Quando Il Cavallo Mostra I Denti?
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Cavalli: quando la comunicazione diventa corporea I cavalli hanno principalmente due forme di comunicazione: vocale e corporea. Sebbene l’uomo condivida la vita con molti animali domestici, spesso molte caratteristiche della loro intelligenza ed etologia restano sconosciute.
Un buon esempio in tal senso è il linguaggio dei cavalli. Molto più complesso di quanto si pensi e che dimostra la grande intelligenza di questi equini. Infatti l’intero atteggiamento del cavallo può offrire molte informazioni sul suo stato mentale. La comunicazione vocale, meno frequente di quella corporea, è utilizzata ogni qualvolta al cavallo serva farsi sentire a lunga distanza: serve alla fattrice per richiamare il suo puledro, la usa lo stallone per segnalare una cavalla in calore o per stabilire la gerarchia sociale quando incontra un altro stallone,
Un’altra forma di comunicazione verbale è lo sbuffo pesante, accompagnato anche da un irrigidimento corporeo che viene utilizzato sia quando il cavallo incontra qualcosa di sospetto o che crea paura, sia quando incontra per la prima volta un altro cavallo.
Per quanto riguarda la comunicazione corporea, questa dipende dalla parte del corpo utilizzata. L a coda del cavallo è un eccellente strumento di comunicazione. Nel caso di movimenti improvvisi, a prescindere da quelli indotti dalle mosche, può indicare nervosismo e irritazione. Mantenerla bassa o addirittura tra le gambe, come fanno i cani, e invece sinonimo di paura o sottomissione,
La bocca è spesso molto espressiva. La retrazione delle labbra, con il cavallo che mostra denti e gengive, indica una minaccia o che siamo di fronte a un cavallo spaventato. Al contrario, le labbra rilassate e cadenti, indicano pace e serenità. Un cavallo che accetta e collabora nel lavoro ha i muscoli rilassati e i movimenti ampi, mentre se non e` sereno tende ad irrigidire i muscoli, dalla testa alla coda, accorciando i passi e variando anche il modo di respirare che risulterà più corto ed affannato.
Inevitabilmente lavorare un soggetto in queste condizioni è difficile e controproducente, anche perché i cavalli apprendono meglio e più velocemente quando sono attenti e calmi. Una delle forme più importanti di comunicazione dei cavalli è il movimento delle loro orecchie, con le quali riescono ad esprimere una serie di stati d’animo.
Se sono dritte e puntate in avanti generalmente è attento e curioso. Le orecchie rilassate e rivolte un po’ all’esterno sono il segnale che è tranquillo o sta dormendo. Se invece sono girate all’indietro esprimono disapprovazione. Sembrerebbe che i cavalli siano in grado di indicare persino punti di interesse, spostando e orientando questa parte del corpo.
- I numerosi studi sul linguaggio corporeo dei cavalli hanno radicalmente cambiato il modo delle persone di interagire con i propri equini.
- Per moltissimo tempo, si è data importanza solo alla loro postura.
- Oggi invece sappiamo che un cavallo osserva con attenzione lo sguardo degli umani e, di altri animali, controlla il movimento delle orecchie e che se non ha la possibilità di visualizzare occhi e orecchie, non sa decifrare le informazioni comunicate dagli altri simili.
Attualmente si sta sviluppando un vero e proprio vocabolario del linguaggio dei cavalli. Si sta cercando di demolire e ricostruire la complessa struttura comunicativa di questi sorprendenti animali. L’obiettivo è quello di creare un codice che le persone potranno adoperare per “parlare” con i propri cavalli.
Come capire se un cavallo si fida di te?
Prestate attenzione alla posizione della testa e del collo – Anche i movimenti e le posizioni della testa e del collo di un cavallo dicono molto sul suo stato d’animo. Se il vostro cavallo ha la testa e il collo leggermente in giù in vostra presenza, vorrà dire che è felice e ama stare con voi.
Cosa vuol dire se un cavallo sorride?
I cavalli sorridono? Un cavallo che alza il labbro superiore sembra sorridere. Ma in realtà questo gesto significa altro. In effetti, i nostri amici equini lo fanno quando avvertono un odore intenso, non per esprimere contentezza o rilassatezza.
Cosa vuol dire quando un cavallo ti lecca la mano?
Leccare e masticare sono, forse, i comportamenti più fraintesi nell’equitazione. Ma cosa significano veramente per i cavalli? – Il leccare e il masticare è probabilmente uno dei comportamenti più equivoci e fraintesi negli equini. Gli istruttori e i formatori che non hanno conoscenze scientifiche li scambiano per quel momento in cui il cavallo si rilassa o pensa o si concentra su ciò che si sta facendo (e insegnano a riconoscere e sfruttare questi segnali per instaurare una sana relazione).
In realtà il leccare è il masticare sono una sorta di reazioni involontarie attivate dall’attenuazione di una situazione stressante. Spiega questo processo la dott.ssa Sue McDonnell, PhD, comportamentista animale e fondatrice del Equine Behavior Program alla School of Veterinary Medicine dell’Università della Pennsylvania.
Nel suo articolo chiarisce che le azioni di leccare, masticare e talvolta deglutire riflettono semplicemente il passaggio da una risposta del sistema nervoso simpatico alla risposta del sistema nervoso parasimpatico, Quando un animale (o una persona) è rilassato e impegnato in normali attività come mangiare o riposare, il sistema nervoso parasimpatico (la parte del sistema nervoso responsabile di tutte le attività che si verificano quando il corpo è a riposo, comprese l’eccitazione sessuale, la salivazione, la lacrimazione, la minzione, la digestione e la defecazione) è più o meno sotto controllo.
- Quando un animale (o una persona) è minacciato o fortemente stressato, il sistema nervoso passa in modalità di allerta o di attacco o di fuga con il sistema nervoso simpatico (il sistema incaricato di regolare e attivare i riflessi e le reazioni).
- Il dolore, la paura o la confusione possono attivare il sistema simpatico.
Quando ciò che ha attivato il sistema simpatico si risolve, in altre parole quando passa la paura, si riattiva il sistema parasimpatico ovvero si torna alla quiete e al rilassamento. I cavalli mostrano alcuni segni comportamentali osservabili di questo passaggio.
Le azioni di leccare, masticare e talvolta deglutire si verificano proprio quando avviene il passaggio dal sistema simpatico al sistema parasimpatico. Ciò accade perché quando si attiva il sistema simpatico, la salivazione cessa e la bocca e le labbra si asciugano rapidamente. Quando lo stress, il disagio, la paura si attenuano e si ritorna alla calma, ritorna anche la salivazione.
Leccare e masticare è proprio quella semplice risposta involontaria per affrontare la ripresa della salivazione dopo un periodo di secchezza della bocca e delle labbra. Quindi, in un certo senso, lecca e mastica in momento di rilassamento che però è stato preceduto da un forte stress o da un dolore intenso.
Quindi un cavallo che lavora in liberà in un tondino e viene forzato a correre, quando ad un certo punto lo si vedrà fermarsi e quindi masticare e deglutire non è perché ha capito quello che gli sta succedendo o segnala la resa abbassando la testa e leccando le labbra (sottomissione). Molto probabilmente la persona che controlla il suo movimento gli ha concesso una pausa dalle pressioni che esercitava consentendo al cavallo di passare dal sistema simpatico al sistema parasimpatico.
Per usare un termine scientifico, avviene una attenuazione simpatica, una sorta di “sollievo”. Quindi quando durante un lavoro o un qualsiasi momento di gestione quotidiana si vede il cavallo masticare e deglutire ci si dovrebbe chiedere il perché del suo comportamento.
Si dovrebbero analizzare le proprie azioni e il contesto, consapevoli del fatto che il cavallo è solo stato messo in una situazione altamente stressante e il suo leccare e masticare è il segno che passa da un livello alto di stress ad uno un po’ più basso. Un comportamento simile ma al contempo diverso è il cosiddetto snapping,
È un atteggiamento che indica sottomissione e vulnerabilità e il cavallo lo manifesta simulando l’azione di mangiare e di bere con la testa bassa (momento in cui un cavallo è estremamente vulnerabile in quando non può utilizzare a pieno i suoi sensi), e simulando i movimenti di suzione quindi con dei movimenti della mascella.
- Questo comportamento lo esprimono in modo più vistoso i giovanissimi, afferma nel saggio ” I misteri del cavallo ” il dr. Robert M.
- Miller, veterinario, esperto del comportamento equino,allevatore e autore di numerosi libri sul comportamento e l’addestramento di cavalli e muli.
- La loro piccola taglia, spiega Miller, li rende più vulnerabili e loro lo sanno.
I cuccioli di cane il più delle volte si rotolano sulla schiena quando vengono avvicinati; un puledro “masticherà” o “farà schioccare” le labbra quando è avvicinato da un uomo o da un altro cavallo. Proprietari inesperti di cavalli spesso si lamentano del fatto che un puledro tenti di morderli.
In realtà, quando allungano testa e collo e aprono ansiosamente le labbra tentano di dire: “per favore non farmi male. Sono solo un neonato indifeso”. I profani paragonano questo comportamento all’aggressione del cane, a loro più familiare. Le persone tendono a comprendere solo il linguaggio del corpo della propria specie, ma finché non si impara quello delle altre creature, si sarà sempre incapaci di comprendere quello che tentano di dire.
Fonte principale: thehorse.com Impara a leggere e comprendere come pensa un cavallo ” I misteri del cavallo ” di Robert M. Miller è un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Non è solo un libro di etologia! La sua originalità sta nel fatto che tiene conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Disponibile su imisteridelcavalloStore >>> ACQUISTA ON LINE Disponibile presso ElephantsBooks in libreria oppure ACQUISTA ON LINE
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Cosa vuol dire quando il cavallo batte lo zoccolo?
Home / Blog / 10 SEGNALI CHE IL CAVALLO TI DA E CHE DOVRESTI CAPIRE 11 dicembre 2017 8 Commenti Si parla così spesso di chi “sussurra” ai cavalli o usa chissà quali tecniche per entrare in sintonia con loro. Ma prima di voler dare qualche spiegazione mistica al comportamento dei cavalli, nei nostri confronti, dovremmo imparare a riconoscere alcuni segnali di base, con i quali loro cercano di comunicare con noi.
- Bisogna imparare ad ascoltarli e a osservarli attentamente.
- Non solo quando si è in sella, ma anche (e soprattutto) da terra e quando interagiscono con i loro simili.
- Inoltre ogni cavallo ha un proprio carattere, quindi non basta imparare quali sono le caratteristiche istintive degli equidi, ma bisogna comprendere il singolo, la sua indole e come questa cambia e si evolve nel tempo e in circostanze diverse.
Vediamone alcuni: 1. LA CODA CHE SBATTE La funzione primaria della coda è quella di scacciare le mosche, ma se questa è in continuo movimento anche in assenza di mosche o quando queste non rappresentano un problema, bisogna chiedersi il perché. Rappresenta infatti un fastidio provato verso qualcosa, come il cavaliere sulla schiena o un suo intervento troppo brusco.
Quando si monta, bisogna farci caso. Se un aiuto dato viene seguito dalla coda che si muove, poteva essere dato con più delicatezza. Provate a osservare quante volte i cavalli sbattono la coda in campo. E’ sorprendente quanto poco viene captato questo segnale! 2. ORECCHIE INDIETRO Quasi tutti (anche chi non c’entra nulla con i cavallo) sanno che, quando un cavallo ha le orecchie tirate indietro, è meglio stargli alla larga.
Ma ci sono altri motivi per cui un cavallo può girare indietro le orecchie. In quei casi sono rilassate, non appiccicate sul collo e lo sguardo non è minaccioso, ne sono “arricciate” le narici. Per esempio può significare un semplice “ascoltare quel che succede dietro di lui” o “stare attento a quel che gli comunica il cavallo”.
Curiosità, attenzione e interazione. Nulla di negativo, anzi.3. SBATTERE GLI ZOCCOLI PER TERRA/SCALPITARE Tendenzialmente sbattono gli zoccoli per terra se sono annoiati e impazienti, per esempio se sono legati da un po’ e vorrebbero andarsene in box o in paddock. Succede anche se stanno troppo tempo in box, senza possibilità di sfogarsi.
Può, però, significare anche “Attenzione – sto per infastidirmi davvero!” Se per esempio pulisco in un punto delicato o se il cavallo in quel punto sente dolore. Mi viene in mente la disinfezione di una ferita. In quel caso è meglio chiedersi perché si sta comportando così, prima di tirare troppo la corda.
Il passo successivo potrebbe essere un calcio.4. SBATTERE CON LA TESTA Come nel caso della coda, se non ci sono mosche, significa un fastidio grande. Se si sta montando, o il cavaliere sta sbagliando qualcosa, o ci sono stati traumi o esperienze negative in passato. Bisogna cercare di capirne la causa esatta e lavorare in modo mirato per risolvere il problema.5.
DISTOGLIERE LO SGUARDO/L’ATTENZIONE Molti lo prendono sul personale se il cavallo, durante il lavoro, gira la testa guardando altrove. Nessun comportamento del cavallo è mai da prendere sul personale. Non agiscono mai per infastidirci o “farci pagare” qualcosa.
Potrebbe essere che abbia sentito qualcosa dall’esterno, che noi non abbiamo sentito. Il loro udito è molto più fine del nostro. Cercherà di assicurarsi che non sussiste alcun pericolo. Può anche darsi che un movimento dell’incollatura sia causato da un aiuto troppo forte del cavaliere. Bisogna assicurarsi di non essere in tensione o di non forzare nulla.
Con la voce o un piccolo intervento come una mezza fermata, possiamo richiamare l’attenzione a noi.6. FISSARCI DRITTI NEGLI OCCHI Se il cavallo ci fissa e magari viene dritto verso di noi, facendosi grande e grosso e sembrando poco rilassato, è un invito per togliersi di mezzo (la stessa tecnica la possiamo usare anche noi, per far fermare o spostare il cavallo – nell’avvicinamento normale non dovremmo mai fissarli e puntarli diretti – sono comportamenti da cacciatore – il cavallo è un fuggitivo). 7. UN ORECCHIO CON NOI Quando il cavallo, da terra o quando si è in sella, gira spesso un orecchio verso di noi, è un ottimo segno. Significa che ci ascolta e che è concentrato su di noi.8. STARE VICINI, PARALLELAMENTE Stare uno in fianco all’altro, per i cavalli significa quasi sempre amicizia e fiducia.
Se mangiano uno in fianco all’altro, camminano vicini o fanno grooming stando di fronte, ma paralleli, sono sempre in modalità amicizia. Dopo il lavoro è buona abitudine stare ancora per un po’ vicino al proprio cavallo, guardando nella stessa direzione, passeggiando o semplicemente rilassandosi. Questi momenti di relax e riflessione, senza alcuno stress, sono fondamentali per costruire un rapporto saldo, di fiducia e rispetto reciproco.9.
SPOSTARCI CON LA SPALLA Se il cavallo, camminando, o quando lo puliamo, cerca di spostarci, spingendoci via con la spalla, non dovremmo permetterlo. Significa che il cavallo entra liberamente nel nostro spazio. Non c’è rispetto e pensa di essere superiore a noi.
Se infatti ci spostiamo, confermiamo l’inferiorità nella gerarchia. Dobbiamo far capire chiaramente che non esiste che provi a spostarci quando gli pare e come gli pare!!! 10. GIRARSI CON IL DI DIETRO VERSO DI NOI E’ uno dei segnali più allarmanti. Significa, come passo successivo, una gamba alzata o un calcio in nostra direzione.
E’ da capire il motivo per cui un cavallo agisce in questo modo. In assenza di traumi o problematiche passate di qualche genere, non dovrebbe capitare. Solitamente i cavalli sono animali amichevoli, non scontrosi. Mi è capitato un cavallo che dal nulla tirava via la longhina all’improvviso, girandosi per calciarmi.
- Non lo aveva mai fatto prima.
- Sembrava inspiegabile.
- Più tardi abbiamo scoperto che aveva un ascesso nella parte laterale della bocca e che l’anello della carezza, quando era in tiro con la longhina, provocava un dolore e quindi una reazione scontrosa.
- Non era cattiveria, ma un segnale per qualche altro problema.
Per oggi basta così direi per fortuna dovevano essere piccoli post 😅 Buona serata a tutti!
Cosa non fare con un cavallo?
Regole per destreggiarsi con i cavalli in tutta sicurezza – Ecco alcuni consigli per ridurre il più possibile il pericolo di far innervosire il cavallo e correre il rischio di ferirsi.
Attira l’attenzione su di te Quando ti avvicini a un cavallo, dovresti sempre attirare prima la sua attenzione. Inoltre, avvicinati sempre all’animale di fronte, di modo che possa vederti bene. Movimenti tranquilli Rimani sempre tranquillo e calmo. Evita tutti i tipi di movimenti improvvisi e rumori forti, che potrebbero far innervosire il cavallo. Non stare mai dietro a un cavallo Ad esempio, quando gli tocchi la coda per prendertene cura, tirala delicatamente verso di te. L’importante è mettersi dove il cavallo possa vederti e mai dietro di lui. Il posto più sicuro è accanto a un cavallo Il posto più sicuro dove mettersi è vicino alla spalla del cavallo, dove ci può vedere. In alternativa, puoi metterti ad almeno 10 metri di distanza, a meno che non ti stia prendendo cura di lui o stia svolgendo altre attività. Scegli le giuste scarpe Indossa sempre scarpe o stivali robusti quando sei vicino ai cavalli, preferibilmente con una punta rinforzata. In questo modo, se un cavallo ti calpesta, i tuoi piedi saranno sempre protetti. Non indossare MAI sandali, infradito, scarpe da ginnastica in tela o altre calzature leggere vicino a un equino. Non inginocchiarti o accovacciarti Quando pulisci gli zoccoli di un cavallo o gli stai mettendo delle bande sulle gambe, non accovacciarti o inginocchiarti. Piegati in avanti in modo da poterti spostare rapidamente quando il cavallo si muove. Non dimenticarti di legarlo Se accarezzi il tuo cavallo, gli stai mettendo la sella o pulisci la scuderia, legalo. Un cavallo che può vagare liberamente può provocare molto disordine. Non lasciare incustodito un cavallo legato. Se stai pulendo la stalla, è molto più sicuro portarlo altrove. Usa un nodo a sgancio rapido o un attacco anti-panico in modo che il tuo equino possa essere rilasciato rapidamente se si spaventa e inizia a tirare. La sensazione di costrizione può innervosire e spaventare l’animale abbastanza da farlo agitare molto, il che può tradursi in un pericolo per te e per il cavallo stesso. Conduci il cavallo in sicurezza Il modo più sicuro di condurre un cavallo è con una cavezza e una lunghina. Non infilare le dita nelle cinghie della cavezza, negli anelli o nel morso. Se il cavallo fugge, le dita potrebbero ferirsi e potresti farti molto male alla mano. Non avvolgere mai nulla intorno a mani Non avvolgere mai corde, corde per l’affondo o redini attorno alle mani o ad altre parti del corpo. Se il tuo cavallo fugge, potresti essere trascinato via con lui. Non legarti mai a un cavallo in alcun modo. Dai correttamente le ricompense È meglio somministrare i premi con un secchio o un contenitore apposito. I cavalli possono essere animali molto voraci e il tuo potrebbe scambiare le dita per delle carote. Attenzione alle porte Quando passi attraverso una porta, assicurati che sia spalancata in modo che il cavallo non la colpisca. Potrebbe infatti accadere che l’animale, colpendo l’uscio, faccia molto rumore e si spaventi. Se la porta è stretta, passa per primo, lascia che il cavallo aspetti e poi lascialo andare dopo di te mentre gli sei accanto.
Ed ecco qui! Seguire questi piccoli accorgimenti ti permetteranno di stare vicino al tuo cavallo e goderti delle piacevoli giornate in sua compagnia. : 11 regole per stare con il tuo cavallo – Rivista – EquusVitalis Shop Online
Cosa dà fastidio a un cavallo?
Con la primavera e l’estate andiamo incontro al periodo più difficile per i cavalli perché in posti circondati dal verde, come può essere il nostro, oltre a dover combattere con il caldo estivo, si trovano ad essere preda di svariati insetti, che non gli danno pace.
Soprattutto i nostri cavalli sportivi, nati e cresciuti nella bambagia e accuditi in scuderia, quando si ritrovano a dover combattere con moscerini, mosche e, quando inizia il caldo afoso, anche con i tafani, possono andare incontro ad enormi problemi. E allora che fare? Sicuramente non bisogna farsi prendere dal panico e rinchiudere i cavalli nei box tutto il giorno, ma si deve trovare il sistema per proteggerli dagli insetti, sia dentro la scuderia che soprattutto all’esterno.
Vi ho parlato anche di interno, perché a differenza di quello che si può credere, in alcuni periodi dell’anno, quando ancora non fa tanto caldo, mosche e moscerini possono trovarsi addirittura meglio all’interno della scuderia e, in quel caso, diventa importante proteggere il cavallo anche quando è nel box.
La località in cui ci si trova e le condizioni atmosferiche: soprattutto caldo e umidità I diversi orari della giornata: di notte e quando è nuvoloso la situazione per i cavalli è migliore
Qui in clinica già da marzo ci troviamo costretti a proteggere i cavalli dai moscerini (che ormai vivono addirittura fino a Novembre inoltrato), con maschere che coprono sia occhi che orecchie, I moscerini, anche se non hanno potenti pungiglioni e alla fine non fanno grandi danni ai cavalli, sono per loro comunque fastidiosissimi perché si infilano nelle orecchie e negli occhi senza dargli tregua.
Non hanno bisogno di temperature molto alte per vivere, per questo sopravvivono anche in autunno quando noi abbiamo già bisogno di golf e giacche pesanti. Per altro, quando gli inverni sono miti, in primavera sono più allegri e rigogliosi di sempre. Noi qui li odiamo davvero perché nei periodi in cui i cavalli starebbero benissimo al paddock, perché le temperature sono molto gradevoli e c’è tanta erba da mangiare, loro arrivano e ci rovinano la festa.
Ma ormai ci siamo attrezzati e sappiamo come proteggere al meglio i nostri cavalli. Non bisogna mai, infatti, dimenticarsi di metterli fuori con maschere di rete che coprano, appunto, orecchie e occhi, Anche se gli occhi sono umidi e attraggono tantissimi insetti, la cosa più importante in realtà è coprire le orecchie perché i cavalli diventano matti quando sentono gli insetti che gli ronzano intorno, perciò non comprate maschere che coprono solo gli occhi (in commercio ce ne sono diverse), perché in realtà non servono a molto.
- Quando devono proteggersi dagli insetti i cavalli continuano a sbattere la testa e corrono in maniera stupida, rischiando di perdere i ferri e di farsi inutilmente del male.
- Per altro, tralasciano di mangiare e non si godono minimamente il meritato tempo libero al paddock.
- Quando poi arriva il periodo più caldo, dove oltre ai fastidiosi ma innocui moscerini si aggiungono tafani e zanzare, una maschera per gli insetti può non essere sufficiente e, se si vuole dare qualche ora di libertà ai cavalli in sicurezza, bisogna alzarsi presto al mattino per metterli fuori nelle prime ore della giornata, addirittura prima delle sette.
Da noi, in piena estate, la giornata ” tipo ” dei cavalli ricoverati viene un po’ stravolta, perché invece di concentrare le terapie al mattino presto, come facciamo abitualmente durante il resto dell’anno, cerchiamo di mettere i cavalli al paddock prima delle sei e mezza per poi fare le terapie all’interno della scuderia al loro rientro, dopo le 11 del mattino.
- In questo modo sono tranquilla che tutti riescono ad avere qualche ora di tempo libero al paddock e che, quando arriva il momento di rientrare, sono contenti perché comincia a far caldo e gli insetti iniziano a risvegliarsi.
- È chiaro che la situazione ” caldo + insetti ” può cambiare a secondo della località in cui ci si trova, ma è sempre bene considerare che alla sera, generalmente, il problema più serio è dato dalle zanzare, ma tafani e moscerini “vanno a dormire”.
Finché non sorge il sole ed inizia a far caldo, la situazione per i cavalli è in genere più tranquilla. Se i cavalli adulti hanno bisogno della maschera, i puledri ne hanno bisogno anche di più, perché se devono trascorrere la giornata attaccati alla coda della mamma per farsi scacciare gli insetti, non riescono a muoversi e ad alimentarsi adeguatamente, rischiando di avere un periodo in cui non crescono quanto dovrebbero.
Se avete la necessità di creare un paddock sicuro dove lasciare i cavalli di notte potete “recintarlo” anche voi con della rete, in modo da essere sicuri che durante la notte non ci sia modo che i cavalli si allontanino. Anche di notte però mettiamo le maschere protettive sia alle fattrici che ai puledri, perché attraverso la maschera vedono comunque bene e hanno una protezione in più contro le zanzare, che di notte possono comunque infastidirli.
- Negli anni ho visto molti allevamenti in cui fattrici e puledri erano fuori al paddock 24 ore al giorno senza uno straccio di maschera di protezione, e quando cercavo di capirne il motivo mi sono sentita spesso dire che i cavalli in natura non portano maschere.
- Questo non è del tutto sbagliato, anzi, sono 5 milioni di anni che non le portano, ma anche noi umani non abbiamo avuto le scarpe per non so quanti anni, ma appena le abbiamo scoperte non le abbiamo più lasciate.
Il progresso deve esistere anche per loro Non amo questi discorsi, perché spesso vengono fatti da persone che non hanno la volontà di vedere quanto possa essere fastidioso e debilitante per un cavallo vivere costantemente con una valanga di insetti che lo assalgono durante tutta la giornata. Non sono abituati e già fanno fatica ad adattarsi a vivere al paddock (cosa naturale, ma per loro abbastanza ignota), figuriamoci se, oltre a quello, vengono lasciati senza alcuna protezione dall’attacco di moscerini (per almeno 5 mesi l’anno), zanzare e tafani (spesso grossi come monete da 2 euro).
I nostri cavalli sportivi, sono stati allevati e selezionati per fare sport e dunque hanno perso quella rusticità che gli permetterebbe di affrontare qualsiasi condizione, anche le più avverse. Vi ricordo, comunque, che recenti studi hanno evidenziato come i cavalli che nascono e crescono bradi in natura, difficilmente superino gli 8 anni di età e che i nostri cavalli, spesso, arrivano anche a 30 anni e più.
Questo grazie alle cure e alle attenzioni che gli rivolgiamo, anche in condizioni come quelle che abbiamo visto. Sono sempre stata dell’idea che l’inverno è comunque per loro la stagione migliore ma, purtroppo, dobbiamo adattarci anche all’estate, escogitando tutti i sistemi per fargli patire il meno possibile il disagio legato al caldo e agli insetti, Dato che in certe ore della giornata, nei periodi più caldi, anche in scuderia spesso sono infastiditi da moscerini e zanzare, io mi sono attrezzata anche con maschere di cotone che coprono solo le orecchie, lasciando liberi gli occhi. Il cotone con cui sono fatte le nostre maschere è resistente, non li infastidisce e soprattutto non li fa sudare.
In questo modo garantisco loro una doppia protezione, all’esterno con maschere di rete e spray repellenti (scelgo sempre quelli naturali), e all’interno con le mie amate maschere di cotone che periodicamente mettiamo in lavatrice per averle sempre in ordine. E chiaro che tutto questo richiede magari uno sforzo in più durante la giornata, soprattutto per chi ha scuderie con molti cavalli, ma le maschere di cotone possono star su anche tutto il giorno e se dovesse servire anche alla notte.
Vi raccomando di non lasciare mai un cavallo con la maschera che copre occhi e orecchie per più giorni consecutivi, senza verificare che gli occhi soprattutto, ma anche orecchie e naso non abbiano subito qualche incidente nel frattempo. Se devo lasciare qualche fattrice sempre a paddock guardo sotto alla maschera tutti i giorni, sbirciando dalla parte del naso.
Anni fa un mio cliente fece l’errore di lasciare su sempre la maschera ad una sua fattrice e quando la tolse, addirittura a fine stagione, si accorse che la cavalla aveva subito un brutto trauma all’occhio e che ormai era troppo tardi per intervenire. La cavalla purtroppo perse l’occhio e da allora avverto sempre tutti di stare molto attenti.
Dunque, proteggere i cavalli dagli insetti con maschere protettive ed eventualmente spray repellenti ci aiuta ad evitargli inutili stress grazie a questi benefici:
Possono, anche in estate, andare al paddock qualche ora nel corso della giornata.Nelle ore più calde all’interno della scuderia sono tranquilli perché non sono infastiditi da moscerini e zanzare,Nelle ore notturne patiscono meno le zanzare e quindi riposano meglio.Sono più sereni, meno stressati e lavorano meglio.
Le maschere di rete che utilizziamo all’esterno, quelle che coprono occhi e orecchie, si possono comprare ovunque su internet e in tutte le sellerie, e ce ne sono di tutti i prezzi. Il prezzo spesso è più alto per le maschere più resistenti, quelle più economiche magari non reggono più di una stagione.
Cosa fa il cavallo quando è felice?
Posto che gli animali sono esseri senzienti, capaci di sentimenti, con bisogni in proprio, sarebbe interessante che il proprietario di un cavallo avesse a cuore la felicità del proprio beniamino e imparasse a leggerla e a provocarla. Un cavallo felice si può esprimere alzando la testa, curvando il labbro superiore, mostrando l’arcata dei denti superiori, esprimendo vocalizzi gioiosi, annuendo con la testa, innalzando la coda e iniziando un trotto giocoso e vivace.
Come ti vedono i cavalli?
I cavalli hanno una visione sia binoculare che monoculare, quest‘ultima gli consente una visione molto ampia di circa 160°/170° per occhio, ma non consente di valutare la profondità e quindi le distanze. Il cavallo usando la vista monoculare ha una visione panoramica con la quale può vedere su entrambi i lati, ma non davanti a sé, mentre con quella binoculare può vedere davanti a sé, ma ha una visuale molto stretta. re del cavallo è il più grande di tutti i mammiferi, quasi il doppio di quello dell’elefante e più grande anche di quello della balena, ciò gli consente senza girare la testa una visuale di circa 350° e di avere una buona visione notturna. A differenza dell’uomo l’occhio del cavallo ci impiega più tempo ad adattarsi nel momento in cui si passa da una zona di luce ad una di buio.
L’acutezza visiva, ossia la capacità di vedere i minimi dettagli, è inferiore a quella dell’uomo, ma in compenso ha una spiccata sensibilità al movimento con circa 20-25 immagini al secondo, mentre l’uomo ne ha circa 15-18, per questo motivo il cavallo reagisce più velocemente ad un movimento improvviso.
Il numero inferiore di coni nell’occhio del cavallo permettono una visione dicromatica, che gli consente di vedere solo alcuni colori come il rosso, il blu, il giallo, l’arancione, ma probabilmente non distingue l’azzurro e il viola. Tratto dal manuale “L’EQUITAZIONE E I SUOI SEGRETI” di Piero Acquaro
Dove non accarezzare il cavallo?
Come Avvicinarsi ad un cavallo
»White Wolf« |
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Prudenza: COMUNICARE CON IL CAVALLO: Fonte:
Se ha paura, se vuole raggiungere i suoi compagni o l’erba fresca, se lo punge un insetto, o se viene disturbato, il pony può partire al galoppo o tirare calci.Quando ti avvicini a un pony, devi parlargli con dolcezza per non spaventarloNon arrotolare mai la corda intorno alla mano: se il pony partisse al galoppo, potrebbe trascinarti con sé.E’ molto importante mantenere la giusta distanza dagli altri pony: i pony possono tirare calci!Alcuni uomini comunicano con il cavallo per mezzo dell’odore che emanano.Le persone agitate o aggressive, emettono un odore che rivela al cavallo il loro stato comportamentale, di conseguenza l’animale si fa apprensivo o aggressivo a seconda del suo carattere.I cavalli comunicano anche con la voce: grida acute e borbottii sono di solito avvisi di eccitamento o aggressività.Sbuffano quando qualcosa che stanno annusando la reputano pericolosa o particolarmente interessante.Nitriscono quando due compagni vengono divisi oppure quando sono molto eccitati, e a volte per richiamare l’attenzione dell’uomo se il loro cibo è in ritardo.La mamma può emettere dei suoni sommessi per rassicurare il puledro.I cavalli comunicano anche attraverso il senso del gusto e del tatto. Gli uomini possono stabilire un rapporto di comunicazione e farsi conoscere accarezzando il muso e dandogli delle pacchette affettuose.Governare il cavallo è un’altro modo per comunicare e stabilire un ulteriore contatto.
Come Avvicinarsi ad un cavallo
Che significa quando il cavallo fa su e giù con la testa?
Perché punire il cavallo, allora? Se il cavallo agita la testa, la scuote ribellandosi, sta comunicando il suo disagio e dolore.
Cosa significa quando il cavallo alza la coda?
Il cavallo che agita la coda freneticamente manifesta questo comportamento per difesa naturale o per segnalare un problema fisico o un disagio. – Il cavallo agita la coda freneticamente? Anche con la sella? Prima di pensare al problema comportamentale è bene capire il perché del comportamento.
Innanzitutto, il muovere eccessivamente la coda è l’azione che di solito descrive il tentativo di scacciare le irritanti mosche, ma può derivare da un’irritazione dei posteriori, dell’area anale, dei fianchi o della coda stessa, del fodero nei maschi o delle mammelle nelle cavalle. Le cavalle che non sono in calore possono muovere la coda vicino a uno stallone.
In altre cavalle, può essere un segno di calore e ricettività. In alcuni casi, può essere un preludio al calcio o un segno di dolore addominale (colica). L’agitazione della coda è anche un comportamento che i cavalli eseguono sotto la sella. Da molti giudici è considerato un difetto in molte competizioni di alto livello perché si pensa che indichi disagio generale e stress.
È comune nei cavalli che manifestano zoppia o che soffrono di altri dolori. Questo comportamento può anche essere semplicemente un tentativo di resistere alle richieste del cavaliere. In quest’ultimo caso devi prestare attenzione a ogni tua azione, in modo da capire quale fa agitare la coda. La sua irritazione potrebbe essere dovuta a una delle tre cose: o sei stato inappropriato nel modo in cui gli hai chiesto (troppo brusco), o semplicemente non era pronto a ricevere il segnale perché la sua mente era da qualche altra parte (distratto), o in realtà non capisce il significato della tua richiesta,
Se la tua richiesta è stata troppo brusca, devi lavorare sulla pazienza, Non avere tanta fretta. Non serve a nulla una risposta immediata se poi il cavallo deve irrigidire il proprio corpo, perché in questo caso sta reagendo al segnale, non sta rispondendo.
- Se il cavallo è distratto, anche qui la parola chiave è “pazienza”.
- Non serve usare più forte le gambe o aumentare la velocità di ogni azione per riportarlo all’attenzione.
- Piuttosto, è più utile tornare a esercizi e movimenti che esegue facilmente e con fluidità finché non torna a concentrasi sul cavaliere.
Attenzione però a non scambiare la naturale curiosità del cavallo con la distrazione. Se il cavallo non capisce la tua richiesta : la pazienza è di nuovo la chiave, ma anche “tempo” e “coerenza”. Non si può praticare un giorno un metodo e fare qualcosa di diverso il giorno dopo.
Inoltre è fondamentale riconoscere e gratificare ogni sforzo compiuto dal cavallo anche se agita la coda. Quindi gratificarlo con una pausa e chiedere di nuovo la stessa risposta fino a quando non la si ottiene nella giusta direzione e senza reazioni negative. A questo punto, scendere dalla sella sarà per lui il premio più grande.
Quindi ricomincia da capo il giorno seguente. Giorno dopo giorno noterai notevoli miglioramenti nella comprensione e nell’atteggiamento del tuo cavallo. Per comprendere il cavallo ” I misteri del cavallo ” di Robert M. Miller è un libro che spiega ogni azione e reazione del cavallo da un punto di vista etologico, psicologico e comportamentale. Non è solo un libro di etologia! La sua originalità sta nel fatto che tiene conto anche del comportamento dell’uomo e della sua psicologia. Disponibile su imisteridelcavalloStore >>> ACQUISTA ON LINE Disponibile presso ElephantsBooks in libreria oppure ACQUISTA ON LINE
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Come punire il cavallo?
Cosa fare se il cavallo mette in atto un comportamento scorretto? – Fruste, frustini, corde e catene non sono una risposta. Tali mezzi non possono risolvere un problema comportamentale. I mezzi punitivi di solito suscitano una risposta di fuga. Anzi, possono essere causa dei più svariati traumi.
- Questi ultimi potrebbero rimanere impressi nella mente dell’animale per sempre.
- Se proprio si deve “punire” un cavallo la punizione più immediata è, ancora una volta, la voce.
- Il tono di voce, da pacato e dolce, deve diventare più aspro e incisivo.
- Ma si dovrà essere molto sensibili ed esperti.
- È fondamentale raggiungere sempre l’obiettivo prefissato.
Si dovrà imparare ad agire senza strafare. Una punizione esagerata aumenterà la paura del cavallo. Farà correre il rischio che il cavallo, anziché riconoscere un’autorità da rispettare, finisca per vedere il suo cavaliere come un nemico capace di violenza cieca.
Quando un cavallo si arrabbia?
Il cavallo è arrabbiato? Ecco 10 segnali da non sottovalutare #focus Capire il linguaggio del corpo dei cavalli è essenziale se vogliamo stare sereni e al sicuro con loro. Sapere quando un cavallo è arrabbiato aiuta ad evitare e ad arginare conflitti e situazioni pericolose.
I principali segni di un cavallo arrabbiato sono: orecchie appiattite, denti visibili, il sollevamento di un posteriore, sommati alla tensione generale in tutto il corpo. Se si individuasse un cavallo non conosciuto che mostra questi comportamenti espliciti, bisognerebbe non avvicinarsi e farsi aiutare da una persona esperta.
Per essere certi che un cavallo è arrabbiato, è necessario osservare l’intero corpo dell’animale e valutare l’insieme di tutti i suoi atteggiamenti, così come l’ambiente in cui si trova, per ottenere un quadro completo. Ecco 10 segnali utilissimi, da non sottovalutare:
Il cavallo mostra i denti : ci sono molte situazioni in cui i cavalli potrebbero mostrare i denti. Esempi sono lo sbadiglio o, in cui i cavalli arricciano il labbro superiore per captare meglio un odore non noto in precedenza, per l’analisi. Gli stalloni spesso eseguono questo comportamento quando sono in prossimità delle femmine. Sebbene nessuno di questi comportamenti sia in sé e per sé minaccioso, quando i cavalli scoprono i denti mentre alzano gli occhi e appiattiscono le orecchie, potrebbero invece essere arrabbiati. Questa è la fase in cui un cavallo è pronto a reagire, ed è una buona idea mantenere subito una certa distanza Se maneggiati e rincuorati adeguatamente, non molti cavalli raggiungeranno l’alto livello di rabbia. Tuttavia, quando un cavallo arrabbiato mostra i denti, è molto probabile che arrivi un morso uomo avvisato, mezzo salvato!
esempio della possibilità di rotazione delle orecchie del cavallo
Le orecchie indietro : le orecchie di un cavallo hanno un’enorme libertà di movimento e possono ruotare fino a 180 gradi:, Ciò consente ai cavalli di rilevare la fonte di un suono in modo più accurato e di ricevere più informazioni. Quando ascoltano un suono proveniente dalle loro spalle, i cavalli portano le orecchie all’indietro. Questo può spesso essere scambiato per un segno di rabbia, tuttavia, uno dei segni più evidenti di rabbia nei cavalli sono le orecchie appiattite contro il collo quando osservano qualcosa che sta di fronte / a lato. Questo segno viene spesso visualizzato insieme a un’espressione del viso tesa e ai denti scoperti; nel qual caso la cosa migliore da fare è stare alla larga. Quando vediamo un cavallo che appiattisce le orecchie, dobbiamo infatti fare attenzione! Va detto anche che potrebbe farlo per esprimere disagio o dolore, quindi va controllato come si muove e le varie parti del corpo per assicurarsi che tutto sia a posto. Espressione facciale tesa : le espressioni facciali dei cavalli sono complesse quanto quelle di noi umani. Gli scienziati hanno scoperto che svolgono un ruolo fondamentale nel modo in cui i cavalli comunicano tra loro e con gli esseri umani. Analogamente agli umani, l’umore di un cavallo è praticamente iscritto sul suo viso. Quando i muscoli sono rilassati e non ci sono rughe intorno agli occhi e al muso, il cavallo è tranquillo e rilassato. Tuttavia, quando è vero il contrario, c’è un’alta probabilità che il cavallo possa essere arrabbiato o dolorante. Dopo un po’ di pratica, leggere l’umore di un cavallo verrà naturale e migliorerà notevolmente il rapporto con l’animale. Rampare : Rampare o raspare il terreno il più delle volte indica noia ed impazienza nei cavalli. Ad esempio, se si lascia un cavallo legato a lungo senza cibo o compagnia, inizierà presto a rampare e battere per attirare l’attenzione. Attenzione però: durante la stagione estiva, i cavalli potrebbero anche fare così quando cercano di sbarazzarsi di un insetto tra le loro gambe. Parimenti, non è raro vedere cavalli che rampano giocando scherzosamente in acqua o quando scoprono un nuovo oggetto. Tuttavia, quando eseguono questo comportamento di fronte ad un altro cavallo o ad un uomo, è possibile che vi sia un conflitto. In questo caso, il cavallo minaccia di caricare. Se lo fa nel suo box, questo può essere un segno di stress o noia. I cavalli si annoiano se vengono tenuti tutto il giorno chiusi in scuderia e questo atteggiamento potrebbe essere un chiaro segno per comunicare che hanno voglia di uscire. Muovere la coda : lo scopo della coda del cavallo è principalmente quello di scacciare mosche e altri insetti dal proprio corpo. Vedremo spesso il cavallo agitare la coda nei mesi estivi quando ci sono molti insetti in giro. Tuttavia, esclusi gli insetti, il movimento della coda può indicare frustrazione, stress o rabbia. In branco, questo segnale fa sapere agli altri cavalli che hanno oltrepassato il limite, ergo potrebbero essere presi a calci se non si tengono alla larga. Portate attenzione, quindi, se al vostro avvicinamento il cavallo muove ripetutamente la coda, fissandovi. Girarsi per mostrare la groppa : Una delle prime cose che viene insegnata ad ogni principiante è non avvicinarsi mai al fondoschiena del cavallo. Questo perché lì proprio non vedono, è il punto cieco della loro visuale; ergo non vedervi, potrebbe farli calciare istintivamente. Tuttavia, se un cavallo autonomamente si gira e mostra la groppa, significa che a) non vuole avere a che fare con voi b) minaccia di calciare. Quando ciò accade, si hanno due opzioni: tornare di fronte al cavallo il prima possibile, oppure rimproverare il cavallo per essere irrispettoso e allontanare la sua groppa. Sollevare un posteriore : Questo segno non deve essere confuso con il cavallo che riposa in posizione stanziale, ossia quando solleva da terra, poggiando la quarta gamba mentre si rilassa al lavaggio o fa un pisolino. Uno speciale apparato anatomico che blocca il ginocchio e il garretto in posizione consente ai cavalli di stare in piedi su tre gambe per lunghi periodi di tempo; risparmiarne un posteriore, magari alternato all’altro, serve a risparmiare energia. Tuttavia, quando il sollevamento di un posteriore è accompagnato da una postura del corpo tesa, orecchie appiattite e testa sollevata, è molto probabile che il cavallo sia veramente infastidito o arrabbiato. Questo comportamento potrebbe o non potrebbe essere preceduto dalla rotazione dei quarti posteriori, se libero. Ad ogni modo, sollevare un posteriore in questo scenario è l’equivalente di una minaccia immediata: “stai per ricevere un calcio, allontanati”. Una prima cosa molto saggia da fare quando un cavallo sta minacciando di calciare è dirigere la sua attenzione verso qualcos’altro. Vedere il bianco negli occhi : Ci sono diversi motivi per cui potresti vedere il bianco negli occhi del tuo cavallo. Alcune razze hanno questa caratteristica per impostazione predefinita, come l’Appaloosa. Ma, in generale, i cavalli mostrano questo segno quando sono spaventati, arrabbiati o stressati, accompagnati da una postura elevata della testa e del collo. Quando il cavallo alza gli occhi al cielo, la pelle circostante si stringe, il che fa apparire il bianco. Se notiamo anche che il cavallo appiattisce le orecchie, agita la coda e si irrigidisce, ci sono buone probabilità che possa essere arrabbiato, e dovremmo essere cauti. Posizione del corpo tesa : Un segno di rabbia nei cavalli, sebbene considerato da solo sia piuttosto generico, è una postura del corpo tesa, contratta. In questo stato, facilmente si noterà anche che il cavallo tiene la testa e il collo alti, agita la coda e si muove con tutti i muscoli tesi. Sebbene la tensione nel corpo possa indicare stress, disagio o malattia, nel giusto contesto può anche significare che il cavallo è arrabbiato. Una postura del corpo tesa accompagna quasi sempre altri segni di rabbia nei cavalli. Come accennato poco sopra, un cavallo tranquillo e rilassato assumerà una postura rilassata, e tale apparirà, anche agli occhi dei neofiti. Non si dimentichi tuttavia che manifestazioni di rabbia nei cavalli possono derivare da disagio o dolore sopportato a lungo. Se il cavallo appare ripetutamente arrabbiato in determinate situazioni, ad esempio mentre montiamo, proviamo prima a trovare la causa del problema. In questa fase, un veterinario, un dentista o altri professionisti equini possono indubbiamente essere una grande risorsa. Labbra serrate : a riposo, il muso di un cavallo appare generalmente “morbido” e rilassato. Potremmo anche vedere il labbro inferiore pendere liberamente con gli occhi semichiusi. Quando un cavallo stringe le labbra e allarga le narici, è molto probabilmente stressato, arrabbiato o dolorante. Un labbro increspato può essere anche segno precoce di un cavallo che sta pianificando di mordere. È uno dei segni più sottili di rabbia nei cavalli, quindi si dovrà fare attenzione ad altri segnali connessi, che appariranno di lì a poco: un’espressione facciale tesa, respiro pesante, orecchie appiattite o postura del corpo tesa.
(06 maggio 2021) © O.Belloli – riproduzione riservata; foto di copertina: © EqIn : Il cavallo è arrabbiato? Ecco 10 segnali da non sottovalutare
Cosa significa quando un cavallo alza la zampa?
Quando il cavallo ha due zampe sollevate da terra, il nostro cavaliere è morto combattendo.
Cosa gli piace al cavallo?
Carote e dolcetti ai cavalli? Certo, ma con moderazione 10 aprile 2019 #focus Alzi la mano chi non rimpinza di delizie extra il proprio cavallo! E tutti gli equidi, ma proprio tutti, sono felicissimi di divorare quel che gli si offre, e ne vogliono sempre di più.
- Carote a parte, in tutte le scuderie ognuno ha un’idea diversa, tuttavia, su che tipo di leccornie siano le migliori, quali dovrebbero essere evitate, e come e quando dare questi extra.
- Qual è la migliore risposta? Che cosa dare, come e quanto : I cavalli sono programmati per mangiare piccole quantità di cibo in modo continuo, quindi il tuo cavallo vorrà SEMPRE e DI CONTINUO dell’altro cibo.
Tuttavia, per il suo benessere, impara a dire di no. Quasi tutti i frutti e molte verdure sono un alimento sicuro per i cavalli sani – per tutti quelli non soggetti a particolari patologie, ad esempio ulcere gastriche. Le mele e le carote sono ovviamente i cibi preferiti, ma potete tranquillamente offrire al vostro cavallo anche uva, banane, fragole, melone e anguria, sedano, catalogna, zucca e piselli.
- Con attenzione però: la maggior parte dei cavalli mastica queste prelibatezze prima di deglutire, ma i cavalli più voraci, che ingurgitano grossi pezzi di frutta o verdura rischiano di soffocare.
- Pertanto, è buona norma tagliare le leccornie in pezzi più piccoli prima di somministrarle.
- Alcune zollette di zucchero o caramelle alla menta piperita (uno o due) vanno bene, così come i biscotti e i dolcetti per cavalli disponibili in commercio; anche questi, tuttavia, vanno offerti con attenzione e misura.
“Non troppo”, insomma. Tutti gli extra aggiungono calorie di cui la maggior parte dei cavalli non ha bisogno, ma il motivo più importante per limitare soprattutto i dolcetti è perché il tratto digestivo del cavallo contiene un delicato equilibrio di batteri e altri probiotici essenziali per la funzione intestinale.
È incredibilmente facile sconvolgere questo equilibrio, soprattutto somministrando cibi che non fanno parte della normale dieta del cavallo, cosa che spesso può dare il via ad un’imprevedibile serie di eventi a cascata che purtroppo possono concludersi in una colica. Da rilevare anche che non è positivo prendere l’abitudine di dare le leccornie al cavallo con regolarità durante o dopo ogni allenamento.
Il cavallo è un animale estremamente abitudinario, dunque se inizia ad attendere del cibo in un dato momento e non lo riceve, potrebbe pretenderlo, e dunque dar vita ad un comportamento scorretto. Parlatene con qualunque educatore di cavalli più o meno problematici: accade spessissimo di dover correggere l’attesa e la pretesa della ricompensa.
Che cosa non dare : per motivi diversi, questi sono gli ortaggi che non fanno bene al cavallo: cipolle, patate, pomodori, cavoli, cavoletti di Bruxelles e qualsiasi altro cibo che tende a produrre troppo movimento e gas intestinale. Alcuni cavalli mangiano anche il cioccolato – un pezzetto non fa nessun danno – cosa che tuttavia è da evitare qualora si sia in gara, perché alcune sostanze contenute nel cioccolato possono dare risultato positivo nel test antidoping.
Piccoli pezzi, non troppo spesso, solo pochi alla volta, senza cedere a quegli sguardi imploranti. Questa la regola principale da seguire! ©Redaz.; riproduzione riservata; fonte principale: Kentucky Horse Research – ; foto in copertina © : Carote e dolcetti ai cavalli? Certo, ma con moderazione
Quando un cavallo ha paura?
Salta al contenuto La paura è un’emozione innata nel cavallo, Anche se il cavallo è ormai un animale domestico a tutti gli effetti, in passato, vivendo allo stato brado, era una facile preda: per sopravvivere ha quindi sviluppato un sistema di allarmi di fronte al pericolo,
- La risposta alla paura non è presente allo stesso modo in tutti i cavalli: ancora non sappiamo se ci sono delle basi di ereditabilità genetica, ma sicuramente è influenzata dall’ambiente in cui un cavallo è nato ed ha vissuto.
- Questo, insieme ad una gestione non corretta soprattutto in giovane età, può segnare il cavallo per tutta la sua vita.
Come riconoscere se il nostro cavallo ha paura? Quando un cavallo ha paura, può manifestare segnali più o meno evidenti. I classici sono la fuga, la sgroppata, l’ impennata e lo scarto, ma segnali di paura possono essere anche variare l’andatura, inarcare la schiena, alzare la testa molto in alto, allargare le narici, mostrare la parte bianca degli occhi e agitare la coda.
Imparare a riconoscerli può aiutare a prevenire spiacevoli incidenti, ma se si dovesse manifestare uno qualsiasi di questi segnali, importante è mantenere la calma, evitando di urlare e compiere gesti bruschi. Fondamentale è anche chiedere l’aiuto di un esperto se la situazione dovesse peggiorare molto.
Come fare per rendere un cavallo meno pauroso? È bene iniziare dai primi mesi di vita: • prima dello svezzamento: interagire spesso con la madre, perché in questo periodo il puledro tende ad imitare il suo comportamento ; • dal momento dello svezzamento in poi: instaurare fin da subito un rapporto con il puledro, non solo nel momento in cui portiamo da mangiare, ma anche nei più svariati momenti della giornata, inventando situazioni differenti (aiutandosi anche con oggetti ), così da abituare il futuro cavallo a non spaventarsi di ciò che non conosce.
Se il cavallo è già adulto ed è molto pauroso farà fatica a perdere completamente questo aspetto del suo carattere, ma lo può significativamente migliorare. Per aiutarlo l’ideale è avere molta pazienza e non pretendere di ottenere risultati in pochi giorni. Solitamente sono i cavalli che vivono la maggior parte del loro tempo in box a manifestare questi comportamenti, quindi come prima cosa cerchiamo di far passare al nostro cavallo più tempo possibile al paddock,
Se un cavallo è molto pauroso, metterlo vicino a cavalli molto tranquilli, può aiutarlo a prendere coraggio e a calmarsi. Se la paura deriva da oggetti rumorosi, strani o colorati, inseriamoli con calma nell’ambiente in cui vive ed imparerà ad abituarsi.
Non sentiamoci sfortunati se abbiamo un cavallo così! I cavalli paurosi, infatti, hanno una capacità maggiore di apprendimento rispetto a cavalli più tranquilli. Questo potrebbe essere legato al fatto che un cavallo pauroso è più abituato a reagire agli stimoli, sia positivi che negativi. Da recenti studi su alcuni cavalli da salto ostacoli (Lansade et al.,2014) è risultato che i soggetti più paurosi erano molto più difficili da cavalcare, ma hanno ottenuto meno penalità in gara.
Vale quindi la pena di dire che ” il gioco vale la candela “! Ti è piaciuto l’articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere i nostri consigli: www.cortalhorse.it/contatti/
Io ho comprato poco tempo fa un puro sangue arabo e sin che era al suo ambiente stalla e Padok era un cavallo normale quando è arrivato da me ha iniziato a rifiutare il cibo non mangiava carote e carrube zuccherino ecc ho pensato che era dovuto al cambio di ambiente dopo 15 giorni ha incominciato a mangiare mangime pia piano un po’ di carote e carrube in ultimo zuccherini presa confidenza ho iniziato a montarlo lui era un cavallo da corsa di 5 anni scartato dalla scuderia per chi un brocco così giro nel rettangolo e poi vado in passeggiata ho percorso 1000 metri in 30 minuti ogni pochi metri si fermava e scartava aveva paura di qualsiasi cosa dalle macchine alle buste agli uccelli cani ecc. quindi quello che ho letto è verissimo nel vostro sinto ora cerco di metterlo in atto grazie mille
Cosa gli piace fare al cavallo?
Un cavallo per amico Corre, salta, nuota, trasporta grossi carichi: il cavallo è un animale forte e potente. Ma in realtà in natura ama passare molte ore in relax a brucare l’erba e non gardisce poi così tanto gli ostacoli e nemmeno i carichi. Ha però una straordinaria capacità di adattamento ed è molto affettuoso non solo con i suoi simili ma anche con gli esseri umani. Non sarà un animale da appartamento ma è molto affettuoso. Tanto che questa signora australiana ha deciso di tenerlo in giardino. A differenza di tanti altri animali con cui entriamo in contatto più facilmente e per motivi diversi, il cavallo spesso lo vediamo solo nei maneggi, una volta ogni tanto.
Magari lo cavalchiamo e qualche volta tentiamo un approccio, carezzandolo con un po’ di timore. Pur essendo infatti un animale addomesticato da molto tempo, ha mantenuto una parte selvatica che lo rende affascinante e misterioso allo stesso tempo. Eppure il rapporto con l’uomo è fondamentale per il cavallo addomesticato.
UNA MENTE OSCURA Chi è veramente il cavallo? A questa domanda non è semplice rispondere: «Della mente del cavallo sappiamo pochissimo – dice Sabrina Giussani, veterinaria comportamentista appassionata di cavalli – l’abbiamo sempre considerato una sorta di motocicletta, un animale addestrato a rispondere meccanicamente ai nostri comandi».
E studiare questi equini in condizioni davvero naturali non è facile. I cavalli che vediamo galoppare liberi e selvaggi nei film western, come in Gli spostati, di John Huston (1961) in realtà non sono animali selvatici, ma rinselvatichiti. Erano animali domestici che sono scappati, o sono stati abbandonati e sono tornati alla vita naturale.
Perché i veri cavalli selvatici, in America, si sono estinti circa 10.000 anni fa, probabilmente per colpa dell’uomo. Furono poi gli Spagnoli, nel XVI secolo, a riportare i cavalli in quelle terre e quelli che vediamo nei film sono i loro discendenti. Due amici per la pelle vivono in libertà in una vasta prateria degli Stati Uniti. LITIGI A FIN DI BENE gatti
Un giovanissimo cow-boy del Montana (Usa) bacia sul muso il suo cavallo. |
SOCIALE E SOCIEVOLE DI MAMMA CE N’È UNA SOLA
IL VOCABOLARIO DEL CAVALLO |
IL NITRITO. Usato solo in situazioni speciali: un richiamo per ritrovare il branco perduto. La madre nitrisce per chiamare il puledro. LO SBRUFFO. Esprime un saluto o un fastidio, con la familiarità si può imparare a riconoscere il tipo di messaggio. IL GRUGNITO SOMMESSO. Un lamento a bassa voce in caso di forte dolore. LE URLA. Le grida sono tipiche delle lotte tra stalloni. |
TUTTI A SCUOLA DI VITA Un box più gradevole e arieggiato migliora la salute dei cavalli. AMBIENTI A MISURA DI ANIMALE Purtroppo molto spesso negli allevamenti i cavalli sono trattati in modo tale da non assecondare le loro esigenze etologiche: spesso vengono strappati troppo presto alla madre e vivono in isolamento nei box mangiando solo due volte al giorno (invece che per tutta la giornata come farebbero in libertà).
Questo può portare a diversi problemi comportamentali: tic, vizi, stereotipie. Come il cosiddetto “ticchio di appoggio”, ovvero appoggiare gli incisivi superiori sulla staccionata, il ticchio aerofagico (aspirare continuamente aria), fare il “ballo dell’orso”, girare in cerchio, battere continuamente il terreno con una delle zampe anteriori e così via.
Per migliorare la salute – soprattutto “psicologica” – di questi animali, sarebbe opportuno rendere più confortevoli le condizioni di vita negli allevamenti. A cominciare dal tempo che passano chiusi nei box. GIOCHERELLONI COME CAVALLI Per veterinari e specialisti questo è possibile attraverso un metodo che in veterinaria si chiama: “arricchimento ambientale” e consiste nel dare all’animale qualcosa di interessante da fare.
Si usa anche per i cani e i gatti e per alcuni animali negli zoo. Per esempio mettere dei giochi – come un pallone – nel box (ai cavalli piace molto giocare), oppure nascondere il cibo in un copertone pulito appeso in alto o sotto un secchio, in modo che l’animale debba fare un piccolo sforzo e un po’ di esercizio per tirarlo fuori.
Aprire alcune finestrelle nel box per fargli vedere l’esterno e in modo che possa toccare con il muso il suo vicino. In certi casi è stato osservato che persino un poster con l’immagine di un altro cavallo migliora la sua condizione. La musica, inoltre, secondo gli esperti, è un buon metodo per far sentire il cavallo a proprio agio e forse gradirebbero anche qualche bel western d’autore. In natura questi animali passano molto tempo all’aria aperta a rotolarsi e brucare l’erba. È indispensabile poi la passeggiata quotidiana: passare alcune ore al giorno nel paddock, il prato all’aperto, insieme ad altri cavalli. Ma è importante anche una carezza dall’amico uomo: per soddisfare quelle che gli etologi chiamano esigenze di socialità interspecifica.
Il contatto quotidiano prolungato con un essere umano, può avvenire attraverso la cura del corpo: spazzolandolo, o strigliandolo, pulendogli gli zoccoli ( allogrooming, in termini scientifici). Ma anche attraverso il dialogo: ai cavalli piace che si parli loro a lungo. PRESENTARSI BENE Ma non solo coloro che possiedono un cavallo o che hanno un maneggio dovrebbero rispettare le esigenze del cavallo, anche chi una volta ogni tanto ama fare un giro al galoppo dovrebbe osservare alcune norme.
«I cavalli nei maneggi – afferma Si chiama “allogrooming”e consiste nel prendersi cura del cavallo, parlandogli, strigliandolo e pulendo i suoi zoccoli. Una dimostrazione di amicizia apprezzata dal cavallo. VIETATO PRENDERLO ALLE SPALLE Ai cavalli non piace avere qualcuno alle spalle. Quindi scalciano e il loro calcio è spesso mortale per gli esseri umani. LA DOMA E L’AMICIZIA
Perché il cavallo piange?
Gli animali possono piangere?
Abbiamo visto i nostri cani lamentarsi, i gatti emettere miagolii rumorosi e tanti altri animali manifestare il loro senso di dolore o di fastidio con suoni o movimenti particolari. Ma piangere? Avete mai visto un cane, un gatto o un cavallo piangere? E’ stato provato che anche gli animali possono piangere ma non si sa se lo facciano perché, proprio come l’uomo, provano emozioni belle o brutte. Lo sapevate che anche i giganteschi elefanti possono piangere? Dotati di una grande sensibilità, gli elefanti versano lacrime quando capiscono che la loro vita è in pericolo. Allo stesso modo fanno foche e delfini che versano lacrime e lanciano lunghi sospiri quando stanno per morire.
- In realtà, come per i cavalli, si tratta di un liquido viscoso che viene rilasciato dagli occhi per proteggersi dal sale.
- Una curiosità? Contrariamente a quanto dice l’espressione molto comune ” piangere lacrime di coccodrillo”, i coccodrilli non piangono, ma versano lacrime solo in seguito a un grande sforzo.
Di qui la spiegazione di questo modo di dire: “piangere lacrime di coccodrillo”, infatti, significa far finta di piangere! Ti piacciono gli animali? Leggi la 22 gennaio 2015 : Gli animali possono piangere?
Cosa vuol dire quando il cavallo sbuffa?
Cavallo che sbuffa, cavallo felice (Foto via Pixabay) I cavalli quando sbuffano è perché sono felici. Lo fanno più spesso al pascolo che nella stalla, e in generale molto di più quando sono liberi in natura. Di contro sbuffano meno quando le condizioni di benessere non sono delle migliori.
Conoscere a fondo il significato di un gesto all’apparenza banale è importante perché ci permette di poter comprendere meglio il linguaggio con cui si esprimono gli animali, ed eventualmente di adottare tutte le strategie più opportune per migliorarne lo stato di salute e benessere. A suggerirlo è oggi uno pubblicato su Plos One, che ha analizzato in dettaglio il significato degli sbuffi equini,
Per migliorare il benessere animale è infatti fondamentale saper prima di tutto capire e valutare le emozioni positive. Ma è difficile, spiegano gli esperti, trovare degli indicatori affidabili perché i marker fisiologici spesso sono contraddittori e molti segni comportamentali sono ambigui, non sono cioè in grado di dirci in maniera univoca se il cavallo sia o meno felice in quel determinato momento.
- Qualche tentativo è stato fatto, con pochi studi in passato che hanno analizzato l’emissione di segnali acustici come indicatori di benessere,
- Mathilde Stomp dell’Università di Rennes e i colleghi che hanno condotto la ricerca su Plos One si sono concentrati oggi sullo sbuffo, un segnale non-vocale prodotto dall’aria espirata attraverso le narici, finora messo in relazione soprattutto a una funzione igienica (per cui verrebbe usato per liberare le narici da mosche, catarro o quant’altro).
Lo sbuffo è condiviso da numerosi perissodattili (animali quali rinoceronti e le zebre) e dal punto di vista meramente aneddotico sembra essere più frequente quando il cavallo è felice, ma è davvero così? Per capirlo Stomp e i collaboratori hanno esaminato il comportamento di 48 cavalli, una parte dei quali proveniente da scuole di equitazione, dove gli animali passavano molto tempo in box individuali.
- Gli altri animali invece erano sempre al pascolo in gruppo in un’area naturalistica.
- Gli scienziati hanno osservato, come accennato, che lo sbuffo era più frequente in contesti positivi come il momento del pasto, quando il cavallo è fuori dalla stalla al pascolo e quando vive in ambiente naturale.
- Se i cavalli si trovavano invece o se manifestavano aggressività, producevano un minor numero di sbuffi.
In conclusione, scrivono gli scienziati, lo sbuffo del cavallo appare più come indicatore di uno stato momentaneo che non di una situazione permanente, ma potrebbe essere effettivamente emesso di più da cavalli in uno stato di benessere duraturo. funzionando così un indicatore.
Cosa vuol dire quando il cavallo sbadiglia?
Perché i cavalli sbadigliano? | Curiosità sui cavalli Ve lo sarete chiesti almeno una volta, perché i cavalli sbadigliano? Lo sbadiglio di un cavallo non ha lo stesso significato di quello di un essere umano. Scopriamo insieme il perché:
Dolore o disagio : l’, dolori alla bocca, dolori all’orecchio interno. Allentare la tensione : il cavallo sbadiglia dopo essersi spaventato o dopo aver lavorato. Inoltre, anche quando è in attesa del cibo, in quanto i rumori che si presentano intorno sono fonte di stress. Manifestazione di benessere : lo sbadiglio nel cavallo stimola la circolazione del sangue. L’equino può sbadigliare quando viene spazzolato o quando compie qualsiasi azione che lo rende rilassato.
Sebbene le situazioni che provocano benessere o stress nei cavalli siano soggettive, è possibile notare alcuni comportamenti per capire se quest’ultimi sbadigliano perché rilassati o se lo sbadiglio è un modo per allentare la tensione.Nel primo caso il cavallo presenterà i muscoli rilassati, le orecchie dritte, ma non in allerta, o che cascano ai lati, segnali che fanno capire che l’equino è rilassato,In un altro caso, quando vuole dormire, lo sbadiglio sarà profondo e lungo, un gesto che non si ripete spesso.Se invece presenta le orecchie dritte ma all’indietro, lo sguardo attento e le narici arricciate, lo sbadiglio è veloce e si ripete per molto tempo,
Infine, se lo sbadiglio è breve ma si ripete regolarmente potrebbe essere anche sintomo di gastrite. Mentre se gli sbadigli si presentano brevi, ripetitivi e accompagnati da momenti di poca attenzione del cavallo, quest’ultimo potrebbe essere annoiato.
Come funziona la fida di un cavallo?
FIDA E MEZZA FIDA. MEGLIO UN CONTRATTO Nella sua bellezza, l’equitazione è anche uno sport ‘non economico’, ci sono infatti persone che sfortunatamente non possono permettersi di acquistare un cavallo o non possono sostenere l’intero costo mensile di una pensione, senza tralasciare le ulteriori spese come quelle veterinarie, di maniscalco etc.
- Di concerto, ci sono anche situazioni in cui il proprietario di un cavallo non può più permettersi l’interezza della pensione e delle spese, oppure più semplicemente non vuole vendere il proprio cavallo ma preferisce che esso resti in allenamento seppur affidato ad un’altra persona.
- Ed è qui che entrano in scena le possibilità di fida o mezza-fida di un cavallo.
Per ‘fida’ si intende quando il proprietario del “bene cavallo” lo affida ad un terzo, il quale ne sarà l’affidatario totale, potrà montarlo quando vuole e si prenderà in carico il mantenimento completo del medesimo. La proprietà resta in capo al proprietario ma nella pratica il cavallo è in gestione all’affidatario.
- In entrambi i casi, nel momento in cui un cavallo è legittimamente in fida ad un soggetto non proprietario, quest’ultimo ne sarà responsabile in toto, dovrà prendersene cura e risponderà eventualmente dei danni da esso causati.
- Superfluo forse precisare come sia facile che sorgano discussioni tra il proprietario e l’affidatario, sia riguardo al mantenimento del cavallo, come alla sua salute o alle spese.
- È bene quindi che un accordo tra il proprietario e l’affidatario del cavallo venga formalmente regolarizzato: in entrambi i casi è bene pattuire i termini e le condizioni del contratto di fida o mezza-fida.
- Esiste infatti la possibilità di redigere un contratto di fida o mezza fida – una scrittura privata tra le parti – e lasciare che sia la legge a disciplinare accordi e disaccordi.
- La legge italiana non prevede tale specifico contratto, per cui ci appoggiamo alla normativa relativa ai beni mobili e lo individuiamo in un contratto atipico, ove regnano la volontà e la libertà contrattuale tra le parti.
In tal senso, non vi è l’obbligo della forma scritta. Il contratto di fida o mezza-fida può essere definito in via orale (con la classica stretta di mano corrente nel mondo equestre), anche se ritengo sia sempre meglio mettere nero su bianco le condizioni, ancor più che non è necessaria alcuna forma solenne, essendo sufficienti data e firma delle parti.
- Custodia del cavallo (dove e come) – Il cavallo deve essere tenuto nella scuderia concordata con il proprietario, salvo gli eventuali spostamenti concordati per la partecipazione a manifestazioni, agonistiche o no. L’affidatario ha l’obbligo di prendersi cura dell’animale e di trattarlo al meglio, diventando responsabile in tutto e per tutto del cavallo, dall’alimentazione alla sua salute fisica e psicologica.
- ‘Utilizzo’ del cavallo (modalità di lavoro, se solo in passeggiata, se in lezione, salto etc.) – Partendo dal presupposto che l’affidatario ha l’obbligo di trattare il cavallo con la diligenza del ‘buon padre di famiglia’ e quindi occupandosene al meglio, le parti dovranno preventivamente concordare il lavoro del cavallo, eventualmente anche la presenza di un determinato istruttore e così via. In ogni caso, deve essere precisato che il lavoro del cavallo deve avvenire nel rispetto della buona salute dello stesso e del suo benessere, in relazione a quello che è il suo stato fisico e psicologico.
- Utilizzo di determinati finimenti – Ad esempio il proprietario può cedere l’utilizzo dei propri finimenti all’affidatario, oppure può esigere che determinate imboccature non vengano utilizzate con il proprio cavallo concesso in fida.
- Possibilità di andare in concorso o partecipare a eventi – Le parti decideranno se l’affidatario potrà portare in concorso il cavallo e a quali condizioni; deve essere concordato chi sosterrà le relative spese e come verranno suddivisi i premi, senza sottovalutare l’eventualità di un preliminare accordo anche circa il trasporto del cavallo.
- Responsabilità per eventuali danni causati a terzi dal cavallo – L’affidatario è responsabile in tutto e per tutto del cavallo preso in fida: ai sensi dell’art.2052 c.c. ” il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale”, Pertanto, è suggeribile che all’interno del contratto venga previsto che l’affidatario stipulerà una polizza a copertura dei danni causati dal cavallo.
- Spese veterinarie, ferrature, spese straordinarie – È bene pattuire fin da principio chi dovrà sostenere le spese veterinarie, a partire dalle vaccinazioni sino agli eventuali interventi più costosi. È altresì bene concordare chi sarà il veterinario che dovrà assistere il cavallo in caso di infortunio o anche nella semplice routine. Il proprietario deve essere avvisato in caso si renda necessario l’intervento di un veterinario.
- Allo stesso modo, dovrà essere concordato anche il maniscalco – parimenti importante -, nonché chi dovrà sostenere la spesa, come le eventuali spese extra che si renderanno necessarie per il benessere del cavallo.
- In linea generale, nei casi di fida le predette spese sono a carico dell’affidatario, ivi compresa la pensione, mentre nei casi di mezza-fida vengono corrisposte nella misura del 50% ciascuno.
- Durata – Non sussiste una durata minima o massima, le parti possono concordare che il contratto di fida o mezza-fida abbia la durata che preferiscono.
- Avv. Michela Masoero
- Horses and Law
- [email protected]
- Articolo pubblicato sulla rivista Cavalli e Cavalieri – mese di ottobre 2020
: FIDA E MEZZA FIDA. MEGLIO UN CONTRATTO
Che significa quando il cavallo fa su e giù con la testa?
Perché punire il cavallo, allora? Se il cavallo agita la testa, la scuote ribellandosi, sta comunicando il suo disagio e dolore.
Come ti vedono i cavalli?
I cavalli hanno una visione sia binoculare che monoculare, quest‘ultima gli consente una visione molto ampia di circa 160°/170° per occhio, ma non consente di valutare la profondità e quindi le distanze. Il cavallo usando la vista monoculare ha una visione panoramica con la quale può vedere su entrambi i lati, ma non davanti a sé, mentre con quella binoculare può vedere davanti a sé, ma ha una visuale molto stretta. re del cavallo è il più grande di tutti i mammiferi, quasi il doppio di quello dell’elefante e più grande anche di quello della balena, ciò gli consente senza girare la testa una visuale di circa 350° e di avere una buona visione notturna. A differenza dell’uomo l’occhio del cavallo ci impiega più tempo ad adattarsi nel momento in cui si passa da una zona di luce ad una di buio.
L’acutezza visiva, ossia la capacità di vedere i minimi dettagli, è inferiore a quella dell’uomo, ma in compenso ha una spiccata sensibilità al movimento con circa 20-25 immagini al secondo, mentre l’uomo ne ha circa 15-18, per questo motivo il cavallo reagisce più velocemente ad un movimento improvviso.
Il numero inferiore di coni nell’occhio del cavallo permettono una visione dicromatica, che gli consente di vedere solo alcuni colori come il rosso, il blu, il giallo, l’arancione, ma probabilmente non distingue l’azzurro e il viola. Tratto dal manuale “L’EQUITAZIONE E I SUOI SEGRETI” di Piero Acquaro
Come si comporta il cavallo nei confronti dell’uomo?
Il cavallo è un animale estremamente sensibile, intelligente e dotato di una certa personalità. In realtà è più corretto dire che ogni cavallo ha una propria personalità, esattamente come noi umani: ci sono, infatti, cavalli pigri, insofferenti, generosi, diligenti, curiosi, testardiproprio come noi.
Per entrare in sintonia con questo meraviglioso animale è importante conoscerne un minimo la psicologia e il modo di comunicare, di interagire. Partiamo col dire che, contrariamente a quanto molti pensano, il cavallo non è un animale particolarmente coraggioso e ardimentoso. In natura, infatti, è una preda, per cui è piuttosto timoroso e timido,
Ama generalmente la vita tranquilla e si è adattato all’addomesticamento proprio per risolvere il suo stato di insicurezza naturale. Le sue armi di difesa sono i morsi, i calci e, soprattutto, la fuga: è proprio questa la caratteristica che è stata fraintesa dall’uomo, che lo ha visto come un animale coraggioso e impavido sui campi di battaglia.
- Nonostante l’addomesticamento, il cavallo conserva comunque sempre il suo spiccato senso di libertà, che esprime attraverso l’affermazione della propria personalità.
- Nei confronti dell’uomo il cavallo è paziente e docile, solo se l’uomo si mostra fermo e deciso, in grado di infondergli quella sicurezza che gli manca, ma, allo stesso tempo, deve essere anche premuroso e attento.
I cavalli hanno buona memoria e non dimenticano i maltrattamenti e i cattivi comportamenti tenuti nei loro confronti e, allo stesso modo, sono in grado di accettare un rimprovero o una punizione se giusta e comprensibile, altrimenti li rifiuta, inasprendo il proprio comportamento.
- E, proprio come noi, i cavalli provano sentimenti profondi quali amore e odio, sentimenti di riconoscenza e rancore, simpatie e antipatie.
- L’ intelligenza del cavallo è ampiamente provata: è in grado di ragionare, di discernere e decidere il proprio comportamento sulla base delle proprie esperienze e riesce a comprendere e interpretare la parola dell’uomo, specie dal tono e dall’inflessione utilizzati.
Per quanto riguarda la comunicazione, possiamo dire che il cavallo sia un animale molto comunicativo: utilizza, in pratica, ogni parte del corpo per comunicare, sia con i suoi simili che con altri animali, compreso l’uomo. La postura può indicare se il cavallo è rilassato o teso: con il dorso allungato e disteso l’animale è tranquillo, con il collo teso e la testa inclinata di lato il cavallo è nervoso.
Le orecchie, lo stesso, ci dicono quale sia l’umore del momento: con le orecchie dritte il cavallo è sereno e tranquillo, con le orecchie in avanti è incuriosito e felice, con le orecchie tese all’indietro il cavallo è agitato. Anche la coda comunica gli stati d’animo del cavallo: se la coda è alta “a bandiera” il cavallo sta per scattare, se è bassa aderente al corpo potrebbe indicare paura, se si muove circolarmente può indicare sentimenti negativi, quali rabbia o risentimento.
A questi si aggiungono tutti i segnali vocali : nitriti per “parlare” con il branco, brontolii – come quelli che usa la mamma per chiamare il piccolo, sbuffi che indicano contentezza. Per i cavalli è importantissimo anche il tatto : nel branco le cure reciproche sono segnali di affetto e comunicano serenità; è per questo che il grooming è una parte importantissima del percorso per entrare in sintonia con un cavallo.