Quanti Denti Ha Un Cavallo?
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Veterinaria
di Emanuela Valle, medico veterinario ippiatra, docente Università di Torino Nella bocca di un cavallo adulto ci sono generalmente 40 denti, La cosiddetta formula dentaria per ogni emiarcata comprende: 3 incisivi superiori e 3 inferiori, 1 canino sopra e uno sotto, 3 premolari sopra e 3 sotto e infine un numero uguale di molari.
Il totale, moltiplicato per 2, restituisce il risultato di 40 denti. Se questo è il numero standard per i maschi, nelle femmine può essere più variabile. Infatti generalmente le femmine non possiedono i canini e dunque hanno 36 denti. Se sono presenti i canini, la femmina è chiamata in gergo “scaglionata”.
Va poi detto che un numero variabile tra il 20 e il 30% dei cavalli possiede i cosiddetti “lupini” o denti di lupo: sono piccoli denti che corrispondono al residuo vestigiale del primo premolare e sono localizzati soprattutto a livello della mascella, mentre sono molto rari a livello della mandibola. I denti del cavallo adulto, al contrario di quelli dell’uomo, crescono continuamente di 1-1,5 mm all’anno, Questa crescita continua del dente, che si consuma gradualmente, si ferma intorno ai 20-23 anni di età: non c’è infatti un preciso momento, ma la crescita del dente termina in periodi variabili rendendo così piano piano meno efficiente la masticazione del cavallo.
Ipsodonti: sono dentiad accrescimento pressoché continuo che si protrae fino alla vecchiaia, quando la crescita del dente termina. In pratica, durante la vita del cavallo, il dente si accresce lentamente, mentre la masticazione continua del foraggio consuma il dente lentamente. Anisognati: i denti non combaciano perfettamente, in quanto l’arcata mascellare superiore è circa il 30% più grande di quella mandibolare inferiore. Questa particolarità, insieme all’anglo masticatorio della superficie dei denti, permette una masticazione particolare definita laterolaterale che consente di frantumare l’alimento fibroso in modo da ottenere frammenti di alimento sminuzzato attaccabili dagli enzimi digestivi. Difiodonti: possiedono una dentatura da latte che viene poi sostituita dai denti definitivi o permanenti.
La regola dei sei : per ricordarsi quando spuntano i denti incisivi da latte si usa la regola del 6 giorni per gli incisivi, 6 settimane per i mediani e 6 mesi per i cantini. Queste tempistiche sono indicative perché da soggetto a soggetto si possono avere variazioni fisiologiche del momento in cui i denti erompono Ogni ciclo di masticazione del fieno comprende circa una masticazione al secondo,
Generalmente il cavallo per ogni bocconata compie 8-10 masticazioni prima di passare alla successiva. Un cavallo che mastica bene infatti ha una masticazione ritmica e costante. Questo vuol dire che il cavallo adulto sano compie dai 3.500 ai 3.800 atti masticatori in un’ora, che è il tempo impiegato per assumere circa 1,5-1,8 kg di fieno di primo taglio.
Questo dipende dall’età del soggetto e dalla sua voracità. Esistono infatti cavalli più voraci che nello stesso tempo masticano più in fretta arrivando a compiere anche 11 atti masticatori in 10 secondi, mentre altri più lenti e moderati. Questo potrebbe non solo essere dovuto alla personalità del cavallo ma anche a caratteristiche della morfologia della testa, come ampiezza della bocca e della tavola dentaria. I pony sono per loro natura più voraci e compiono molte più masticazioni al minuto. Questo fa sì che possano assumere maggiori quantità di cibo nella stessa unità di tempo. Lo stato di usura dei denti e la frequenza dei controlli veterinari (in particolare il pareggio della tavola dentaria) influenzano la masticazione del cavallo.
Cercare cibo e masticare è per il cavallo un vero e proprio lavoro che lo tiene impegnato e gli consente di produrre la saliva essenziale per lubrificare l’alimento, ma anche per tamponare l’acidità dello stomaco, grazie al suo contenuto di bicarbonato.
Se per 1 kg di fieno un cavallo adulto e sano, di circa 550 kg, produce circa 4-5 litri di saliva, si può ipotizzare che per un’ora di assunzione dello stesso alimento, ne produca circa 6 litri consumando all’incirca un chilo e mezzo di fieno o poco più. Le caratteristiche della tavola dentaria, insieme alla masticazione prolungata, ci fanno capire che i denti del cavallo richiedono attenzioni particolari : vanno controllati con periodicità non solo nel cavallo anziano ma in tutti i cavalli.
Il problema più tipico è quello della formazione delle cosiddette punte di smalto, che si formano sul margine esterno dei premolari e dei molari superiori e quello interno dei denti inferiori. Questo perché il movimento masticatorio, di tipo latero laterale, descrive la forma di un otto panciuto in seguito all’oscillazione della mandibola sulla mascella: in questo modo il cavallo ottiene un effetto macina che sminuzza l’alimento finemente.
Se non opportunamente pareggiate, le punte di smalto sono fastidiose per il cavallo: possono ferire la mucosa soprattutto nelle porzioni posteriori della guancia o della lingua. I tagli possono poi ulcerarsi creando molto dolore. Purtroppo, essendo molto in fondo al cavo orale, non sono visibili alla semplice apertura della bocca del cavallo, quindi per un controllo appropriato della bocca occorre chiamare il nostro veterinario di fiducia che si avvale di un apribocca per controllare al meglio la presenza di eventuali problemi.
Il controllo dei denti dovrebbe essere fatto su base annuale : tempi più brevi o più lunghi possono essere decisi in funzione dei consigli del veterinario curante. Per mantenere sana la masticazione, oltre ad effettuare controlli regolari dei denti, è bene impostare un’alimentazione basata sulla fibra,
Se non è possibile garantire al cavallo il pascolamento su prati adeguati, è bene fornire foraggio come il fieno. Generalmente una buona dieta deve comprendere quote di fieno di primo taglio intorno al 2% del peso dell’animale, diciamo 10-10,5 kg al giorno per un cavallo di 550 kg, eventualmente associato ad altri alimenti in funzione delle sue esigenze energetiche specifiche e dei suoi fabbisogni.
Il fieno deve essere di buona qualità e ben distribuito nell’arco della giornata. A questo deve però essere sempre associata la possibilità di passare alcune ore al paddock: se c’è poca erba lasciamo a disposizione qualche fetta di fieno. Dopo qualche corsa e sgroppata sicuramente si metterà a smangiucchiare godendosi l’effetto della libertà del paddock. Idealmente, il cavallo dovrebbe essere gestito in gruppo con i suoi simili e in grandi spazi dove possa pascolare. Qualora ciò non sia possibile per mancanza di spazi adeguati, il fieno somministrato deve essere di buona qualità e ben distribuito nell’arco della giornata; a questo deve però essere sempre associata la possibilità di passare alcune ore al paddock insieme agli altri cavalli.
Se c’è poca erba, lasciamogli a disposizione qualche fetta di fieno: dopo qualche corsa e sgroppata sicuramente si metterà a smangiucchiare godendosi la sensazione di libertà. IHP è un’associazione indipendente che opera per la tutela dei cavalli e degli altri equidi, contrasta maltrattamenti e abusi, lavora per un cambiamento normativo e culturale anche attraverso la divulgazione scientifica.
Inoltre gestisce il primo Centro di recupero in Italia per equidi sequestrati per maltrattamento, riconosciuto con Decreto del Ministero della Salute del 23 dicembre 2009. IHP non riceve fondi pubblici per le attività istituzionali, né rimborsi dalle Procure per gli animali affidati in custodia giudiziaria.
Quanti denti ha una mucca?
Caratteristiche zootecniche – I Bovini hanno ossa frontali ( fig.) sviluppate tanto da formare da sole quasi tutta la volta cranica e provviste quasi sempre di cavicchi ossei, che formano la base ossea delle corna; queste sorgono dagli angoli estremi ed esterni del cranio, la fronte è più lunga che larga, piatta o concava.
- Mancano i denti incisivi superiori e i canini, gli incisivi inferiori sono in numero di otto, i molari sono 12 nella mascella e 12 nella mandibola,
- La spina dorsale è formata da 7 vertebre cervicali, 13 dorsali, 6 lombari, 15-18 coccigee.
- Lo stomaco è formato di quattro sacchi di cui il primo, grandissimo, si chiama rumine, il secondo reticolo o cuffia, il terzo omaso o libro o foglietto o centopelle, il quarto abomaso o caglio o ventricolo,
I piedi hanno due dita rivestite inferiormente da unghioni. Nei B. si sfruttano tre funzioni economiche: produzione di lavoro, della carne e del latte. Essi forniscono inoltre letame e pelli. I B. con prevalente attitudine al lavoro hanno pelle spessa, grande sviluppo scheletrico, muscolare e articolare, armonico sviluppo degli arti e del tronco, arti ben diretti, con buoni appiombi; collo di media lunghezza, robusto, muscoloso; groppa larga, lunga, non molto obliqua.
I B. con prevalente attitudine alla produzione della carne hanno pelle fina, morbida, facilmente staccabile dai tessuti sottostanti; scheletro fine e leggero; enorme sviluppo delle masse muscolari e specialmente di quelle che forniscono carne di prima qualità; arti brevi, testa piccola, collo corto; groppa ampia, lunga e larga; petto ampio e muscoloso.
Nei b. con prevalente attitudine alla produzione del latte, la pelle è fine e untuosa, l’ossatura leggera. Nei B. a duplice o triplice attitudine si hanno tipi morfologici che derivano dalla fusione di quelli descritti. Le principali razze per la produzione della carne sono: Aberdeen Angus, beefmaster, charolaise, chianina, Devon, Hereford, Limousine, marchigiana, maremmana, piemontese, podolica, romagnola, Shorthorn da carne; per la produzione del latte: Ayrshire, bianca nera, bruna alpina, frisona, Jersey, Guernesey. Altre razze hanno duplice attitudine (per es. Normanna, pezzata rossa, Simmenthal).
Quando perdono i denti i cavalli?
Tra i quattro anni e mezzo ed i cinque anni i cavalli dovranno aver perso gli ultimi denti da latte e tutti i permanenti dovrebbero essere spuntati.
Quante volte cambiano i denti i cavalli?
L’età dei cavalli si può stabilire dai denti. I cavalli maschi hanno 40 denti di cui 12 incisivi, 24 molari e 4 scaglioni o canini che le femmine normalmente non hanno, ma se li hanno si dicono “scaglionate”. Gli incisivi che sono 12, di cui 6 superiori e 6 inferiori, permettono di stabilire all’incirca l’età del cavallo e si dividono in picozzi, mezzani e cantoni. ominati “lupini” o denti di lupo, normalmente devono essere estratti in quanto posso provocare problemi durante la mastificazione o con l’accettazione dell’imboccatura. Alla nascita, generalmente i puledri non hanno denti e i primi picozzi da latte spuntano nella prima settimana e nelle sesta settimana spuntano i mediani da latte.
- A circa due anni il cavallo cambia i denti da latte, piccoli e bianchi e a due anni e mezzo comincia a mettere i denti da adulto, grossi e gialli.
- A tre anni ha messo i picozzi, a quattro i mezzani e gli scaglioni nei maschi e a cinque i cantoni.
- A sei diventano ovali i picozzi, a sette i mezzani e ad otto i cantoni, ma a sette anni compare nel cantone superiore la coda di rondine.
A nove anni scompare il germe di fava, sostanza nera contenuta in una cavità trasversale e si dice che i denti hanno agguagliato, cioè il consumo ha raggiunto il germe di fava, Successivamente compare la stella dentaria: macchia gialla chiara al centro del dente e i picozzi diventano rotondi; a dieci anni sia i mezzani che i cantoni diventano rotondi.
Che animale aveva 500 denti?
Il dinosauro con 500 zanne: era come una mucca – Focus.it Un insolito dinosauro, con una bocca enorme, soprannominato dagli scienziati “la mucca del Mesozoico”, fu in passato molto più diffuso di altri grandi rettili preistorici più noti. Alcuni ricercatori dell’Università di Chicago hanno analizzato ai raggi X i resti di un nigersaurus taqueti rinvenuti nel deserto del Sahara nel 1997 e ne hanno elaborato una ricostruzione computerizzata.
Il nigersaurus in questione è lungo 9 metri: non molto, per un dinosauro. Ma i centimetri che gli mancano in lunghezza, li recupera in. dentatura: la sua mandibola, squadrata e lunga più di mezzo metro, è dotata infatti di oltre 50 colonne di denti, per un totale di circa 500 piccole zanne ( foto ).
Un simile arsenale di incisivi funzionava, secondo gli scienziati, come una potente falciatrice che mieteva e inglobava qualunque tipo di piante gli capitasse a tiro: da qui il soprannome di “mucca del Mesozoico”. Lo scheletro del dinosauro, contenente più aria che materia ossea, sembra invece estremamente fragile: il nigersaurus riusciva a fatica a sorreggere il peso di collo e dentatura.
Perché i cavalli piangono?
Gli animali possono piangere? – FocusJunior.it
Abbiamo visto i nostri cani lamentarsi, i gatti emettere miagolii rumorosi e tanti altri animali manifestare il loro senso di dolore o di fastidio con suoni o movimenti particolari. Ma piangere? Avete mai visto un cane, un gatto o un cavallo piangere? E’ stato provato che anche gli animali possono piangere ma non si sa se lo facciano perché, proprio come l’uomo, provano emozioni belle o brutte. Lo sapevate che anche i giganteschi elefanti possono piangere? Dotati di una grande sensibilità, gli elefanti versano lacrime quando capiscono che la loro vita è in pericolo. Allo stesso modo fanno foche e delfini che versano lacrime e lanciano lunghi sospiri quando stanno per morire.
- In realtà, come per i cavalli, si tratta di un liquido viscoso che viene rilasciato dagli occhi per proteggersi dal sale.
- Una curiosità? Contrariamente a quanto dice l’espressione molto comune ” piangere lacrime di coccodrillo”, i coccodrilli non piangono, ma versano lacrime solo in seguito a un grande sforzo.
Di qui la spiegazione di questo modo di dire: “piangere lacrime di coccodrillo”, infatti, significa far finta di piangere! Ti piacciono gli animali? Leggi la 22 gennaio 2015 : Gli animali possono piangere? – FocusJunior.it
Quando i cavalli sono felici?
Se sbuffa è contento. Quelli all’aria aperta, liberi di muoversi in ampi spazi, sbuffavano di più di quelli chiusi nei box, e mentre lo facevano avevano le orecchie rivolte in avanti, un altro segno di benessere.
Perché i cavalli mordono?
Molti cavalli sono inclini a mordere. È un’abitudine spiacevole che può provocare ferite e lividi. L’abitudine di mordere le persone è molto diversa da quella di mordere la recinzione o la porta del box, se in legno. I cavalli possono mordere forte, causando gravi lesioni.
- Se sono giovani e stalloni, è un comportamento naturale.
- Perché i cavalli mordono I cavalli mordono per una serie di motivi.
- Nel pascolo, possono mordere per gioco o per difesa, per proteggere il loro spazio dove stanno mangiando qualcosa che gli interessa, o la prole, per disciplinare un cavallo più giovane o uno più in basso nell’ordine gerarchico.
Tra i cavalli domestici, l’abitudine a mordere può essere sinonimo di impazienza, perché sanno che il conduttore ha le carote o altri premi alimentari con sé, che il cavallo reclama prontamente. Un cavallo aggressivo o che ha molta energia repressa può agire mordendo.
- Gli stalloni, in particolare, tendono a mordere tutti.
- I principianti non dovrebbero prendersi degli stalloni, in quanto questi richiedono un’educazione specifica da parte di persone con maggiore competenza.
- I cavalli mordicchiano anche per farsi grooming l’un l’altro.
- Il grooming tra cavalli è un momento piacevole in cui i cavalli possono rosicchiarsi a vicenda, specialmente lungo la parte superiore del collo e del garrese.
Imitare questo comportamento grattando queste zone in è un modo per entrare in sintonia con il cavallo e farselo amico. Tuttavia, al cavallo non dovrebbe essere data l’opportunità di fare del grooming con lo strumento del morso al compagno umano, perché non è detto che sappia controllare la pressione.
- L’abitudine a mordere può iniziare quando il cavallo è piuttosto giovane.
- I giovani, in particolare i puledri, tendono ad essere “sboccati” e ad esplorare il mondo con le loro bocche.
- Ma ciò che inizia con un morso innocente su una manica, può evolvere rapidamente in un vizio malefico poi difficile da togliere.
Quindi, va proibito sin da subito questo comportamento, insegnando al puledro a mantenere una distanza rispettosa e non nutrendolo con la mano fino a che non impara il rispetto. Per alcuni cavalli e pony stalloni, l’unico modo per insegnare loro a non mordere sarà castrarli.
- Per altri, una volta appreso a non mordere, potrebbe rimanere l’eventuale impulso a farlo quando si sentono feriti, per autodifesa.
- Nel qual caso, bisognerà essere prudenti quando ci sono pratiche un pò invasive, che potrebbero mettere il cavallo sulla difensiva.
- Cosa non funziona Punire il cavallo con violenza fisica inappropriata quando morde non sempre è efficace, può anzi instaurare dei circoli viziosi.
Cosa fare Se il cavallo o il pony è stallone, e non deve essere adibito a riproduzione o a sport intensivi dove la stallonaggine dà punti di vantaggio in indole a competere, la castrazione è sempre la cosa migliore, perché permetterà all’equino di vivere una vita sociale più qualitativa e di interagire con maggiore libertà con persone e cavalli.
- Con i castroni e con le femmine, se educati correttamente sin dall’inizio, difficile che rimanga l’abitudine a mordere.
- Basta correggere il comportamento con fermezza ma dolcezza quando si presenta inizialmente.
- Se il cavallo è aggressivo, nonostante non si tratti di uno stallone giovane, probabilmente c’è bisogno dell’aiuto di un professionista nell’educazione.
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Quanto sono pericolosi i cavalli?
Stare in sicurezza vicino al cavallo: alcune regole di base 30 agosto 2019 #focus Saper interpretare e guidare nella giusta direzione il comportamento dei cavalli, sebbene ognuno sia dotato del proprio specifico temperamento (la propria personalità), rientra tra i fattori chiave del loro proficuo impiego, per qualsiasi scopo e mansione.
Ad essere centrale è sempre la qualità della relazione uomo-cavallo, la quale, soprattutto nei confronti di soggetti “nuovi”, all’arrivo in scuderia, o durante il primo approccio con questi animali da parte di persone inesperte, si costruisce partendo da semplici atteggiamenti, veri e propri messaggi corporei che, se inviati correttamente, qualunque equide saprà interpretare nel modo giusto.
Sebbene il cavallo non sia per natura un animale aggressivo e pericoloso per l’uomo, parlare di sicurezza è necessario, soprattutto in considerazione della sua grande mole: non mancano purtroppo i casi di incidenti, anche mortali (come il caso avvenuto a Boara Pisani – PD – all’inizio dello scorso luglio, quando un uomo è stato travolto e ucciso da un cavallo mentre lo stava semplicemente conducendo a mano lungo un determinato percorso per consentire al meglio lo svolgimento di alcune riprese video da parte di una collega).
Entro certi limiti, alcune conoscenze e precauzioni di base possono certamente evitare l’insorgere di eventi così drammatici. Va inoltre premesso che la buona qualità della relazione uomo-cavallo è preoccupazione sempre più crescente anche tra gli addetti al settore (cavalieri, allevatori, proprietari): (quasi) a tutti è ormai chiaro che un cavallo sereno è indubbiamente più collaborativo e dunque maggiormente propenso a realizzare al meglio anche le performance sportive che gli richiediamo.
Tuttavia, le sfumature della relazione con l’uomo sono numerose, e questa varietà non fa che rendere il rapporto per certi versi molto complesso. A modulare le reazioni di un cavallo che viene approcciato da un uomo vi è anzitutto il già citato temperamento di un determinato soggetto, influenzato solo in parte dal suo patrimonio genetico e, in più larga misura, dalle esperienze precedentemente vissute a contatto con gli uomini stessi.
Al contempo, l’atteggiamento del cavallo può subire cambiamenti in base al dolore, alla paura, all’ isolamento dai propri simili o per qualsiasi altro fattore di disagio e/o disturbo proveniente dell’ ambiente in cui abitualmente vive. Quando un cavallo è difficile da gestire, è necessario cercare di capire l’origine e la/le causa/e di questo suo comportamento: ci sarà sempre una risposta.
In linea generale, dato per assodato che il cavallo è e resta – anche quello domestico – un erbivoro predato e che, in quanto tale, è principalmente organizzato per la fuga di fronte ad eventi anche solo potenzialmente pericolosi, si deve considerare che:
La paura del cavallo di fronte ad una situazione o ad una cattiva comunicazione con l’uomo è la causa principale della maggior parte degli incidenti. Una reazione di enorme spavento di fronte ad un evento o ad un oggetto per noi innocuo non fa del cavallo “uno stupido”: semplicemente le sue priorità, per ciò che riguarda l’ autoconservazione, sono diverse dalle nostre, e pertanto è nostro fondamentale compito tranquillizzarlo e fargli accettare al meglio la situazione: riuscendovi, di certo rinsalderemo il rapporto con lui. Bisogna infatti ricordare sempre che il primo cavallo ad accorgersi del pericolo e pronto a fuggire – costi quel che costi – è in realtà in cima alla scala evolutiva della sua specie. Un cavallo completamente snaturato rispetto a questa specifica inclinazione alla fuga dovrebbe in realtà preoccuparci! Una reazione inappropriata dell’uomo a tu per tu con un cavallo impaurito non fa che aumentare lo stress nell’animale, che può quindi diventare pericoloso per se stesso e per gli altri. E’ dunque essenziale essere cauti ed evitare di suscitare, anche involontariamente, l’incremento di situazioni pericolose con atteggiamenti e azioni inappropriate, come muoversi a scatti e di continuo, magari passando dietro al cavallo – unico luogo in cui non vede -, fare gesti bruschi, alzare la voce, colpirlo, “punire in bocca” (leggasi “strattonando” il cavallo che indossa l’imboccatura, causandogli un enorme dolore). Nella stragrande maggioranza dei casi, t utti i cavalli avvisano l’uomo circa il pericolo da loro percepito (orecchie in avanti, froge aperte, muscoli tesi, movimenti all’indietro o di scarto improvviso): bisogna imparare ad approfittare di questi momenti anticipatori, sebbene a volte siano molto brevi, per porsi nella migliore condizione al fine di risolvere l’episodio senza spaventare ulteriormente e mai usando brutalità verso l’animale. E’ pertanto buona regola non distrarsi soprattutto al cospetto di un animale che appare a disagio; occorre rimanere concentrati su di lui per cercare di cogliere, anticipare e, quindi, tentare di mitigare le sue reazioni. Per ottimizzare la sicurezza a contatto con i cavalli, occorre infine sapere che, durante un approccio, l’ effetto dello stato emotivo dell’uomo sugli equidi è stato ampiamente dimostrato: una persona in preda a sentimenti negativi (paura, rabbia, ecc.) induce infatti ad un aumento della frequenza cardiaca nell’animale, soprattutto se lo tocca. D’altra parte, i cavalli si avvicinano più facilmente se l’uomo cammina verso di loro in modo relativamente lento. Saper mantenere la calma, in tutte le situazioni, senza farsi mai sopraffare, è veramente fondamentale.
© Redaz.; riproduzione riservata; foto in copertina © A.Benna / EqIn : Stare in sicurezza vicino al cavallo: alcune regole di base
Perché i cavalli schiumano?
La salivazione è veramente un indicatore di decontrazione? Sentiamo spesso che la salivazione è un segno di decontrazione e di un lavoro ben effettuato; eppure, molti cavalieri,si interrogano su questa “famosa” salivazione ed hanno ragione di essere perplessi, poichè la salivazione può essere un segno di decontrazione ma anche di contrazione estrema.
- Esattamente in quest’ultimo caso, la saliva assomiglia letteralmente a della schiuma bianca gocciolante e bavosa.
- Questa contrazione è principalmente dovuta ad una capezzina eccessivamente stretta che impedisce al cavallo di deglutire.
- Questo fastidio evidente non è sanzionato, e se è frequente nel dressage moderno, non esclude le altre discipline.
Riguardo la decontrazione, la saliva è un indicatore affidabile ? Non proprio esistono altri strumenti più convincenti per giudicare la qualità di un lavoro, non è della saliva che bisogna fidarsi, ma piuttosto della decontrazione generale della bocca.
- Che il cavallo saliva o meno, quello a cui bisogna fare attenzione anzi tutto, è la mobilità delle mascelle e della lingua.
- Precisiamo che questa mobilità non è solo una semplice e leggera masticazione, come si legge spesso ( termini nati usando capezzine strette),ma un reale movimento di apertura e di chiusura delle mascelle del cavallo.
Questa mobilità della mascella è legata principalmente alla qualità di equilibrio e di impulso, e dobbiamo constatare visivamente che il cavallo non è appoggiato su delle redini tese in continuazione. Non dimentichiamo che la maggiore parte dei cavalieri che usano capezzine strette avrebbero, se le togliessimo, dei cavalli sempre appoggiati ma su una bocca aperta.
Per i cavalieri che aspirano a una vera ricerca dell’equilibrio nell’ impulso ( visione classica), o alla ricerca dell’equilibrio, e poi dell’impulso ( visione Baucheriste), si noterebbe una bocca che apre e chiude in modo regolare su delle redini semi tese o anche distese. Per questo motivo, incitare il cavallo a salivare artificialmente tramite imboccature costruite a base di metalli o gusti speciali ( filetti con gusto di mele, o immersi nel miele, etc), strutture particolari ( giochetti, rotelline, etc.) o quelli che incitano a mobilizzare la bocca, è una “falsa buona idea”.
Di conseguenza, questa storia riguardante la saliva che ci preoccupava, non ha alla fine una reale importanza. Non è lei che rivelerà la qualità del lavoro, ma la risposta è nell’insieme, e non nel dettaglio separato da tutto il resto. Non tagliamo i nostri cavalli a piccoli pezzi, meglio avere una visione più globale del loro funzionamento.
Come pensano i cavalli?
Il cavallo, un animale sensibile – A differenza di altre specie di taglia grande, nel regno animale il cavallo si differenzia per possedere una sensibilità unica. Anche se possono sembrare animale distratti, in realtà i cavalli pensano spesso, si tratta di esemplari che possono provare molti sentimenti : amore, fiducia, tristezza, solitudine, ecc.
- Con il passare del tempo riusciremo a percepire le sensazioni che sperimenta il nostro cavallo, come ad esempio se è triste a causa della perdita di un amico, un figlio o magari del suo fantino.
- Bisogna sottolineare che il puledro è un animale che in passato ha vissuto scappando dai suoi predatori, pertanto, è facile capire il motivo della sua velocità e dell’elevata reazione agli stimoli, così come l’associazione e il ricordo di situazioni negative nel pensiero del cavallo.
Si tratta di animali con una sensibilità speciale che potrai scoprire dedicando loro tempo e attenzioni. Ricorda di garantire al tuo cavallo una vita piena e felice, tenendolo lontano da situazioni spiacevoli che gli generino stress e di conseguenza sviluppino comportamenti negativi. Se desideri leggere altri articoli simili a Come pensano i cavalli, ti consigliamo di visitare la nostra categoria Educazione di base,
Chi è l’animale con più denti?
Sebbene le prime specie che vengono in mente siano grandi e minacciose quando si parla di questo argomento, la verità è che l’ animale con più denti è più piccolo di quanto sembri. È il pesce gatto (ordine Siluriformes) e ha ben 9280 denti.
Quanti denti ha un bue?
Gli apparati e le funzioni del bue – Osserva la dentatura del bue: si compone di 32 denti. Nota anzitutto che essa non ha i denti canini veri e propri, ed è priva degli incisivi superiori; si tratta perciò di una dentatura incompleta. Sulle mascelle vi è uno spazio libero dai denti, chiamato barra, simile al diastema del coniglio e degli altri roditori.
La barra, è quindi una caratteristica di tutti gli animali erbivori. I denti incisivi, presenti soltanto nella mascella inferiore, sono taglienti, abbastanza lunghi e disposti a spatola. La mascella superiore, già è stato detto, è invece priva di incisivi ed è fornita di una piega cornea che rende la gengiva dura e tagliente,adatta all’animale per strappare l’erba quando pascola nel prato.
I denti premolari e molari sono presenti in ambedue le mascelle;sono robusti, con superficie scabrosa, e servono a triturare il foraggio durante la ruminazione. Essi hanno la particolarità di essere a crescita continua. Se osservi attentamente un bovino mentre pascola, puoi riscontrare che questo animale, con la lingua molto ruvida ed estensibile fuori della bocca, affastella l’erba, la strappa e, masticandola molto sommariamente, subito la inghiotte.
E’ ovvio che il foraggio non può essere digerito se prima non viene triturato e ridotto a una specie di poltiglia. Il suo è uno stomaco tutto particolare, divido in quattro concamerazioni denominate rispettivamente rumine,reticolo, omaso e abomaso. Durante il pasto l’animale inghiotte il foraggio in grande quantità e lo manda nel rumine ove si rammollisce.
Durante il riposo, il cibo passa nel reticolo dove è ridotto in pallottole. Queste pallottole vengono rigurgitate ad una ad una in bocca ove sono triturate dai denti molari: il foraggio, cioè subisce una seconda masticazione, chiamata ruminazione. Il cibo ridotto così a poltiglia scende nell’omaso e poi nell’abomaso che è sul vero stomaco dei bovini.