Come Pulire I Denti Al Gatto?
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Si usa uno spazzolino a setole morbide oppure uno speciale ditale di gomma ruvida che si infila sull’indice e con cui si puliscono i denti. Esistono anche dentifrici fatti per i gatti che odiano lo spazzolino: ne mettiamo un po’ sul dito, lo spargiamo sui denti del micio e il gioco è fatto.
Come rimuovere il tartaro dai denti del gatto?
La saliva del gatto, neutralizzando l’azione di erosione dell ‘acido, è l’unica difesa naturale del corpo, ma lavare i denti al gatto con una spazzolatura regolare è l’unica soluzione in grado di rimuovere davvero la placca.
Quante volte lavare i denti al gatto?
Come prevenire la formazione di tartaro? Fai fare la detartrasi dei denti al gatto! – Una delle cose più importanti ed efficaci che puoi fare per prevenire alitosi, ed accumulo di tartaro sui denti è fargli fare la pulizia una volta l’anno. Questa deve essere fatta in anestesia generale, per consentire al medico di effettuarla attraverso uno strumento ad ultrasuoni, che permette l’ asportazione del tartaro sottogengivale,
- Come per te è fastidiosa (quando vai dal dentista a farla, non dirmi che ti diverti) e quindi la pulizia dei denti sarebbe impossibile da fare senza sedazione.
- Ma con gli anestetici utilizzati oggi, i rischi legati a questa pratica, in un animale sano, sono decisamente inferiori rispetto alle conseguenze di una bocca malsana.
Assicurati che venga fatta anche la lucidatura dei denti! Non pensare che sia solo un fatto estetico. Non lo è affatto! La lucidatura del dente è fondamentale al fine di prevenire la formazione di tartaro successivo alla sua asportazione. Un dente lucido, significa che è liscio, e quindi i batteri avranno una minor capacità di aggrapparsi alla superficie.
La pulizia dei denti senza questa strumentazione e senza queste accortezze, non ha alcun significato. Il tartaro eliminato solo sulla parte esterna, visibile del dente infatti, non elimina la causa più importante di malattia parodontale. E’ lì, infatti che i batteri fanno i maggiori danni, ma è anche il luogo dove non si vedono! Un’altra pratica che può aiutare il tuo medico nella prevenzione (e che può/dovrebbe essere fatta sempre durante la sedazione) è una lastra della bocca,
Questo consente di evidenziare danni non manifesti ad occhio nudo, come ad esempio la riduzione dell’osso intorno al dente (e che è al di sotto della gengiva). Questa pratica è molto importante anche come prevenzione per le malattie tumorali della bocca.
Quanto costa fare la pulizia dei denti ha un gatto?
PRESTAZIONE | COSTO TOTALE (incluso di IVA 22% ed Enpav 2%) |
---|---|
Pulizia denti (detartrasi) gatto ^ | 120 € |
Pulizia denti (detartrasi) cane | 120 € |
Pulizia denti (detartrasi) cane 10-20kg^ | 130 € |
Pulizia denti (detartrasi) cane 20-30kg^ | 140 € |
Come togliere la puzza dalla bocca del gatto?
Rimedi naturali all’alitosi del gatto: – Esistono rimedi naturali che possono aiutare a risolvere problemi di alitosi. L’erba garra è uno di questi. Il consumo di erba gatta stimola la salivazione e il profumo di menta profumerà l’alito in modo naturale.
Perché al gatto gli puzza l’alito?
Placca e tartaro – La causa più comune di alitosi è la placca sui denti, facilmente riconoscibile per il tipico colorito marrone alla base dei denti, soprattutto premolari e molari, o nei casi più gravi canini e incisivi. La placca è formata da batteri che proliferano anche grazie a particelle residue di cibo e saliva.
- È lei a provocare il caratteristico odore sgradevole alla bocca del gatto.
- La placca si trasforma velocemente in tartaro, una concrezione che incrosta il dente.
- Il tartaro non è presente solo sulla parte esterna del dente (quella visibile), ma si insinua anche al di sotto della gengiva, creando uno spazio (sacche gengivali) tra il dente e il colletto gengivale.
Questa condizione crea, oltre a infiammazione della gengiva anche una instabilità del dente che, a lungo andare prima traballa e poi cade. È molto importante, dunque, non temporeggiare e seguire invece il consiglio del Veterinario, in quanto una igiene orale trascurata non solo peggiorerà il problema dell’alitosi, ma porterà gengiviti e malattia periodontale con eventuale caduta dei denti.
Come rimuovere tartaro in modo naturale?
Rimedi fai da te per rimuovere placca e tartaro a casa – Anche se i rimedi fai da te per rimuovere placca e tartaro non dovrebbero essere visti come sostituti di una vera e propria pulizia, alcuni si dimostrano molo efficaci. Il più conosciuto è sicuramente il bicarbonato di sodio,
Lavare i denti con una soluzione di un cucchiaio di bicarbonato e un pizzico sale servirà come scrub. Infatti basterà inumidire lo spazzolino e lavare i denti normalmente. Un’altra sostanza utile per eliminare la placca è l’ aloe vera, Prendi una tazza d’acqua e aggiungi mezza tazza di bicarbonato e un cucchiaino di gel di aloe vera.
Con quattro cucchiaini di glicerina vegetale e olio essenziale di limone avrai la mistura perfetta per far tornare splendenti i tuoi denti.
Come rimuovere il tartaro in modo naturale?
Eliminare tartaro con rimedi naturali – Non è assolutamente possibile eliminare il tartaro da soli con rimedi naturali fai da te, neanche cercando soluzioni fantasiose per ammorbidire la sedimentazione intorno ai denti. L’unico modo per rimuovere gli accumuli di placca mineralizzati è andare dal proprio dentista e sottoporsi a detartrasi.
Fatta questa doverosa premessa, vediamo quali sono i metodi fai da te da affiancare all’uso dello spazzolino e del filo interdentale che possono aiutare a mantenere una bocca pulita. Forse non tutti sanno che ci sono particolari alimenti, in special modo frutta e verdura crude come sedano, carote e mele che grazie alle loro proprietà benefiche e per l’alto contenuto di fibre aiutano ad auto detergere e pulire i denti.
Il mirtillo ad esempio rilascia antiossidanti che combattono i batteri responsabili della carie, mentre il tè verde è ricco di catechine, con proprietà antibatteriche che aiuta a controllare le infiammazioni gengivali, infine le cipolle hanno proprietà antibatteriche legate a un composto a base di zolfo che distrugge i batteri presenti nel cavo orale.
Come si fa a sciogliere il tartaro?
Come rimuovere il tartaro dai denti? – La cura orale è soprattutto un’attività quotidiana fatta di piccoli gesti. Esistono alcuni rimedi naturali che puoi impiegare direttamente a casa: innanzitutto è bene spazzolare accuratamente i denti con lo spazzolino e utilizzare un dentifricio al fluoro almeno 2 volte al giorno,
Come capire se il gatto ha mal di denti?
Igiene dentale del gatto: combattere il mal di denti Vi avevamo già parlato dell’importanza di una corretta igiene dentale per il cane, però ci teniamo a ribadire che anche il gatto necessita di cure specifiche. In particolare si è scoperto che più del 70% dei gatti oltre i tre anni di età soffre di malattie del cavo orale,
- Gengiviti, parodontiti e, in particolare, stomatiti rappresentano infatti la prima diagnosi nella pratica ambulatoriale odontoiatrica, oltre che una delle cause più comuni di forte dolore alla bocca nei soggetti dai quattro mesi ai 17 anni di età.
- Oggi quindi vi spieghiamo i principi di una corretta igiene dentale per combattere il mal di denti del gatto.
Innanzitutto, bisogna ricordare che alcune razze, sono predisposte a problemi dentali, come: Siamesi, Persiani, Abissini, Burmesi e Maine Coon. Come si fa poi a capire che il gatto soffre di mal di denti, o di patologie correlate a una scorretta igiene dentale? I primi sintomi sono alito cattivo, eccessiva salivazione, diffuso arrossamento delle gengive.
- La grave sofferenza alla bocca provoca anche evidenti manifestazioni comportamentali di disagio, come iper-aggressività o forte apatia.
- Prima di arrivare a situazioni potenzialmente gravi, sarebbe meglio portare il micio ad alcuni controlli dal veterinario, in modo da tenere sotto controllo placca e tartaro, che sono due nemici non solo dei denti umani, ma anche di quelli felini.
La placca è una patina su cui “vivono” circa 300 diversi tipi di batteri, capaci di “sfruttare” gli zuccheri di provenienza alimentare per vivere e moltiplicarsi. Quando gli zuccheri vengono fermentati dai batteri liberano sostanze volatili a base di zolfo, e sono queste le responsabili del cattivo odore che esce dalla bocca (alitosi).
La placca comincia ad accumularsi alla base del dente e sul solco gengivale; da lì a poche ore va incontro ad un fenomeno di vera e propria mineralizzazione che la trasforma in tartaro : un concentrato di depositi minerali fortemente adesi ai denti, che si rimuovono solo con la pulizia professionale (detartrasi) e che, grazie alla superficie rugosa, fanno da substrato favorevole all’ulteriore deposizione della placca.
Controlli regolari dal veterinario e pulizie professionali periodiche dei denti sono sicuramente i metodi più sicuri per evitare l’eccessivo accumulo di placca e tartaro, e prevenire l’innesco di fastidiose infiammazioni della bocca. Spazzolare quanto più possibile i denti al proprio gatto resta però la miglior forma di prevenzione possibile.
Come per numerose altre manualità (per esempio, spazzolare il mantello, fare il bagno ecc.) bisogna abituare il gatto fin da cucciolo. Raramente un gatto adulto accetta di farsi spazzolare i denti dall’oggi al domani. Fin da cucciolo bisogna pertanto abituare il piccolo micio a lasciarsi ispezionare e manipolare la bocca e/o a farsi delicatamente strofinare i denti.
Concludiamo con tre consigli per abituare il gatto a farsi spazzolare i denti:
- Garza: per abituare il gatto alla spazzolatura dei denti è utile avvolgere una garza attorno al dito, applicarvi sopra del dentifricio o aromatizzarla con gusti graditi al gatto (es. tonno), e passarla poi delicatamente su denti e gengive.
- Pausa: per far sì che il gatto associ lo spazzolamento dei denti ad un’esperienza positiva, è bene sospenderla nei momenti critici, ad esempio quando il gattino inizia a perdere i denti da latte.
- Detartrasi: come la pulizia dei denti umana è bene farla una o due volte l’anno, e tenerlo come controllo periodico e non come misura d’emergenza.
Come devono essere le gengive di un gatto sano?
Igiene orale del gatto – L’ alito cattivo del gatto potrebbe essere sintomo di un disturbo digestivo o di un problema renale. Nella maggior parte dei casi, indica la presenza di batteri o placca su denti o gengive, che potrebbero causare carie e malattie gengivali.
I denti del gatto devono essere di colore bianco, senza tartaro in eccesso, mentre le gengive devono essere di un bel colore rosa (o nero, a seconda della pigmentazione della pelle). In presenza di arrossamenti, gonfiore o perdite di sangue, è necessario rivolgersi a uno specialista. Chiedi al veterinario o all’assistente del veterinario di mostrarti come lavare i denti al tuo gatto,
Una pulizia regolare, eseguita utilizzando un apposito dentifricio di tipo veterinario e uno spazzolino morbido, consente di mantenere sani i denti e le gengive del tuo gatto.
Come guardare la bocca al gatto?
Come controllare le labbra e le gengive Per controllare le gengive si deve sollevare il labbro e guardare il colore delle gengive ignorando le aree a colorazione nera. Se il sangue circola normalmente una leggera pressione del dito fa sbiancare la gengiva, allentata la pressione nella zona torna subito il sangue.
Come si usa Restomyl gel?
Restomyl gel – Gel che ripristina in maniera fisiologica l’integrità della mucosa orale. Per favorire la normalizzazione delle mucose orali, in associazione ad interventi odontoiatrici specialistici (es. detartrasi e lucidatura dei denti, estrazioni dentarie, riduzione delle tasche periodontali).
- Può altresì rappresentare un utile complemento al trattamento delle parodontopatie su base infiammatoria e/o allergica, sia del cane (es.
- Gengiviti, stomatiti, parodontiti) che del gatto (es.
- Stomatite cronica felina), anche in presenza di ulcere oro-mucosali (es.
- Ulcera indolente del gatto).
- Adelmidrol Appartiene a quella classe di sostanze collettivamente definite ALIAmidi, il cui capostipite è noto come Palmidrol.
Tramite un meccanismo biologico di modulazione conosciuto con l’acronimo ALIA (Autacoid Local Injury Antagonism), le ALIAmidi sono in grado di ridurre l’eccessivo rilascio di mediatori infiammatori da parte dei mastociti e di altre cellule appartenenti al sistema immunitario (es.
- Macrofagi, basofili).
- Così facendo, l’Adelmidrol regola la reattività della mucosa orale ripristinandone l’equilibrio omeostatico.
- Acido traumatico Sostanza di origine vegetale capace di stimolare la convergenza dei cheratinociti, favorendo la riepitelizzazione ed il recupero dell’integrità mucosale.
- Tale attività è particolarmente utile nelle infiammazioni del cavo orale che si accompagnano spesso ad erosioni/ulcerazioni dell’epitelio mucosale.
Fitosfingosina Composto naturalmente presente nell’epitelio della mucosa orale, dove funziona da “mattone da costruzione” per gli sfingolipidi. Possiede importanti attività batteriostatiche, essendo in grado di limitare la crescita e la penetrazione di batteri Gram-positivi (es.
- Staphylococcus aureus) e Gram-negativi (es.
- Pseudomonas aeruginosa).
- Acido jaluronico Glicosaminoglicano fisiologicamente presente nei tessuti e nei fluidi biologici, che, in virtù di una particolare struttura “a gomitolo”, è in grado di trattenere all’interno delle proprie maglie e di rilasciare in modo controllato le sostanze congiuntamente presenti in formulazione.
Al suo esterno, l’acido jaluronico presenta zone specializzate (definite epitopi bioleganti), che si legano, in modo altamente selettivo e reversibile, a recettori specifici espressi sui cheratinociti della mucosa orale. Le due proprietà sopra descritte fanno dell’acido jaluronico un sistema biotecnologico innovativo ottimale, che consente a Restomyl® un’elevata permanenza nel sito di applicazione topica ed un rilascio controllato delle sostanze in esso contenute.
- Ingredienti Adelmidrol (2%); acido jaluronico; acido traumatico; fitosfingosina.
- Modalità d’uso Sollevare il labbro esercitando una leggera pressione con la testina dell’erogatore, facendo attenzione che il foro di uscita del gel sia rivolto verso la bocca.
- Premere l’erogatore 1 o più volte a seconda della taglia dell’animale.
Grazie alle spiccate proprietà mucoadesive, il gel si distribuisce in breve tempo su tutta la mucosa orale. Ripetere l’applicazione 2 – 3 volte al giorno. Formato Tubo erogatore 30 ml. Cod.2020 Bibliografia: – Stomatite cronica del gatto: gestione dei meccanismi infiammatori.
Bonello D. – Aliamidi: razionale d’uso nelle malattie infiammatorie del cavo orale di cani e gatti. Bonello D., Squarzoni P., Miolo A. – Biochimica e farmacologia delle amidi degli acidi grassi: effetti su infiammazione, dolore. Di Marzo V. – La stomatite cronica del gatto. Indicazioni per trattamenti diversi.
Bonello D. – Effetto di un gel mucoadesivo e di detartrasi nella gengivite del cane. Bonello D, Squarzoni P. – Controllo cannabimimetico della degranulazione mastocitaria: nuove prospettive nell’ infiammazio. De Filippis D, D’Amico A, Iuvone T. – Livelli di sostanza P nel plasma e nel fluido gengivale in salute, malattia e dopo terapia.
- Pradeep AR, Raj S, Aruna G, Chowdhry S.
- Linee guida dell’American Animal Hospital Association (AAHA) per la cura dei denti di cani.
- Holmstrom SE, Bellows J, Colmery B, Conway ML, Knutson K, Vitoux J.
- Caratterizzazione delle popolazioni di cellule immunitarie nella mucosa orale di gatti adulti.
- Harley R., Gruffydd-Jones T.J., Day M.J.
– Conoscere e gestire la malattia periodontale. Gorrel E.M.C. – I mastociti nel cavo orale del cane e del gatto: fisiopatologia e vie di modulazione. Bonello D., Miolo A. – Lesioni da riassorbimento odontoclastico nel gatto. Reiter A.M.
In che cosa consiste la pulizia dei denti?
Con cosa si effettua la pulizia dei denti? – La pulizia dei denti viene fatta con strumenti a ultrasuoni che emettono vibrazioni e rompono i frammenti duri del tartaro. Durante la pulizia lo strumento contemporaneamente vibra e spruzza acqua nebulizzata che lava via i detriti e mantiene bassa la temperatura.
Come non far puzzare casa di gatto?
Bicarbonato di sodio – Le lettiere dei gatti in genere vengono tenute pulite in un luogo di servizio della casa. È possibile, però, che col passare del tempo inizino ad emettere cattivi odori. Per eliminare il problema aggiungete due cucchiai di bicarbonato alla sabbia, aiuterà ad assorbire l’odore cattivo.
Che cos’è il gatto Puzzo?
Lu gattu puzzu, nel bestiario popolare delle basse Marche, è un gatto “pazzo”, dispettoso e aggressivo. Sfuggente e imprevedibile, è temuto e additato come colpevole di stragi nei pollai. Con diversi nomi lo si ritrova nelle leggende locali di varie parti della dorsale appenninica centro-meridionale.
Qui, tra i boschi misti delle aree collinari e le faggete montane, vive in effetti uno strano gatto – il Felis silvestris silvestris per la tassonomia scientifica – che sta al gatto domestico come il lupo al cane, come il cinghiale al maiale: è il suo parente selvatico. L’aspetto è tutto sommato simile, anche se ha zampe più slanciate, coda più grossa e folta e il mantello sempre tigrato, grigio giallastro con striature nere.
La differenza la fa però il carattere. Felino selvatico, fortemente schivo, il gatto pazzo è uno degli animali più evasivi del bosco, per niente accomodante, né uso a ingraziarsi coccole. Predilige anzi le zone più impervie e meno frequentate dagli umani.
Predatore solitario e notturno, si nasconde di giorno tra le rocce, nelle cavità degli alberi o in tane abbandonate, per questo è difficilissimo avvistarlo tanto da avergli attribuito la fama di “fantasma dei boschi”, declinata nelle Marche in “fantasma dei Sibillini”, attribuendogli ogni provocazione e nefandezza.
Insomma, un gatto leggendario e indomito, un gatto senza padroni un gatto malamente, che per questo abbiamo scelto di raffigurare nel logo della nostra casa editrice. Il gatto, d’altra parte, è anche uno dei simboli della tradizione sovversiva internazionale,
L’origine del suo utilizzo risale agli Stati Uniti del primo Novecento, disegnato da Ralph Chaplin come icona del sindacalismo radicale dell’Industrial Workers of the World. Schiena inarcata, coda dritta e artigli di fuori, il gatto nero sindacalista è l’esatto opposto del cane difensore dell’ordine e dei padroni: simbolizza autonomia e disobbedienza, richiamando i concetti di azione diretta e sabotaggio.
Si tratta infatti di un gatto sabotatore – conosciuto come sab cat – presentato dal suo disegnatore nell’ultima strofa della poesia The Harvest Song (1913), primo esempio verificabile di ingresso del gatto nell’immaginario sovversivo: «Noi scateneremo il gatto del sabotaggio se non avremo quel che ci spetta!».
Cosa fa venire i vermi ai gatti?
I proprietari di gatti spesso si trovano ad affrontare il problema degli endoparassiti, elminti (o vermi) in particolare. A essere maggiormente colpiti sono i soggetti più giovani che possono infestarsi anche attraverso l’assunzione di latte della madre parassitata.
Dalle ultime statistiche circa un gatto su tre risulta parassitato. Tra gatti che vivono in casa (indoor) e quelli che escono (outdoor), sono questi ultimi a essere più infestati. Ciò è dovuto al fatto che spesso cacciano roditori o uccelli che sono a loro volta ospiti intermedi per il parassita stesso.
Gli elminti che maggiormente parassitano i gatti appartengono a due grossi gruppi: vermi a localizzazione intestinale e vermi a localizzazione non intestinale, Il primo gruppo comprende i vermi tondi (Nematodi) e i vermi piatti (Cestodi). Tra i Nematodi i più diffusi, i vermi intestinali sono gli Ascaridi e i Vermi ad Uncino,
- Entrambi vivono nella mucosa intestinale nutrendosi di cibo digerito e sangue.
- Il Toxocara Cati è l’ Ascaride di più frequente riscontro.
- Il gatto si infesta ingerendo le uova di questo verme presente nell’ambiente contaminato da feci di altri gatti parassitati, assumendo la forma larvale del parassita, oppure direttamente dal latte della madre.
Una volta ingerito dal gattino, il parassita d compie delle migrazioni all’intestino ed arriva al fegato, alla trachea per poi tornare, attraverso l’esofago, nell’intestino dove raggiunge la maturità sessuale e si riproduce.
Qual è il vezzeggiativo di gatto?
Ma qual è il vezzeggiativo di gatto? – Il vezzeggiativo di gatto è ” gattuccio “. Tale nome, così come accade per i vezzeggiativi, denota in modo affettuoso la parola originaria (gatto). Il vezzeggiativo di gatto è gattuccio. Link correlati:
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Che dentifricio usare per i gatti?
Migliori prodotti per l’igiene orale del gatto – In questa sezione dedicata ai prodotti per l’igiene orale del gatto, trovi spazzolini e dentifrici specifici per la cura della bocca del tuo micio. Semplicemente i migliori prodotti per l’igiene orale del gatto! : Prodotti per l’igiene orale del gatto
Come capire se il gatto ha mal di denti?
Igiene dentale del gatto: combattere il mal di denti Vi avevamo già parlato dell’importanza di una corretta igiene dentale per il cane, però ci teniamo a ribadire che anche il gatto necessita di cure specifiche. In particolare si è scoperto che più del 70% dei gatti oltre i tre anni di età soffre di malattie del cavo orale,
- Gengiviti, parodontiti e, in particolare, stomatiti rappresentano infatti la prima diagnosi nella pratica ambulatoriale odontoiatrica, oltre che una delle cause più comuni di forte dolore alla bocca nei soggetti dai quattro mesi ai 17 anni di età.
- Oggi quindi vi spieghiamo i principi di una corretta igiene dentale per combattere il mal di denti del gatto.
Innanzitutto, bisogna ricordare che alcune razze, sono predisposte a problemi dentali, come: Siamesi, Persiani, Abissini, Burmesi e Maine Coon. Come si fa poi a capire che il gatto soffre di mal di denti, o di patologie correlate a una scorretta igiene dentale? I primi sintomi sono alito cattivo, eccessiva salivazione, diffuso arrossamento delle gengive.
- La grave sofferenza alla bocca provoca anche evidenti manifestazioni comportamentali di disagio, come iper-aggressività o forte apatia.
- Prima di arrivare a situazioni potenzialmente gravi, sarebbe meglio portare il micio ad alcuni controlli dal veterinario, in modo da tenere sotto controllo placca e tartaro, che sono due nemici non solo dei denti umani, ma anche di quelli felini.
La placca è una patina su cui “vivono” circa 300 diversi tipi di batteri, capaci di “sfruttare” gli zuccheri di provenienza alimentare per vivere e moltiplicarsi. Quando gli zuccheri vengono fermentati dai batteri liberano sostanze volatili a base di zolfo, e sono queste le responsabili del cattivo odore che esce dalla bocca (alitosi).
La placca comincia ad accumularsi alla base del dente e sul solco gengivale; da lì a poche ore va incontro ad un fenomeno di vera e propria mineralizzazione che la trasforma in tartaro : un concentrato di depositi minerali fortemente adesi ai denti, che si rimuovono solo con la pulizia professionale (detartrasi) e che, grazie alla superficie rugosa, fanno da substrato favorevole all’ulteriore deposizione della placca.
Controlli regolari dal veterinario e pulizie professionali periodiche dei denti sono sicuramente i metodi più sicuri per evitare l’eccessivo accumulo di placca e tartaro, e prevenire l’innesco di fastidiose infiammazioni della bocca. Spazzolare quanto più possibile i denti al proprio gatto resta però la miglior forma di prevenzione possibile.
Come per numerose altre manualità (per esempio, spazzolare il mantello, fare il bagno ecc.) bisogna abituare il gatto fin da cucciolo. Raramente un gatto adulto accetta di farsi spazzolare i denti dall’oggi al domani. Fin da cucciolo bisogna pertanto abituare il piccolo micio a lasciarsi ispezionare e manipolare la bocca e/o a farsi delicatamente strofinare i denti.
Concludiamo con tre consigli per abituare il gatto a farsi spazzolare i denti:
- Garza: per abituare il gatto alla spazzolatura dei denti è utile avvolgere una garza attorno al dito, applicarvi sopra del dentifricio o aromatizzarla con gusti graditi al gatto (es. tonno), e passarla poi delicatamente su denti e gengive.
- Pausa: per far sì che il gatto associ lo spazzolamento dei denti ad un’esperienza positiva, è bene sospenderla nei momenti critici, ad esempio quando il gattino inizia a perdere i denti da latte.
- Detartrasi: come la pulizia dei denti umana è bene farla una o due volte l’anno, e tenerlo come controllo periodico e non come misura d’emergenza.
Come aprire la bocca di un gatto?
Utilizzate il pollice e l’anulare per aprire la bocca del vostro micio, esercitate un po’ di pressione per fare in modo che apra la bocca : non forzate troppo e soprattutto, non fategli assolutamente del male!
Come devono essere le gengive di un gatto sano?
Igiene orale del gatto – L’ alito cattivo del gatto potrebbe essere sintomo di un disturbo digestivo o di un problema renale. Nella maggior parte dei casi, indica la presenza di batteri o placca su denti o gengive, che potrebbero causare carie e malattie gengivali.
- I denti del gatto devono essere di colore bianco, senza tartaro in eccesso, mentre le gengive devono essere di un bel colore rosa (o nero, a seconda della pigmentazione della pelle).
- In presenza di arrossamenti, gonfiore o perdite di sangue, è necessario rivolgersi a uno specialista.
- Chiedi al veterinario o all’assistente del veterinario di mostrarti come lavare i denti al tuo gatto,
Una pulizia regolare, eseguita utilizzando un apposito dentifricio di tipo veterinario e uno spazzolino morbido, consente di mantenere sani i denti e le gengive del tuo gatto.