Quanto Si Detrae Dal Dentista?
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Le cure dal dentista comportano un costo che è detraibile dalle tasse ma è necessario che la fattura del dentista sia precisa per consentirne la detrazione
Il dentista è un medico e il suo onorario è un costo che il cittadino può detrarre dalle tasse come spesa medica: per le fatture del dentista è possibile portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi il 19% della somma lorda indicata e che eccede la franchigia di euro 129,11.Dunque la fattura del dentista può essere detratta dalle tasse ma è necessario che dalla fattura stessa emerga con assoluta chiarezza che la prestazione del medico è stata per cure odontoiatriche al fine di curare una sua patologia dentaria.Sono infatti non detraibili le spese sostenute per pagare il dentista se le prestazioni del medico erano finalizzate a scopi estetici e non giustificate da patologia.L’Agenzia delle entrate ha chiarito che i soli costi detraibili per interventi compiuti dal dentista sono quelli curativi, e non quelli di abbellimento o comunque aventi fondamento estetico,Ovviamente, il principio deve essere letto in modo da rispettare la normativa sulla riservatezza, quindi non si può pretendere che la fattura del dentista spieghi in modo dettagliatissimo gli interventi compiuti sul paziente.
Così, è sufficiente attestare sulla fattura che il danaro è stato incassato come corrispettivo per cure mediche odontoiatriche specialistiche, o per cure dentarie specialistiche, o ancora per cure sulle arcate dentarie di tipo sanitario. Quando la fattura del dentista indica queste causali, o altre simili ma dalle quali sia ricavabile direttamente il carattere curativo e sanitario della prestazione del dentista, l’Agenzia delle entrate non può rifiutare la detrazione della spesa dal reddito imponibile ai fini dell’Irpef,
Quanto si recupera dal 730 spese dentista?
Detrazione dentista nel modello 730/2022: per le spese odontoiatriche e relative ad altre visite specialistiche è previsto uno sconto sull’IRPEF del 19 per cento. Spese ammesse, documentazione e istruzioni dell’Agenzia delle Entrate. – Detrazione dentista e altre visite specialistiche nel modello 730/2022, oltre al costo dei farmaci, il diritto allo sconto IRPEF del 19 per cento spetta anche per le spese relative alle cure di medici specializzati.
Rientrano nell’ agevolazione quelle relative ai pagamenti sostenuti nell’anno 2021 per le prestazioni specialistiche, in questo caso quelle odontoiatriche. Tali spese devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi. Il modello 730/2022 precompilato sarà disponibile online a partire dal prossimo 23 maggio: da tale data i contribuenti potranno consultare i dati della propria dichiarazione.
A partire dal 31 maggio 2022 gli stessi potranno accettare, modificare ed integrare tali dati, entro la scadenza del 30 settembre 2022. Tale data identifica, infatti, il termine per l’ invio della dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.
Qual è l’importo massimo detraibile per le spese mediche?
Spese relative a patologie esenti – Quando le spese sanitarie e di assistenza specifica sono relative a patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica, devono essere indicate in maniera distinta nella dichiarazione dei redditi.
Questo perché per esse è prevista la possibilità di non perdere la parte di detrazione che non trova capienza nell’imposta annua dovuta. Infatti, la parte di spesa che non ha trovato capienza nell’Irpef dovuta dalla persona affetta dalla patologia può essere portata in detrazione, nel limite massimo di 6.197,48 euro, dal familiare che l’ha sostenuta (si veda capitolo successivo).
La parte di spesa detraibile dal familiare deve risultare dalla dichiarazione dei redditi del contribuente affetto dalla patologia (campo delle annotazioni del modello 730-3 o quadro RN del modello Redditi Persone fisiche). Le patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie correlate sono state individuate dal decreto n.329/1999, successivamente modificato dal Dm 296/2001 e dal regolamento delle malattie rare (Dm 279/2001).
- In questi decreti sono anche individuate, per ciascuna patologia, le correlate prestazioni che godono dell’esenzione.
- Per avere diritto all’esenzione, le persone affette da tali patologie devono essere in possesso di un’apposita certificazione, rilasciata dalla Asl di appartenenza che riporta (nel rispetto della privacy) un codice numerico identificativo della malattia.
Una documentazione medica o un’autocertificazione che ne attesti il possesso è necessaria, invece, per stabilire la connessione tra spesa sostenuta e patologia esente. I documenti giustificativi delle spese possono essere intestati indifferentemente al contribuente con la patologia o al familiare che le ha sostenute.
Come farsi rimborsare le spese dentistiche?
Come recuperare i soldi spesi dal dentista? – Le spese dentistiche ed odontoiatriche rappresentano sempre una voce piuttosto gravosa per le numerose famiglie che devono affrontarle. Generalmente, questo tipo di pagamenti rientra tra le spese mediche e sanitarie per le quali si può ottenere una Irpef.
- Questo significa che i risparmiatori che inseriscono tali spese nel modello 730 o nel modello Redditi possono ottenere un rimborso del 19% sull’ammontare dei costi.
- Per fare in modo che il Fisco restituisca i soldi al contribuente, è bene però fare attenzione alle modalità di pagamento accettabili.
- Inoltre, è opportuno che il contribuente che intende avvantaggiarsi di tale detrazione conservi le ricevute attestanti i pagamenti.
Adesso vi spieghiamo tutto quanto con ordine e vi indichiamo a quanto ammonta l’importo recuperabile.
Come pagare di meno dal dentista?
Prezzi dentista: come spendere meno dal dentista? – Abbassare i prezzi del dentista non è semplice: ci sono i costi dei materiali e di tutto ciò che andrà nella tua bocca che non possono essere tagliati e ne vale sopratutto la TUA salute. Ecco perché voglio metterti al corrente di 3 modi per spendere meno per le tue cure dentali (per l’impianto dentale, l’apparecchio, la pulizia dei denti e via dicendo).
Un modo per spendere di meno è avere un’assicurazione sanitaria. Ormai sul mercato ci sono varie compagnie di assicurazione che coprono anche le cure dentali e gli interventi in sala operatoria in clinica privata. Un altro modo è pretendere la ricevuta sanitaria dal dentista.
Tutti i medici, compreso l’odontoiatria, NON devono applicare l’IVA del 22% sulle prestazioni mediche ed odontoiatriche e la ricevuta è deducibile (si può scaricare dalle tasse) per il 19% dell’importo.
Il terzo modo, infine, è quello di chiedere una dilazione di pagamento mediante un finanziamento delle cure dentali. I dentisti possono erogare, mediante apposite convenzioni con istituti di credito anche finanziamenti fino a 60 mesi (5 anni), in alcuni casi anche a tasso di interesse zero per il paziente. In questo caso il paziente può diluire la spesa nel tempo e la terapia diventa sostenibile.
Ricevuta sanitaria, assicurazione sanitaria e credito al consumo sono 3 modalità per rendere sostenibili le terapie dal dentista anche in clinica privata, senza dover ricorrere al e doversi rivolgere all’estero senza alcuna tutela professionale. Vuoi più informazioni sul nostro listino prezzi o desideri un preventivo gratuito? Puoi scrivermi su WhatsApp o complilare il modulo sottostante.
Quanto prende un dentista per una carie?
La carie si può prevenire e come? – Quanto costa curare una carie? A prescindere dalla risposta, il modo migliore per risparmiare è semplice: evitare che sorgano questi problemi. Questo diventa una realtà concreta con una buona prevenzione, andando dal dentista ogni 6 mesi.
Come vengono recuperate le spese mediche sul 730?
Le spese mediche di qualunque tipo (generiche, specialistiche, chirurgiche, farmaceutiche, eccetera) danno diritto alla detrazione d’imposta del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro, Il contribuente dovrà quindi sommare tutte le spese sostenute e sottrarre 129,11 euro: la detrazione spettante sarà pari al 19% dell’importo ottenuto.
Ovviamente, se l’insieme delle spese sostenute nell’anno non supera l’importo della franchigia, non si ha diritto ad alcuna detrazione. La detrazione si applica sull’intera spesa (senza togliere alcun importo) se questa riguarda i mezzi necessari per l’accompagnamento, la deambulazione, la locomozione e il sollevamento di portatori di handicap e l’acquisto di sussidi tecnici e informatici volti a facilitare la loro autosufficienza e possibilità di integrazione.
Nel calcolo delle spese mediche su cui spetta la detrazione del 19% possono essere considerate anche quelle rimborsate dalla compagnia assicuratrice a seguito di polizze stipulate dal contribuente o dal suo datore di lavoro (i relativi premi di assicurazione pagati dal datore di lavoro non sono infatti detraibili né deducibili da parte del dipendente), nonché la quota di spese rimborsate per effetto di contributi per assistenza sanitaria che hanno concorso a formare il reddito.
Se le spese sanitarie superano, nell’anno, il limite di 15.493,71 euro, è possibile ripartire la detrazione spettante in quattro quote annuali di pari importo. Il superamento del limite deve essere verificato considerando l’ammontare complessivo delle spese sostenute nell’anno, senza togliere la franchigia di 129,11 euro.
Per usufruire della detrazione, occorre essere in possesso della documentazione che certifica la spesa (fattura, parcella, ricevuta quietanzata o scontrino). In particolare, per i medicinali occorre essere in possesso della fattura o dello “scontrino parlante” che indichi la natura (“farmaco” o “medicinale”), la qualità (denominazione del farmaco), la quantità dei beni acquistati e l’indicazione del codice fiscale del destinatario del medicinale.
- Dal 2010, lo scontrino non deve più indicare la denominazione commerciale del farmaco; al suo posto, va riportato il numero di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC).
- Per quanto concerne l’indicazione della natura del prodotto acquistato è sufficiente che il documento di spesa indichi la dizione generica di “farmaco” o di “medicinale” o riporti comunque la natura del prodotto attraverso sigle, abbreviazioni o terminologie chiaramente riferibili ai farmaci.
Ad esempio, l’indicazione sullo scontrino della natura del bene acquistato si considera soddisfatta nelle ipotesi in cui il documento di spesa, in luogo della dicitura “farmaco” o “medicinale”, riporti la dicitura “omeopatico”. Allo stesso modo, la dicitura “ticket”, soddisfa l’indicazione della natura del prodotto acquistato, poiché può essere riferita solo a medicinali erogati dal servizio sanitario.
La detrazione del 19% spetta anche per le spese sanitarie sostenute per l’assistenza specifica resa da personale paramedico in possesso di una qualifica professionale specialistica. La detrazione spetta, senza limiti di spesa, sull’importo che eccede i 129,11 euro, a tutte le persone che necessitano di assistenza specialistica, ad esempio in conseguenza di traumi da incidente automobilistico.
Inoltre, il contribuente che sostiene spese relative a patologie esenti dalla spesa sanitaria per conto del coniuge, dei figli e degli altri familiari non a carico che sono titolari di redditi bassi, ma comunque superiori a 2.840,51 euro (4.000 per i figli fino a 24 anni), può usufruire della detrazione del 19%, sulla parte che non trova capienza nell’imposta dovuta dai familiari affetti dalle predette patologie, calcolata su un importo massimo della spesa pari a 6.197,48 euro.
Come si calcolano le spese sanitarie nel 730?
Come calcolare il rimborso spese mediche sul 730 Quest’anno hai avuto una serie di spese mediche e hai deciso di presentare la dichiarazione dei redditi per scaricarle. Le spese mediche sanitarie rappresentano una delle voci più importanti in termini di detrazione IRPEF, ma spesso molti non sanno calcolare e quantificare a quanto ammonta questa detrazione. Come calcolare il rimborso spese mediche sul 730 Le spese sanitarie danno diritto al contribuente una detrazione d’imposta pari al 19% ed é prevista una franchigia di 129,11 euro. Cosa significa? Supponiamo che quest’anno tu abbia sostenuto un totale di spese mediche pari a 1.000 euro (somma di scontrini della farmacia, ricevute mediche, ticket, etc.).
- A questi 1.000 euro devi sottrarre la franchigia di 129,11 euro e sull’importo risultante dovrai calcolare il 19%.
- Questo 19% andrà a diminuire l’importo IRPEF.
- Esempio numerico 1.000 euro (somma totale, IVA compresa, di tutti gli scontrini fiscali di farmacie, ticket, spese sanitarie private e pubbliche, etc.).1.000 euro – 129,11 euro di franchigia = 870,89 euro 19% di 870,89 euro = 165,46 euro é la somma che otterrai come rimborso per le spese mediche.
Se quest’anno hai sostenuto spese sanitarie per un importo superiore a 15.493,71 euro, potrai ripartire la detrazione spettante in 4 quote annuali di identico importo. Si tratta di una scelta opzionale ma, in caso di incapienza fiscale (ossia se la somma che ti spetta di rimborso é maggiore dell’IRPEF che devi pagare), dovrai obbligatoriamente dividere il rimborso in 4 rate.
- Ricorda che per usufruire della detrazione dovrai conservare tutta la documentazione che certifica la spesa (scontrini, fatture, etc.).
- Il rimborso, se hai usato il modello 730 e hai un sostituto d’imposta, ti arriverà nella busta paga di luglio (per i lavoratori dipendenti) o nella pensione di agosto/settembre (per i pensionati INPS).
Se sei senza sostituto d’imposta e hai presentato il modello Unico, il rimborso non potrà arrivare in busta paga, ma attraverso altre modalità (assegno in posta, bonifico bancario, etc.) e tempi (2 o 3 anni). : Come calcolare il rimborso spese mediche sul 730