Come Pagare Il Dentista Per Detrazione Fiscale?

Come Pagare Il Dentista Per Detrazione Fiscale
Detrarre le spese dentistiche in sintesi:

  1. Bancomat.
  2. Carte di credito.
  3. Bonifico bancario.
  4. Assegno bancario.
  5. Satispay.
  6. Buoni acquisto Edenred Welfare.
  7. Contanti (entro il limite di legge, ovvero 1.999,99 €).

Come si scaricano le spese del dentista?

Le cure dal dentista comportano un costo che è detraibile dalle tasse ma è necessario che la fattura del dentista sia precisa per consentirne la detrazione Come Pagare Il Dentista Per Detrazione Fiscale

Il dentista è un medico e il suo onorario è un costo che il cittadino può detrarre dalle tasse come spesa medica: per le fatture del dentista è possibile portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi il 19% della somma lorda indicata e che eccede la franchigia di euro 129,11.Dunque la fattura del dentista può essere detratta dalle tasse ma è necessario che dalla fattura stessa emerga con assoluta chiarezza che la prestazione del medico è stata per cure odontoiatriche al fine di curare una sua patologia dentaria.Sono infatti non detraibili le spese sostenute per pagare il dentista se le prestazioni del medico erano finalizzate a scopi estetici e non giustificate da patologia.L’Agenzia delle entrate ha chiarito che i soli costi detraibili per interventi compiuti dal dentista sono quelli curativi, e non quelli di abbellimento o comunque aventi fondamento estetico,Ovviamente, il principio deve essere letto in modo da rispettare la normativa sulla riservatezza, quindi non si può pretendere che la fattura del dentista spieghi in modo dettagliatissimo gli interventi compiuti sul paziente.

Così, è sufficiente attestare sulla fattura che il danaro è stato incassato come corrispettivo per cure mediche odontoiatriche specialistiche, o per cure dentarie specialistiche, o ancora per cure sulle arcate dentarie di tipo sanitario. Quando la fattura del dentista indica queste causali, o altre simili ma dalle quali sia ricavabile direttamente il carattere curativo e sanitario della prestazione del dentista, l’Agenzia delle entrate non può rifiutare la detrazione della spesa dal reddito imponibile ai fini dell’Irpef,

Da quando le spese mediche devono essere pagate con bancomat?

Detrazione spese mediche e pagamenti tracciabili 2020 – Come abbiamo accennato, dal 01 gennaio 2020 cambia la normativa riguardante la detrazione delle spese mediche che, per poter essere detratte al 19% dalla dichiarazione dei redditi, non potranno più essere effettuate in contanti, bensì solamente tramite sistemi di pagamento elettronici e, quindi, tracciabili.

I sistemi di pagamento tracciabili accettati dal fisco sono i seguenti: 1. Pagamenti con POS (bancomat o carta di credito) 2. Assegni 3. Bonifici bancari su conto corrente 4. Sistemi digitali, come ad esempio PayPal Fanno eccezione le spese mediche effettuate in farmacia, presso negozi di articoli sanitari o di ottica, per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici, e quelle per prestazioni mediche e sanitarie rese da ospedali, strutture pubbliche e private (purché convenzionate con il SSN).

In questi casi, dunque, sarà possibile continuare a pagare in contanti e detrarre ugualmente le spese mediche al 19%. Tuttavia, per le prestazioni effettuate intramoenia presso ospedali e cliniche pubbliche, vige l’obbligo di utilizzare pagamenti tracciabili per avere le detrazioni.

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Come dimostrare di aver pagato con bancomat?

Come dimostrare un pagamento con carta di credito o bancomat –

  • Nell’ultimo periodo sono stati agevolati i pagamenti elettronici, principalmente quelli con carta di credito o bancomat.
  • Il tutto per andare a disincentivare l’ evasione fiscale nel nostro paese, che è sicuramente molto più diffusa con i pagamenti in contanti.
  • Questi metodi di pagamento sono definiti come tracciabili, il che significa che risulta essere molto più semplice recuperare l ‘origine ed il percorso che hanno portato all’acquisto del singolo bene o servizio.
  • Proprio per questo motivo è molto più semplice dimostrare un pagamento con carta di credito o bancomat, piuttosto che uno avvenuto in contanti.
  • I pagamenti elettronici possono essere attestati attraverso l’emissione di una fattura, la classica ricevuta fiscale oppure un documento commerciale.

Quanto si recupera sul 730 per spese mediche?

Regole principali – Per usufruire delle detrazioni è necessario, anzitutto, indicare le spese nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state sostenute e documentarle adeguatamente. I giustificativi delle spese devono essere conservati per tutto il tempo in cui l’Agenzia delle entrate può effettuare un accertamento (31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione).

  • Per la verifica del sostenimento della spesa, i documenti rilevanti sono costituiti unicamente dalle fatture, dalle ricevute fiscali e dagli scontrini “parlanti”.
  • Il contribuente, pertanto, non è tenuto a esibire la prova del pagamento.
  • Le detrazioni possono essere fruite solo se le spese restano effettivamente a carico di chi le ha sostenute e nel limite dell’imposta lorda annua.

L’eventuale eccedenza non può essere chiesta a rimborso, né utilizzata nel periodo d’imposta successivo. La detrazione delle spese sanitarie è ammessa anche per quelle sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico e, in alcuni casi, nell’interesse di familiari non a carico (spese sanitarie per patologie che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario).

  1. Un familiare è considerato fiscalmente a carico se possiede un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
  2. Solo per i figli di età non superiore a 24 anni, questo limite è di 4.000 euro,
  3. Attenzione: Non si ha il diritto alla detrazione quando la spesa è intestata al genitore e sostenuta per il figlio che nel corso dell’anno ha percepito redditi superiori al limite previsto per essere considerato a carico.
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In tale situazione, non può fruirne né la persona che ha sostenuto l’onere, né la persona che ha beneficiato della prestazione. Tra le spese sanitarie detraibili rientrano anche quelle relative a una persona deceduta, se sostenute dagli eredi dopo il suo decesso, anche se non era un familiare a carico.

Se le spese sono state effettuate da più eredi, ognuno di essi beneficerà della detrazione sulla quota di spesa effettivamente sostenuta. MISURA DELLA DETRAZIONE È possibile portare in detrazione dall’Irpef il 19% delle spese sanitarie per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro. In sostanza, la detrazione spettante è pari al 19% della differenza tra il totale della somma spesa e la franchigia di 129,11 euro.

Alcune spese sostenute per le persone con disabilità sono invece ammesse integralmente alla detrazione del 19%, senza applicare la franchigia di 129,11 euro (per esempio, le somme pagate per il trasporto in ambulanza del disabile, per l’acquisto di arti artificiali per la deambulazione, eccetera).

  • Per maggiori dettagli sulle spese sanitarie e i mezzi di ausilio delle persone con disabilità si consiglia la consultazione della ” Guida alle agevolazioni fiscali per le persone con disabilità ” pubblicata sul sito dell’Agenzia delle entrate.
  • L’imposta di bollo (attualmente pari a 2 euro), che deve essere applicata sulle fatture esenti da Iva di importo superiore a 77,47 euro, è detraibile se pagata dal cliente ed evidenziata a parte sulla fattura.

LE SPESE CHE SI CONSIDERANO A CARICO IN PRESENZA DI RIMBORSI Si può usufruire della detrazione solo se le spese sono rimaste effettivamente a carico del contribuente. Vi sono dei casi in cui la detrazione delle spese è comunque riconosciuta, anche se le stesse sono state rimborsate.

  • premi di assicurazioni sanitarie versati dal contribuente
  • assicurazioni sanitarie stipulate dal proprio sostituto d’imposta o pagate dallo stesso, con o senza trattenuta a carico del dipendente (i premi versati per queste assicurazioni è evidenziata nella Certificazione unica rilasciata dal sostituto).
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In tali ipotesi, la detrazione è ammessa in quanto i premi pagati non hanno determinato alcun beneficio fiscale in termini di detrazione d’imposta o di esclusione dal reddito. Non si considerano, invece, rimaste a carico del contribuente:

  • nel caso di danni arrecati alla persona da terzi, le spese risarcite dal danneggiante o da altri per suo conto
  • le spese rimborsate a fronte di contributi per assistenza sanitaria versati dal sostituto d’imposta o pagate dallo stesso contribuente a enti e casse aventi esclusivamente fine assistenziale che, fino a 3.615,20 euro, non hanno concorso a formare il reddito imponibile.

Questi contributi sono indicati nella Certificazione unica rilasciata dal sostituto d’imposta. In questi casi, comunque, è ammessa in detrazione la differenza tra la spesa sostenuta e la quota rimborsata. Se i contributi versati sono superiori al limite di 3.615,20 euro, è possibile portare in detrazione, oltre alla somma non rimborsata, anche una quota parte di quella rimborsata, calcolata sulla base della percentuale risultante dal rapporto tra i contributi eccedenti il tetto di 3.615,20 euro e il totale dei contributi versati.

  • ha versato 5.000 euro di contributi per assistenza sanitaria
  • ha sostenuto spese mediche per 10.000 euro
  • ha ricevuto un rimborso di 8.000 euro.

Calcoliamo le spese che può portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi:

  1. l’importo non rimborsato, detraibile, è di 000 euro (10.000-8.000)
  2. per calcolare la quota detraibile delle spese rimborsate bisogna prima calcolare la percentuale risultante dal rapporto tra i contributi versati in eccedenza, rispetto al limite di 3.615,20 euro, e il totale dei contributi versati. Tale percentuale è quindi pari a (5.000 – 3.615,20) / 5.000 = 27,7%. Pertanto, la quota detraibile delle spese rimborsate è 8.000 x 27,7% = 216 euro,

Il contribuente può quindi portare in detrazione 4.216 euro (2000 + 2.216). Lo stesso principio si applica anche quando sono stati versati contributi associativi alle società di mutuo soccorso (detraibili nel limite di 1.300 euro).