare consigli su come evitare questi problemi di dentizione o come tollerare meglio la protesi, ma piuttosto come in questi casi riuscire a seguire ugualmente una dieta equilibrata e gustosa. Gli alimenti che possono creare maggiori difficoltà a chi mastica male sono soprattutto carne, pesce, prosciutto crudo, bresaola, salumi, alcuni formaggi a pasta semi dura o dura, e certi tipi di frutta e ortaggi come mele, carote, pomodori : sono per lo più alimenti ricchi in proteine, sostanze indispensabili anche nell’anziano, tanto che in questa situazione è facile andare incontro a carenza. Si possono scegliere delle ricette che prevedono l’uso di alimenti tritati come ragù, polpette di carne o di pesce, frutta cotta, mousse di prosciutto, sformati di carne e verdure con besciamella, polenta, uova strapazzate, zuppe di verdure e legumi e cosi via con fantasia Gli alimenti possono anche essere cucinati come d’abitudine e poi frullat i: in questo modo si mantiene il gusto originario del piatto, anche se non sempre il risultato è soddisfacente, più che altro perché si sta mangiando qualcosa che non ricorda, se non nel sapore, il piatto a cui si è abituati.
Una alternativa che fa risparmiare tempo, ma che non valorizza molto le percezioni sensoriali è quella di ricorrere agli omogeneizzati : ce ne sono di tutti i gusti e c’è l’imbarazzo della scelta. Sono prodotti equilibrati dal punto di vista nutritivo, non contengono additivi e le materie prime utilizzate sono ben controllate, anche se ovviamente la quantità è quella indicata per un bambino.
Tanto per dare una idea, per assumere la giusta porzione per esempio di carne, una persona anziana dovrebbe mangiare almeno due vasetti di omogeneizzato di carne, un’altra possibilità, da usare solo in casi di persone che rifiutano il cibo, hanno difficoltà a deglutire oltre che a masticare e sono costretti a letto, sono dei preparati che si acquistano in farmacia : si presentano liquidi e hanno diversi gusti, solitamente di frutta.
- La loro composizione può variare, anche se sono tutti classificati come ” alimenti dietetici destinati a fini speciali “.
- Forniscono in media 150 Kcalorie per 100 grammi e sono per lo più bilanciati nei diversi nutrienti necessari e presenti nelle giuste proporzioni.
- Non possono sostituire completamente un pasto, ma possono integrarlo nel caso di difficoltà di masticazione o di deglutizione, soprattutto per l’apporto proteico.
E’ quindi possibile nonostante i problemi di dentizione mantenere una dieta equilibrata, variando il più possibile le proprie scelte alimentari. : Cosa si può mangiare senza problemi anche quando la nostra dentatura non è più perfetta? – Muoversi Insieme
Cosa mangiano volentieri gli anziani?
Gestire l’alimentazione per anziani inappetenti – Accade molto spesso che le persone anziane si trovino ad affrontare periodi, anche di lunga durata, in cui nutrono poco appetito, e questo provoca in loro una riduzione dell’apporto energetico. Questa improvvisa riduzione degli alimenti assunti, in molti casi, comporta dei notevoli cali di peso che possono essere anche molto pericolosi.
Problematiche psicologiche, come l’umore a terra e lo scarso interesse per il cibo, che si ritiene possano essere dovute al fatto che la persona anziana, molto spesso, sia sola a consumare il proprio pasto o comunque prepari il pasto solo per se stessa Problematiche sociali, come le o a cucinare Problematiche di salute, come ad esempio dei disturbi legati ai denti, alla masticazione o alla digestione
Tutti questi fattori possono portare ad un’ alimentazione scarsa e soprattutto monotona, che non è neppure in gradi di fornire il corretto apporto di elementi nutritivi. Tendenzialmente, al verificarsi di queste problematiche, vengono ridotti i consumi di carne, pesce e verdure perché risultano troppo difficili da masticare, ma questo è il contrario di quello che è opportuno fare.
Infatti, in generale, una corretta alimentazione per anziani si basa soprattutto sull’assunzione di pasta o riso come primo piatto, conditi in maniera opportuna con una discreta dose di olio d’oliva e formaggio grattugiato, e di carne morbida e tritata o filetti di pesce morbidi come secondo piatto.
Un altro aspetto di fondamentale importanza è assumere le verdure ad ogni pasto, preferibilmente lessate o anche in minestrone, così da garantire il giusto apporto di fibre, sali minerali e vitamine. È fondamentale anche fornire una corretta idratazione all’anziano inappetente, con almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno, in quanto spesso gli anziani sono soliti bere molto poco, correndo il rischio di disidratazione.
Cosa devono mangiare gli anziani allettati?
QUALI PASTI PREPARARE AGLI ANZIANI ALLETTATI? Nel caso di pazienti anziani allettati è molto importante seguire una corretta alimentazione per evitare l’insorgere di complicanze come le piaghe da decubito. In questo caso è importante seguire un’ alimentazione equilibrata povera di grassi e, nel caso in cui l’anziano soffra anche di una forma di diabete, anche di zuccheri.
Un fattore che, anche in questo caso, ricopre un ruolo essenziale è l’idratazione, consigliamo di bere minimo un litro di acqua al giorno, anche quando non si avverte la sete, e qualora la persona allettata non sia in grado di bere da sola, di farle bere almeno 5 bicchieri d’acqua nell’arco di una giornata.
Per gli anziani allettati è importante consumare molta verdura, almeno una porzione ogni pasto, cotta o cruda, variando nella scelta, in modo tale da introdurre correttamente sali minerali, vitamine e antiossidanti necessari per l’organismo; per coloro che hanno difficoltà a masticare consigliamo di scegliere la verdura lessata o al vapore centrifugata.
- Altri alimenti indicati per l’alimentazione di anziani allettati sono i legumi ed i cereali; i primi infatti sono un’ottima fonte di zinco, i secondi sono ricchi di fibre e utili per coloro che hanno gravi difficoltà a masticare o deglutire.
- Un altro consiglio è quello di inserire nella dieta i formaggi, con la frequenza di un paio di volte alla settimana in sostituzione al secondo di carne o di pesce; è possibile anche un consumo giornaliero di Grana Padano DOP grattugiato sui primi piatti o sulle verdure, il quale, contenendo proteine e zinco, è un ottimo complemento nell’alimentazione delle persone con piaghe da decubito.
: QUALI PASTI PREPARARE AGLI ANZIANI ALLETTATI?
Come cambia il viso senza denti?
In assenza dei denti, l’osso mascellare inizia a perdere il suo spessore e si assottiglia gradualmente. La mancanza di osso cambia il profilo estetico del viso, mento e naso si avvicinano, le rughe compaiono ai lati della bocca. Più tempo si rimane senza denti e più si accentuano i difetti estetici del viso.
Cosa succede se mangio solo cose liquide?
La dieta liquida è un sistema sicuro? – No, le diete liquide non sono da considerarsi una soluzione corretta. Come specificato, non forniscono alcun tipo di educazione alimentare e, al contrario, determinano il consolidamento di abitudini sbagliate. Inoltre, sono spesso (ma dipende.) carenti in uno o più nutrienti ; tra questi, mancano di molecole essenziali ( acidi grassi e amminoacidi ), alcune vitamine, alcuni sali minerali,
In teoria, le bevande studiate per le diete liquide dovrebbero garantire un equilibrio tra i nutrienti necessari al normale svolgimento delle attività umane; ciò nonostante, oltre a non essere specifiche (sesso, età ecc.), queste soluzioni ignorano la variabile del livello di attività fisica e talvolta impediscono di praticare sport,
Alcune diete liquide sono fortemente ipocaloriche (400-800kcal/die totali) e, in assenza di sorveglianza medica, possono compromettere lo stato di salute, causando anemia, ipotensione, ipoglicemia, ipopotassiemia, disidratazione (nonostante siano liquide), stipsi, acidosi metabolica, ipovitaminosi, deplezione (o ipotonia) della massa muscolare ecc.
- I sintomi più frequenti legati alla pratica di dieta liquida sono: stanchezza, vertigini, perdita di capelli, calcoli biliari e difficoltà nell’evacuazione.
- La dieta liquida è strettamente sconsigliabile in caso di malattie gravi o croniche, gravidanza o allattamento, accrescimento e diabete mellito tipo 1.
Prima di intraprendere una dieta liquida è necessario:
- Farsi seguire da un dietista o un nutrizionista o un dietologo ; tuttavia, non è detto che un professionista sia disposto ad accettare un protocollo simile. Nel caso, verificherà l’eventuale necessità di un integratore alimentare
- Se facenti parte di una linea commerciale, informarsi sulla qualità dei prodotti (ingredienti, allergeni ecc)
- Assicurasi che il sistema:
- Non sia integralmente a base di cibi liquidi
- Garantisca un dimagrimento graduale
- Non apporti solo proteine e fibre ma fornisca tutti i nutrienti necessari.
NB, Le uniche diete liquide giustificabili dal punto di vista medico sono quelle propedeutiche agli interventi chirurgici o alle indagini endoscopiche intestinali. Si veda ad esempio la dieta per la preparazione alla colonscopia,
Quali sono i cibi che contengono più calcio?
Calcio negli Alimenti
Alimento | Calcio |
---|---|
Groviera | 1123 |
Barretta al cocco ricoperta di cioccolato | 1101 |
Latte, vacca, in polvere, intero | 1050 |
Fontina | 870 |
Cosa mangiare quando ci si opera ai denti?
Cosa fare dopo che il dente è stato estratto? – Il tempo e la velocità di recupero sono spesso legate al grado di difficoltà dell’intervento. Nel post-operatorio è fondamentale attenersi a tutte le indicazioni date dallo specialista in fase di dimissione. In generale, il decorso post-operatorio prevede alcune prassi comuni. Nelle 24 ore successive all’intervento sarebbe opportuno:
evitare di mettersi alla guida immediatamente dopo l’estrazione. Si consiglia di farsi accompagnare da un familiare o da un amico, in particolare se l’intervento di estrazione del dente del giudizio è stato invasivo o complicato; dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini per ridurre il dolore e il gonfiore; evitare di sciacquare vigorosamente la bocca per evitare di “rompere” il coagulo; tenere premuta una garza assorbente sul sito dell’estrazione, nel caso si verificasse un eventuale sanguinamento; tenere una borsa del ghiaccio (avvolta in un panno morbido) all’esterno della mascella, in linea con il sito dell’intervento, nelle prime 5-6 ore successive all’intervento di estrazione dentale, rimuovendola dopo 10 minuti e applicandola nuovamente dopo un’altra decina di minuti; assumere la terapia farmacologica prescritta.
Nei giorni seguenti l’estrazione si raccomanda di:
favorire il recupero con un adeguato riposo; sciacquare delicatamente la bocca con collutori disinfettanti; rivolgersi allo studio dentistico se il dolore persiste anche dopo 3 giorni dall’intervento dentale; rispettare le indicazioni per l’igiene orale preferendo uno spazzolino a setole morbide; soffiare il naso con delicatezza per evitare che lo sforzo favorisca il sanguinamento gengivale.
In caso di febbre si consiglia di:
assumere farmaci antipiretici (es. paracetamolo) nelle dosi stabilite dal medico; contattare immediatamente il dentista se la temperatura corporea supera i 39°C e non si abbassa con i farmaci.
In caso di sanguinamento gengivale è raccomandabile:
mantenere la calma; mordere energicamente un tampone di garza sterile, mantenendolo premuto nel sito dell’intervento. Se il sanguinamento gengivale persistesse, si consiglia di riposizionare un nuovo tampone sterile fino a che il tamponamento non sarà cessato; applicare impacchi di ghiaccio esternamente.
Cosa è meglio bere e mangiare dopo l’estrazione? Successivamente all’estrazione si consiglia di:
seguire una “dieta morbida”, ovvero, mangiare alimenti soffici come purè, zuppe e minestre tiepide, frullati, carne macinata, omogeneizzati, budini e pesce bollito; bere molti liquidi; preferire acqua o succhi di frutta poco zuccherati; evitare alimenti troppo caldi, salati, croccanti o acidi.
Cosa non fare dopo l’estrazione? In generale dopo un’estrazione sarebbe opportuno evitare di:
toccare la ferita con le mani; assumere farmaci contenenti acido acetilsalicilico o salicilati in genere che potrebbero interferire con la coagulazione; praticare attività sportive o altre attività fisiche pesanti nei tre giorni dopo l’estrazione di un dente del giudizio. masticare chewingum o caramelle gommose nei 3 giorni successivi all’estrazione del dente;
Inoltre, andrebbero evitati:
gli alcolici; il fumo per almeno 7-10 giorni; gli spazzolini elettrici o idropulsori; i cibi ricchi di semi (kiwi o pomodori) che potrebbero aumentare le probabilità d’infezione perché, incastrandosi nella ferita ancora aperta, potrebbero favorire l’ingresso di batteri.
: Dente del giudizio: cosa è necessario sapere?
Cosa fare con le gengive che si ritirano?
Come rinforzare le gengive che si ritirano? Evitare il fumo, la masticazione di tabacco e i cibi troppo zuccherati, scegliere un dentifricio adatto, spazzolare dolcemente dal basso verso l’alto e utilizzare un buon collutorio, in abbinamento al giusto filo interdentale.