Come Rimineralizzare I Denti?
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Altri rimineralizzanti dello smalto: – Fluoro / Fosfato di calcio amorfo / Fosfopeptidi di caseina / Vetro bioattivo / Brushite / Fosfato tricalcico / Peptidi sintetici anionici.
Questi elementi chimici (minerali) si trovano in dentifrici o collutori specifici per denti sensibili. Dentifrici con Ph 7.4 sono molto adatti a questo tipo di problema. Una terapia con gel a base di fluoro, (fluoroprofilassi) può ripristinare le zone danneggiate del dente migliorando il problema ed in alcuni casi essere risolutiva. Si possono adottare anche rimedicasalinghi come il risciacqui con acqua e bicarbonato se sitratta di un’erosione iniziale.
Consulta comunque sempre il dentista.
Come si cura la demineralizzazione dei denti?
Cosa fare contro la demineralizzazione dei denti: cure e rimedi – Alla luce di quanto detto, quindi, appare evidente come la migliore arma contro la demineralizzazione dentale sia la prevenzione, basata sulla corretta alimentazione e sulla capacità di,
- Ma se ormai il danno è fatto e si ha un dente demineralizzato (o anche più di uno)? Quali sono le cure possibili? Quali rimedi adottare? La risposta dipende dal grado di gravità della situazione.
- Se la demineralizzazione è allo stato iniziale, si può correre ai ripari utilizzando appositi prodotti per l’igiene orale in grado di nutrire e rafforzare lo smalto, come collutori e dentifrici al fluoro,
Inoltre, in questa fase può essere molto utile una pulizia de denti professionale. Se, invece, la situazione è più grave e si sono già verificati danni irrimediabili, ci si può avvalere di rimedi tipici dell’odontoiatria estetica, che permettono di ripristinare l’aspetto e la funzione dei denti.
Cosa fare se i denti diventano trasparenti?
Cosa fare per i denti trasparenti: soluzioni e rimedi – Come visto, i denti trasparenti possono essere causati da una pluralità di fattori, anche molto diversi tra loro. Altrettanto diversificate, quindi, devono essere le soluzioni adottate, Quando il deterioramento dello smalto dentale è causato dall’alimentazione, ad esempio, la prima cosa da fare è eliminare o limitare notevolmente il consumo di cibi e bevande dannose,
Fondamentale, inoltre, è curare bene, magari utilizzando prodotti specifici che sostengono la mineralizzazione dello smalto (come dentifrici e collutori con fluoro). Nel caso della celiachia, invece, bisogna intervenire su questa malattia per migliorare anche la condizione dei denti. Infine, il è il rimedio principale in caso di bruxismo.
Tutte queste soluzioni, però, intervengono sulle cause del problema impedendo che i denti diventino trasparenti o che la loro situazione si aggravi. Ma cosa fare nel caso in cui il danno sia già fatto e palese. Come far tornare normali denti che già sono trasparenti? Le soluzioni possibili sono tre: incapsulamento, bonding e faccette dentali.
Che sintomi ha la demineralizzazione?
Osteoporosi: diagnosi, prevenzione e cure – La demineralizzazione ossea dovuta all’osteoporosi non causa sintomi o segni particolari, a meno che non sia già a un livello così avanzato da causare fratture. Con il progredire dell’età e, nelle donne, all’arrivo della menopausa, sarebbe bene tenere sotto controllo lo stato dell’apparato scheletrico.
T-score fino a -1: Normale T-score tra -1 e -2,5: Osteopenia (diminuzione densità ossea non seria) T-score minore di -2,5: Osteoporosi
Una vera e propria cura per l’osteoporosi purtroppo non esiste, ma questa patologia può essere tenuta sotto controllo e prevenuta (o quanto meno ritardata) con uno stile di vita sano, basato su:
Attività fisica : condurre una vita attiva è molto importante per la salute delle ossa, per molti motivi. Gli esercizi di carico (in cui il peso corporeo grava sulle ossa, come la camminata, la marcia, il salire le scale ecc.) stimolano il processo di deposizione ossea, aiutando a contrastare l’osteoporosi, e gli esercizi di resistenza, eseguiti con pesetti ed elastici rinforzano i muscoli e li rendono meno rigidi. Può essere sufficiente anche solo camminare (di buon passo, tutti i giorni, o quasi, per almeno 30 minuti) e fare le scale a piedi, Il cammino mette in azione i muscoli (e le ossa) del femore, del bacino, della colonna vertebrale, le sedi più colpite all’osteoporosi. Ad oggi l’attività fisica, moderata, ma costante e regolare, è l’unico vero rimedio contro l’osteoporosi, Corretta alimentazione : è importante assumere cibi ricchi di calcio e vitamina D (tenendo presente che la vitamina D può essere assorbita dal nostro organismo solo grazie all’esposizione al sole), mantenere sotto controllo il peso attraverso un regime dietetico adatto e limitare il consumo di alcool.
Uno stile di vita sano può fare molto, ma nei casi più seri di osteoporosi, il medico potrebbe prescrivere farmaci specifici come i bifosfonati, i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, terapie ormonali estrogeniche sostitutive o gli anticorpi monoclonali. Purtroppo però queste terapie non sono prive di controindicazioni e di effetti collaterali a volte pesanti.
Perché si Demineralizzano i denti?
Cosa fare? – Prevenire la demineralizzazione dei denti Nel caso di demineralizzazione dello smalto bisogna intervenire eliminando il più possibile le cause che ne accelerano il processo:
ridurre il consumo di cibi e alimenti acidi o dolci (gli zuccheri vengono trasformati in acidi) lavare i denti con regolarità dopo i pasti o sciacquare con acqua laddove non fosse possibile masticare chewing gum senza zucchero per favorire la rimozione dei residui alimentari
Inoltre si può intervenire con prodotti a base di fluoro e minerali che vanno a fortificare la superficie dello smalto danneggiato:
dentifrici a base di fluoro e rimineralizzanti trattamenti topici e professionali eseguiti dal dentista.
Come non rovinare lo smalto dei denti?
Protezione dello smalto dentale – Lo smalto dentale è sottoposto a moltissime minacce, come l’invecchiamento, la continua masticazione, una cattiva alimentazione, bevande zuccherate, ma anche alimenti particolarmente acidi. Lo smalto va protetto in particolare da due problematiche molto diffuse: l’erosione e l’abrasione.
Evitare di mangiare tutto il giorno Stimolare la produzione di saliva Consumare latte e latticini, per utilizzare il calcio come barriera dalle aggressioni acide nonché cibi basici per ridurre il pH Non lavarsi subito i denti dopo aver mangiato qualcosa di acido, ma quantomeno sciacquarsi prima la bocca con acqua Seguire una corretta igiene orale con uno spazzolino a setole morbide e un dentifricio non abrasivo (RDA basso) Spazzolare i denti con la tecnica di Bass, dalla gengiva verso il dente senza troppa forza.
Come fermare l erosione dentale?
La cura ai denti consumati – La modifica di alcune abitudini alimentari e l’educazione del paziente a una corretta igiene orale, possono essere una buona forma preventiva per le erosioni dentali. Spazzolare correttamente i denti almeno 3 volte al giorno ed evitare alimenti acidi, bevande gassate, fumo e alcol.
I difetti provocati dall’erosione dentale possono essere risolti efficacemente se si agisce in tempo. Per risolvere definitivamente il problema, la soluzione più adatta sono le faccette dentali, Si tratta di sottilissime lamine in ceramica che vengono applicata sulla superficie esterna dei denti. Restituiscono non solo un bel sorriso ma garantiscono anche risultati duraturi nel tempo.
Se invece la situazione è piuttosto grave, si potrebbe optare per l’inserimento di capsule dentali, La capsula dentale viene utilizzata quando il dente è rovinato ma non da rimuovere. Attraverso la capsula viene salvato recuperando l’aspetto estetico e funzionale.
Quando le ossa diventano di cristallo?
L’osteoporosi è una patologia che colpisce soprattutto le donne: e proprio a loro viene rivolto l’invito di sottoporsi all’esame che controlla la densità delle loro ossa. Ma è in forte aumento anche fra gli uomini che in Italia sono già 1 milione. Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, nei prossimi 25 anni si verificheranno 4 milioni di fratture al femore causate dall’osteoporosi.
- Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande al dott.
- Gianluca Galimberti, fisiatra e caposezione di Riabilitazione Ortopedica di Humanitas.
- Osteoporosi, di che cosa si tratta? “E’ una patologia dell’osso caratterizzata da una progressiva riduzione della massa ossea e una parallela alterazione della microarchitettura del tessuto osseo.
Aumenta la fragilità dello scheletro e di conseguenza il rischio di fratture. Nei primi tre decenni di vita il calcio si accumula nelle ossa, ma già dopo i 30 anni inizia una tendenza di riassorbimento di questo minerale”. Chi colpisce maggiormente? “Una donna su tre soffre di osteoporosi.
- Malattia tipica dell’età avanzata e del periodo post-menopausale, colpisce soprattutto dopo i 60 anni.
- Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di fratture, per questo motivo la prevenzione assume un ruolo davvero importante.
- Le ossa più colpite sono le vertebre, mentre le fratture più drammatiche sono quelle della testa del femore “.
Come si diagnostica? “L’esame che controlla la densità ossea si chiama densitometro ed è in grado di verificare se lo scheletro è solido o se comincia a diventare spugnoso. La diagnosi viene fatta attraverso una serie di esami di laboratorio combinati ad una valutazione mineralometrica.
Questa viene effettuata attraverso diverse metodiche ( TAC, DEXA, US ), ma quella riconosciuta indispensabile per dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per porre la diagnosi e la mineralometria DEXA.” Come si può prevenire? “L’attività fisica ha un ruolo importantissimo nella prevenzione dell’osteoporosi.
Ciò è dovuto al fatto che le sollecitazioni meccaniche dei vari esercizi favoriscono un rimodellamento della struttura delle ossa e quindi un aumento del tenore calcico all’interno delle ossa stesse. Inoltre, l’esercizio fisico tiene in allenamento la forza muscolare consentendo alla persona anziana, di solito sedentaria e debole, di avere un buon controllo motorio diminuendo i rischi di cadute e fratture.
- E’ fondamentale che gli esercizi siano svolti sotto indicazione e controllo medico”.
- Si può combattere a tavola? “Certo, anche attraverso l’alimentazione si può cercare di prevenire questa patologia.
- Si consiglia di assumere alimenti ricchi di calcio,
- Un’ottima abitudine è quella di bere almeno due/tre bicchieri di latte al giorno, mangiare formaggi, meglio quelli freschi come la ricotta che contengono meno colesterolo,
I più ricchi di calcio sono il grana e il pecorino. Sì anche allo yogurt. Si consigliano inoltre cibi ad alto contenuto di vitamina D come il tuorlo d’uovo, il pesce in particolare quello azzurro, ma anche salmone e anguilla. Fanno bene anche legumi e verdure: via libera a fagioli, ceci, cavoli, carciofi, broccoli, cime di rape.
- Importante è bere almeno un litro al giorno di acqua minerale.
- Bisognerebbe anche cercare di evitare alcune verdure come gli spinaci, le barbabietole, gli integratori a base di crusca, i cibi integrali e gli alcolici.
- E’ noto che questi alimenti riducono l’assorbimento del calcio.
- Inoltre vi sono alimenti che aumentano la perdita di calcio, in particolare il sodio, contenuto nel sale da cucina e nei dadi, le proteine e la caffeina,
In ogni caso evitare o almeno cercare di ridurre in maniera sensibile l’assunzione di alcolici, caffè e fumo”. Quali sono le cure più efficaci? “Il trattamento farmacologico ha dato negli ultimi anni buoni risultati con l’uso dei bisfosfonati che riducono il riassorbimento di osso e migliorano la microarchitettura.
2.3 milioni visite +56.000 pazienti PS +3.000 dipendenti 45.000 pazienti ricoverati 780 medici
Cosa causa la decalcificazione delle ossa?
Decalcificazione ossea – La rubrica di Buonissimo Soffri di decalcificazione ossea ? E’ possibile coadiuvare la terapia media con alimenti ricchi di calcio e vitamina C combinati anche in saporite ricette. È uno dei problemi “emergenti” degli ultimi anni,
Le condizioni di vita e il tipo di alimentazione oggi usuali favoriscono la decalcificazione delle ossa; inoltre, le case farmaceutiche hanno sviluppato, su questa patologia, un mercato tra i più ricchi e fiorenti. Il problema si manifesta con impoverimento del calcio presente nelle ossa con conseguente aumento del rischio di fratture e problemi articolari.
Quando la decalcificazione ossea arriva a manifestazioni particolarmente preoccupanti, si parla di osteoporosi. Anche le gestanti e le nutrici, a causa delle aumentate richieste di calcio, del feto prima e del neonato poi, possono accusare problemi di decalcificazione ossea.
Consigli È molto importante, praticando una sufficiente attività fisica all’aria aperta, favorire già dagli anni giovanili la formazione di ossa robuste e ben calcificate. Alimenti indicati
– : integratore universale il cui impiego si rivela utile anche nella prevenzione e nella terapia delle decalcificazioni. – Siero di latte : molto ricco di calcio e di altri minerali. – : ricchissime di minerali, sono uno degli alimenti più forniti di calcio.
- La vitamina C e gli altri acidi organici presenti nel succo favoriscono la deposizione di calcio nelle ossa.
- Acerola : molto diffusa in Brasile e nell’America Centrale, è l’equivalente della ciliegia europea, ed è ricchissima della vitamina C necessaria per la fissazione del calcio nelle ossa.
- Lievito : rifornisce l’organismo di quella pluralità di vitamine e di minerali indispensabili anche al metabolismo del calcio.
– : mette a disposizione dell’organismo, specialmente della donna incinta, una buona quantità di calcio. – : i suoi acidi organici facilitano la migrazione del calcio presente nel sangue alle ossa. Alimenti e abitudini sconsigliate L’abuso di alcol,, sale, il fumo, l’utilizzo di integratori di fibra e di cibi iperproteici favorisce la decalcificazione ossea.
- Altra causa di insorgenza della decalcificazione ossea è costituita dall’immobilità forzata quale può essere l’ingessatura di un arto, e in questo caso esistono terapie specifiche per accelerare la rimineralizzazione ossea.
- Un’alimentazione povera di calcio e di vitamina C, la sedentarietà o il suo opposto, l’eccesso di esercizio fisico possono accelerare la decalcificazione ossea.
Anche l’uso prolungato di alcuni farmaci, come i cortisonici, sono causa della decalcificazione ossea. : Decalcificazione ossea – La rubrica di Buonissimo
A quale PH avviene la demineralizzazione della dentina?
Negli ultimi anni diversi studi hanno portato alla creazione e sviluppo di principi attivi che vengono descritti come in grado di agire sulla superficie demineralizzata del dente fino a ricostruirla, rigenerarla ed aggiustarla. Per essere in grado di restituire minerali allo smalto e alla dentina occorre essere a conoscenza dei processi biologici che disciplinano i processi di remineralizzazione e quali principi attivi possono essere più efficaci rispetto ad altri.
Tra i vari principi attivi quelli con più elevata attività biomimetica sembrano quelli più idonei al raggiungimento di ottimi risultati. Lo smalto, oltre ad essere il tessuto più duro del corpo umano, è il tessuto dentale più esposto all’azione di agenti esterni che possono essere proprio la causa della perdita di tessuti e di minerali.
A causa della perdita di minerali dello smalto si può arrivare all’esposizione della dentina e tali processi degenerativi col passare del tempo possono portare alla perdita dell’elemento dentale. Smalto e dentina sono formati in buona parte da idrossiapatite ( in percentuale superiore nel primo),
concentrazione salivare di calcio e fosfato, esposizione regolare a fonti di fluoro, qualità della saliva, azione più o meno aggressiva dei batteri orali, ph salivare.
L’idrossiapatite dentale si dissolve ad un ph di 5,5 in un processo che viene definito demineralizzazione, Questo grado di ph viene facilmente raggiunto tramite l’azione di batteri cariogeni che producono sostanze acide che vengono liberate nella saliva.
Il risultato di tale processo è la formazione di zone di smalto indebolito e più esposto al rischio di lesione cariose. Vediamo come si presenta questo processo di demineralizzazione Prima fase: le aree sotto attacco acido si mostrano povere di minerali solo a livello microstrutturale, quindi non è visibile a occhio nudo.
In un secondo momento tali lesioni possono divenire più evidenti, prendendo il nome di “white spot” (punti bianchi), Tali lesioni non non presentano cavità ma si presentano come zone piatte ma molto porose e poco mineralizzate. Sotto questo primo strato si possono estendere altri strati con scarsa concentrazione minerale che portano lo strato superficiale a cedere e si viene così a creare una lesione cavitata.
Fondamentale è ricordare la funzione della saliva, infatti essa agisce come tampone naturale : dopo i pasti, in circa 20 minuti, calcio e fosfati in essa contenuti consentono di ristabilire il ph ad un livello di neutralità. L’usura dentale Con tale termine si intende la perdita di tessuti duri dei denti di origine multifattoriale ( non legato alla carie) sia esso di tipo meccanico sia chimico.
Vediamo più da vicino i vari tipi di usura dentale:
Erosione : essa indica una perdita di sostanze minerali legata all’azione di sostanze acide che entrano a contatto con la cavità orale tramite l’alimentazione o connesse alla produzione di succhi gastrici ( come in caso di reflusso),
Abrasione : tale usura è dovuta a fenomeni meccanici. Essa può essere legata a traumi ripetuti ( anche la presenza di un piercing può causarla), da abitudini viziate (es. fumare la pipa) e dallo spazzolamento scorretto dei denti.
Attrito : anch’esso di origine meccanica ma legato a fenomeni occlusali, quali ad esempio bruxismo, serramento o presenza di protesi dentarie abrasive ( come quelle costituite in zirconia) Abfrazione : è una lesione legata alle forze occlusali intense, che sottopongono i denti a pressioni superiori al normale, scaricando tendenzialmente i movimenti flessori nella zona cervicale che può frammentarsi.
Comune a questi tipi di usura è il risultato a cui conducono: perdita progressiva di minerali a danno di smalto e dentina. Rigenerazione A livello dentale la rigenerazione dei tessuti duri del dente dopo la loro eruzione non è più ripetibile. Infatti le cellule addette alla produzione dello smalto scompaiono nel momento in cui si verifica l’eruzione dentaria.
Ad oggi l’ambito della rigenerazione dei tessuti duri dei denti rappresenta una bella sfida per i medici, un campo affascinante in cui si stanno evolvendo diversi approcci e si stanno eseguendo svariate sperimentazioni. Remineralizzazione Può essere definito come un processo che porta ad una deposizione di minerali all’interno di una determinata struttura di cui divengono parte integrante.
Nella nostra bocca questo processo avviene spontaneamente e quotidianamente con l’azione della saliva che stabilizza il livello di ph. Oltre all’azione della saliva occorre però un’ottima igiene orale e un controllo del biofilm batterico, altrimenti il fenomeno della demineralizzazione prenderà il sopravvento.
- In casi di predisposizione e ancor di più in presenza di carie è utile ricorrere ad un approccio terapeutico che produca effetti remineralizzanti.
- Risulta quindi necessario per raggiungere il risultato l’utilizzo di sostanze che interagiscono biochimicamente con le superfici dentarie e che conducano alla formazione di cristalli di idrossiapatite.
Soluzione alternativa alla remineralizzazione è quella della riparazione: processo che vede l’impiego di specifici materiali ( resine composite,vernici resinose) che ripristinano (senza rigenerare) le superfici lesionate dell’elemento dentale. Materiali e metodi rigenerativi Negli ultimi anni il numero di prodotti che mostrano un potere remineralizzante, rigenerante e riparativo è cresciuto notevolmente.
il fluoro,ad esempio, è un elemento indispensabile per la prevenzione della carie dentaria, mentre il suo potere remineralizzante è molto più limitato rispetto ad altri principi. sali di calcio e fosfato, invece, sono più promettenti, agendo da fonti di minerali per i denti. i materiali più indicati per la rigenerazione non solo superficiale dei tessuti duri del dente sono quelli biochimici. Con essi si può ottenere una vera e propria remineralizzazione.
Tuttavia è importantissimo conoscere la biochimica dell’ambiente orale per arrivare ai risultati previsti: se sulle superfici dentarie è presente una strato di biofilm batterico consistente, o peggio ancora del tartaro non si verificherà alcuna reazione remineralizzante ed il trattamento sarà destinato a fallire. Fonte: Dental Cadmos, Febbraio 2018
A cosa è dovuta la demineralizzazione?
La demineralizzazione è la prima fonte di indebolimento dello smalto. E ‘ causata dall’acidità di alimenti e bevande, e molte volte può presentarsi in associazione a microscalfiture della superficie dentaria.