Sanguinamento Gengive Quando Lavo I Denti?
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PERCHÉ MI SANGUINANO LE GENGIVE QUANDO MI LAVO I DENTI? – Il sanguinamento delle gengive è, nella maggior parte dei casi, provocato da un’infiammazione in atto. Spesso la causa di questa infiammazione è dovuta a un accumulo di placca batterica sulla superfice dei denti e tra gli spazi interdentali.
Come capire se il sangue esce dalle gengive?
Definizione – Il sanguinamento delle gengive è un campanello d’allarme dell’instaurarsi di una malattia gengivale, Si può osservare soprattutto durante le quotidiane manovre di igiene orale, per la comparsa di tracce rossastre in bocca e nella saliva,
- La causa più frequente risiede in una cattiva igiene orale: uno spazzolamento troppo energico e l’uso improprio del filo interdentale possono irritare o traumatizzare le gengive, oltre a non rimuovere adeguatamente la placca,
- Tutto ciò scatenza anzitutto un’ infiammazione gengivale (gengivite), la quale può evolvere in una forma ben più complicata, nota come parodontite,
In questi casi, oltre alle gengive che sanguinano in modo più o meno copioso, è possibile notare un arrossamento e un gonfiore lungo il margine gengivale, spesso associati ad una sensazione di fastidio. Altri fattori in grado di facilitare il sanguinamento delle gengive sono i cambiamenti ormonali durante la gravidanza, l’assunzione di determinati farmaci (soprattutto anticoagulanti, come warfarin, aspirina o eparina ) e un’importante carenza vitaminica (in particolare, vitamina C e K ).
Quando preoccuparsi per le gengive?
Le cause del sanguinamento delle gengive Le gengive sanguinano? Allora è probabile che vogliano dirti qualcosa. Anche se non frequente, un sanguinamento delle gengive regolare è sintomo innegabile di un problema, ecco perché in questi casi è bene rivolgersi quanto prima a un dentista.
- Gengivite
- L’uso di alcuni farmaci che fluidificano il sangue
- Lavare i denti e passare il filo interdentale in modo aggressivo
- L’uso di uno spazzolino nuovo a setole dure.
Per evitare il sanguinamento delle gengive dovuto alle abitudini di igiene orale, tratta la bocca con delicatezza. Chiedi consiglio al dentista su come spazzolare i denti e passare il filo interdentale: piccole accortezze possono fare la differenza. Quello che consideri una pulizia accurata può di fatto irritare le tue gengive inutilmente
Quando le gengive sanguinano Cosa vuol dire?
Il sanguinamento gengivale è un disturbo che si manifesta con una perdita di sangue dalle gengive, lo strato di tessuto epiteliale e connettivale che riveste il colletto dei denti e costituisce una parte molto importante delle arcate due dentarie, superiore e inferiore.
Solitamente il sanguinamento delle gengive è causato dalla presenza di placca dentaria o di infiammazioni della gengiva che provocano patologie strettamente connesse alle gengive, come la gengivite (infiammazione delle gengive) e la parodontite (infiammazione del complesso dei tessuti di sostegno di denti e gengive, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare).
Le patologie associate e connesse al sanguinamento delle gengive possono essere anche altre, come leucemia, diabete, disturbi della coagulazione, scorbuto. Il sanguinamento delle gengive è spesso accompagnato da altri sintomi a carico delle gengive come arrossamento, gonfiore, dolore e ipersensibilità (al caldo, al freddo e all’acido), oltre alla mobilità dei denti.
Quando preoccuparsi sangue dalla bocca?
Come definire la possibile fonte del sanguinamento orale? – Vediamo, allora, una serie di consigli pratici, utili per aiutare a definire la possibile fonte del sanguinamento orale, senza che ciò debba rappresentare un algoritmo “sostitutivo” del parere medico che, unico, può formulare una diagnosi attendibile.
Prima di tutto, come ho già detto prima, far caso con attenzione alla successione degli eventi. La presenza di sangue dalla bocca, ” sputato” senza che prima si sia verificato alcun colpo di tosse necessario a eliminare un “qualcosa” presente “in gola”, orienta più facilmente per un sanguinamento che non proviene dalle vie aeree inferiori (trachea, bronchi e polmoni), ma dallo spazio posto all’incirca al di sopra del laringe. Questo apre alla possibilità che il punto sanguinante dipenda più facilmente da varici della base della lingua o da una qualunque causa posta più in alto, a livello della parete posteriore del faringe o nelle fosse nasali. Un sanguinamento orale che si presenti non preceduto dalla tosse, può più facilmente, e con ragione, essere sospetto per un’origine nasale quando da luogo, oltre all’emissione di sangue dalla bocca, anche alla contemporanea emissione di sangue dalle narici (epistassi). Difficilmente, infatti, un sanguinamento dalle vie aeree inferiori, da luogo a un sanguinamento orale che si presenti senza tosse e con contemporanea presenza di epistassi. Si tenga conto, tuttavia, che qualche volta, specie se la fonte del sanguinamento provoca un’emorragia abbondante nella parte posteriore delle fosse nasali (epistassi posteriore), l’emissione del sangue dalla bocca può avvenire anche con i colpi di tosse pur non provenendo dai bronchi e dai polmoni, essendo essa stimolata dal fastidio provocato dall’invasione del laringe e delle vie aeree inferiori da parte del sangue proveniente posteriormente dalle fosse nasali. Lo stesso può capitare in caso di varici linguali che sanguinino abbondantemente (raro), determinando l’emorragia quell’irritazione del laringe che provoca la tosse e la conseguente emissione del sangue. E’ anche molto importante valutare il momento in cui il sanguinamento avviene. Nel corso della pulizia dentaria, ad esempio, è possibile l’eliminazione di una quantità di sangue anche abbondante, specie nel caso in cui siano presenti problemi gengivali o parodontali di una certa importanza. In questo caso, chiaramente, il sangue farà la sua comparsa senza che si presenti tosse e la fonte del sanguinamento sarà facilmente individuabile. La sensazione che generalmente preoccupa di più il paziente, è quella che comporta la necessità irrinunciabile di dover tossire per eliminare un “corpo estraneo” dalla gola, e che da luogo ad emissione, con la tosse, di un secreto catarrale nel quale sia presente del sangue rosso vivo o coagulato (rosso più scuro). In questo caso la lesione che determina l’emoftoe è con maggior facilità riferibile a una sede posta più profondamente nelle vie aeree, comunque al di sotto del piano delle corde vocali. Lo stesso dicasi, in linea di massima, per quelle situazioni nelle quali siano presenti filamenti di sangue rosso vivo, inglobati in secreti mucosi o muco-purulenti. Dopo uno sforzo intenso, specie in pazienti fumatori e con ipertensione arteriosa, sono possibili sanguinamenti secondari alla rottura di capillari posti in una mucosa bronchiale o nasale rese più fragili e sanguinanti dalla presenza dell’infiammazione cronica che spesso le interessa. Vale, anche in questo caso, la regola empirica secondo la quale è più facile che il sanguinamento sia inferiore, se presente con tosse, e invece a sede più alta, nel caso in cui essa sia assente. L’emissione di sangue con la tosse sotto forma di striature o di piccole gocce presenti nel catarro bronchiale, specie se in presenza di una tosse insistente e in un fumatore nel corso di un episodio infiammatorio acuto bronchiale o tracheale che si protragga da tempo, trova più facilmente giustificazione in quella maggior friabilità della rete capillare della mucosa bronchiale cronicamente infiammata alla quale accennavo prima, che determina un verosimile sanguinamento proveniente dalle vie aeree sotto-laringee. Non si sottovaluti, tuttavia, mai una qualsiasi emoftoe o emottisi in un soggetto fumatore (vedi ” Fumo di sigaretta, tosse, catarro e tumore del polmone: i consigli dello pneumologo “), per evitare di non riconoscere per tempo un tumore ai polmoni e ai bronchi che necessita, per essere risolto, di un rapido inquadramento diagnostico. Il riscontro, al mattino, di sangue presente sul cuscino, specie se in pazienti russatori, che digrignino i denti (bruxismo) o che creino “aspirazioni” o “suzioni” a labbra chiuse durante il sonno notturno che dia luogo al cosiddetto “succhiare i denti”, creando una pressione negativa in bocca che facilita il sanguinamento gengivale, è una situazione che allarma e che richiede l’esclusione di una lesione sanguinante dell’esofago. Anche in questo caso, in assenza di tosse, appare certamente meno probabile una fonte bronco-polmonare dell’emorragia. Il sangue, in tale evenienza, sembra provenire con maggior probabilità dall’esofago, se rosso non molto scuro, o direttamente dallo stomaco, se presente con un colore bruno scuro intenso, a tipo “fondo di caffè”, a causa della ” digestione” dell’emoglobina che, nell’ambiente acido dello stomaco, trasforma il suo colore rosso chiaro in quello bruno scuro, più tipico dell’ematina ferrica (emoglobina ridotta chimicamente dal pH acido della secrezione cloro-peptica gastrica). Se il sangue esce dalla bocca con i conati tipici del vomito (ematemesi ), risulta praticamente esclusa con certezza una sua provenienza dalle vie respiratorie. Rara, ma possibile, la presenza di sangue scuro sul cuscino, molto simile, per il colore bruno, a quello di provenienza gastrica, ma proveniente invece da lesioni del naso o della bocca. Questa particolare situazione si determina quando il sangue proveniente da un sanguinamento ” alto” (non dallo stomaco o dalle vie aeree), permane a lungo in bocca e viene trasformato, nel corso della notte, in sangue di colore bruno in un ambiente orale reso acido della scarsa igiene della bocca e dalla relativa crescita di una flora batterica ad azione acidificante che, come nell’ambiente gastrico, riduce chimicamente l’emoglobina ad ematina ferrica e simula, per il colore bruno scuro, la provenienza gastrica dell’emorragia. La comparsa del “gusto di sangue” in bocca (gusto vagamente metallico, ecc.), che anticipa, senza tosse, l’emissione orale del sangue, depone certamente per un sanguinamento che non proviene dalle vie aeree inferiori. La presenza di un secreto catarrale nel quale sia presente sangue, invece, non consente, di per sé, né di confermare né di escludere bronchi e polmoni come fonte del sanguinamento. Tale situazione può riscontrarsi anche in presenza di secreti nasali che inglobino coaguli ematici e, pertanto, sarà nuovamente la tosse, specie se con sensazione di corpo estraneo da espellere, a far la differenza tra un’emorragia sopra- o sotto-glottica (sopra o sotto il piano delle corde vocali). L’emissione di una saliva omogeneamente rosata, specie senza sintomi aggiuntivi tipo tosse o dispnea, depone generalmente per una sede orale, spesso gengivale, del sanguinamento, ed esclude quasi certamente una causa bronco-polmonare ed esofagea dell’emorragia.
Come lavare i denti con gengivite?
Come spazzolare i denti in modo corretto con lo spazzolino manuale? – Per un corretto spazzolamento dei denti bisogna effettuare i giusti movimenti per circa 2-3 minuti, La tecnica spazzolamento denti corretta prevede di:
Iniziare dall’ arcata superiore con movimenti rivolti dall’ alto verso il basso, Lo spazzolino, inclinato di circa 45°, deve compiere un movimento delicato che spazzola via la placca dalle gengive verso la fine del dente. È importante tenere la bocca aperta per non trasportare la placca dall’arcata superiore a quella inferiore. Questo stesso movimento deve essere fatto per la parte interna dell’arcata. Quando si arriva nella sezione frontale degli incisivi basta ruotare lo spazzolino utilizzandolo con movimenti verticali,Successivamente è necessario effettuare il medesimo movimento, ma specchiato, sull’ arca inferiore, Lo spazzolino deve compiere un movimento fluido partendo dalla gengiva fino alla fine della parete verticale del dente. Anche in questo caso non bisogna dimenticarsi della parte interna delle arcate.Solamente la parte masticatoria dei denti potrà essere pulita con movimenti orizzontali, È bene ricordarsi di usare un polso leggero durante tutti questi movimenti: non è la forza che imprimiamo a rimuovere la placca ma le setole che riescono a infilarsi nelle cavità e degli interstizi presenti sui e trai denti!
Per spazzolare in modo corretto i denti con lo spazzolino manuale è importante anche scegliere lo spazzolino giusto, In commercio ne esistono di diversi formati e marche: l’aspetto più importante è però scegliere la durezza delle setole,
Quando la gengivite diventa parodontite?
Quando la gengivite non viene trattata può evolvere a ‘ parodontite ‘ (che significa letteralmente ‘infiammazione attorno al dente’); in questo caso le gengive si allontanano dai denti causando la formazione di spazi (talvolta chiamate ‘tasche’) che si infettano facilmente per la loro tendenza a raccogliere residui di
Quali sono i sintomi di un tumore alle gengive?
Sintomi e complicanze – Inizialmente si manifestano come piccole ulcere o piaghe modicamente o assai poco sanguinanti, che non guariscono con le terapie locali o generali. Non è presente dolore. Con il progredire della malattia, possono comparire mobilità dentaria e adenopatie laterocervicali (ingrossamento dei linfonodi del collo).
Come inizia la parodontite?
Sintomi della parodontite – Come capire se si è affetti da piorrea? Il principale indizio è il sanguinamento delle gengive, presente inizialmente sotto stimolo e successivamente in maniera spontanea. Altri sintomi secondari sono:
Alitosi Mobilità dentaria Ascesso parodontale Essudazione purulenta Recessioni gengivali
La gravità è data dalla profondità dell’infiammazione della gengiva, che in alcuni casi può coinvolgere addirittura l’osso. Ma cosa avviene, concretamente, nelle nostre gengive? Si crea uno spazio tra il dente e la gengiva (detto tasca parodontale) dove si accumulano batteri che si calcificano in tartaro. Il motivo per cui la patologia si autoalimenta è l’impossibilità di applicare le corrette procedure di igiene orale in questo spazio.
Come disinfettare le gengive?
Presta attenzione all’igiene orale: utilizza uno spazzolino morbido e un dentifricio decongestionante e curativo, un collutorio a base di composti vegetali come l’aloe vera, antisettica e antinfiammatoria, per completare la pulizia. Sì, agli sciacqui con acqua ossigenata: dalle proprietà antibatteriche e disinfettanti.
Come capire se il sangue viene dallo stomaco?
Definizione – Per emorragia gastrointestinale si intende un generico sanguinamento che può derivare da un qualsiasi punto del tratto digerente, dalla bocca fino all’ano. Rispetto alle modalità di insorgenza, tale emorragia può essere acuta o cronica, evidente od occulta.
- L’entità del sanguinamento e le manifestazioni associate dipendono dalla sede e dalla malattia concomitante di base.
- Le emorragie digestive manifeste si presentano con il vomito ( ematemesi se il sangue è rosso vivo; caffeano se parzialmente digerito dai succhi gastrici ), perdite di sangue attraverso il retto (enteroraggia: emissione di sangue rosso vivo dal retto) oppure con l’evacuazione di feci nere ( melena ).
L’ ematemesi indica un sanguinamento in atto o recente, con origine nella prima parte del tratto gastrointestinale ( esofago, stomaco o duodeno ). Il vomito caffeano, invece, è di colore nerastro poiché il sangue rimane per qualche tempo nello stomaco (l’ emoglobina è convertita in ematina, per azione degli acidi gastrici ), quindi è dovuto a un’emorragia del tratto gastrointestinale superiore che si è ridotta o interrotta.
- L’enteroraggia indica un sanguinamento in atto di provenienza intestinale.
- In alcuni casi, deriva da una grave emorragia del tratto gastrointestinale superiore, associata ad un rapido transito del sangue attraverso l’ intestino,
- La presenza di sangue che bagna la superficie delle feci (verniciatura ematica) è detta ematochezia ed è un’espressione tipica di emorragie colon-rettali o anali.
La melena indica la presenza di sangue digerito nelle feci semiliquide, che assumono un colore scuro, di aspetto catramoso e maleodoranti ( feci picee ). Questi aspetto e colore caratteristici delle feci indicano più frequentemente un sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore o un rallentato transito del sangue attraverso l’intestino.
- L’emissione di sangue rosso vivo dall’ultimo tratto dell’intestino, può avere origine da una rettorragia (il sangue deriva dal sigma o dal retto) o da una proctorragia (il sangue deriva dal canale anale).
- L’emissione cronica ed occulta di piccole quantità di sangue può originare in qualunque punto del tratto gastrointestinale e può essere evidenziata solo con indagini di laboratorio su un campione di feci (ricerca del sangue occulto nelle feci ).
A seconda dell’entità e della causa scatenante, l’emorragia gastrointestinale può associarsi ad altri segni clinici (es. anemia, stordimento, tachicardia, anomalo abbassamento della pressione, dolori addominali ecc.), fermo restando che può essere anche del tutto asintomatica,
- Molte malattie dell’ apparato gastrointestinale possono essere complicate da emorragie.
- Chiaramente, diverse patologie possono essere correlate a tale complicanza, come ulcere peptiche, tumori gastrointestinali, malformazioni vascolari, diverticoli del colon, emorroidi, polipi intestinali, ragadi anali, malattie infiammatorie croniche intestinali ecc.
L’emorragia può essere determinata anche da altre cause: traumi, abuso cronico di alcol, trattamento con FANS, complicanze di interventi endoscopici, infiammazione del rivestimento gastrointestinale dovuta all’ingestione di sostanze tossiche o irritanti ecc.
Che malattia è quando ti esce il sangue dalla bocca?
Introduzione – Può capitare di tossire e vedere del sangue, oppure di emettere sangue dalla bocca senza tosse o con il vomito. In tutti i casi la vista del sangue è un evento che desta sempre particolare preoccupazione nella persona colpita
sia perché spesso è improvviso, non preceduto od accompagnato da altri disturbi. sia perché si tende ad associarlo a malattie gravi come ad esempio un tumore.
Molte persone, anche in condizioni di apparente benessere, alla vista del sangue pensano subito “ecco, ora è arrivato il mio turno”. In realtà le cause di emissione di sangue dalla bocca sono numerose e non sempre gravi: il sangue può essere dovuto ad esempio ad un’infezione a carico delle vie aeree superiori, malattie gastriche o essere associato ad alcune terapie mediche. iStock.com/energyy
Quali farmaci provocano epistassi?
Le cause – La cattiva abitudine di molti bambini di infilarsi ripetutamente le dita nel naso è la causa più frequente nell’infanzia mentre i valori elevati di pressione sanguigna o l’utilizzo di farmaci antiaggreganti (aspirina) o anticoagulanti (Coumadin) sono responsabili delle epistassi negli anziani.
Anche una banale rinite virale e la rinite allergica, nonché l’esposizione prolungata ai raggi solari, che provoca secchezza e vasodilatazione della mucosa nasale, sono in grado di causare una rinorragia (fuoriuscita di sangue dal naso). Più raramente l’epistassi è il sintomo di una malattia vera e propria che può essere conseguenza di un trauma facciale o essere legata ad una poliposi nasale, ad una patologia della coagulazione del sangue o, in casi molto rari, ad un corpo estraneo nasale.
In queste situazioni l’epistassi però si accompagna sempre ad altri sintomi.
Come tamponare il sangue dal dente?
Cosa fare -, nelle 24 ore successive all’intervento:
Dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini è un rimedio efficace per placare dolore e sanguinamento gengivale dopo l’estrazione di un dente del giudizio Per prevenire o tamponare un eventuale sanguinamento gengivale, si raccomanda di tener premuta una garza assorbente sul sito dell’ estrazione dentale per almeno 30-60 minuti, senza rimuoverla o toccarla con le dita Controllare il grado di sanguinamento gengivale solo dopo 30 minuti dal posizionamento della garza sterile sulla ferita lasciata dall’estrazione del dente: a tale scopo, il tampone dev’essere rimosso non prima di mezz’ora Assumere farmaci ad azione antidolorifica – antinfiammatoria prima che l’effetto dell’anestesia svanisca. Particolarmente indicato per tenere a bada il dolore è l’ ibuprofene (es. Brufen, Moment ): si consiglia di assumere il farmaco per bocca ad una dose pari a 200-400 mg (compresse, bustine effervescenti) ogni 4-6 ore dopo i pasti, al bisogno. Non assumere oltre 2,4 grammi al dì. Nelle prime 5-6 ore dopo l’intervento di estrazione dentale si raccomanda di tenere una borsa del ghiaccio (avvolta su un panno morbido) all’esterno della mascella, in linea con il sito dell’intervento. Rimuovere il ghiaccio dopo 10 minuti ed applicarlo nuovamente dopo un’altra decina di minuti. Se necessario, assumere un antibiotico a titolo precauzionale o in caso d’infezione accertata: seguire le indicazioni dettate dal medico. L’antibiotico può essere assunto esclusivamente previa prescrizione medica.
Posologia indicativa della terapia antibiotica per prevenire le infezioni dopo un’estrazione dentale:
Amoxicillina 500 mg (da assumere eventualmente anche prima dell’estrazione): somministrare una compressa di farmaco 2-3 volte al dì per 6 giorni, a stomaco pieno Metronidazolo 250 mg: assumere il farmaco 2-3 volte al giorno, per 6 giorni, durante o dopo il pasto
Evitare di mettersi alla guida immediatamente dopo l’estrazione: si consiglia di farsi accompagnare da un familiare o da un amico, in particolare se l’intervento di estrazione del dente del giudizio è stato invasivo o complicato
, nei giorni seguenti l’estrazione
Un adeguato riposo nei giorni successivi all’estrazione favorisce il recupero completo in minor tempo Sciacquare delicatamente la bocca con collutori disinfettanti (es. clorexidina 0,2%) solo dopo 12-24 ore dopo l’estrazione del dente del giudizio, Continuare gli sciacqui per almeno due settimane successive all’intervento: si consiglia di risciacquare la bocca – con una quantità di soluzione che può contenere un misurino – per almeno un minuto. Non deglutire il prodotto. Non sciacquare la bocca con il collutorio medicato prima di aver pulito accuratamente i denti con dentifricio e spazzolino : un simile atteggiamento può favorire la comparsa di macchie sui denti Rivolgersi allo studio dentistico se il dolore persiste anche dopo 3 giorni dall’intervento dentale Procedere con la normale igiene del cavo orale con estrema delicatezza nella sede d’estrazione dentale (non forzare con lo spazzolino, preferire quelli a setole morbide ) È possibile supportare la normale igiene della bocca con sciacqui di acqua e sale (solubilizzare una presa di sale in una tazza d’acqua tiepida) Quando necessario, soffiare il naso con delicatezza per evitare che lo sforzo favorisca il sanguinamento gengivale
, in caso di febbre
Assumere farmaci antipiretici (es. paracetamolo ) nelle dosi stabilite dal medico Contattare immediatamente il dentista se la temperatura corporea supera i 39°C e non si riesce ad abbassare con i farmaci
, in caso di emorragia gengivale
Mantenere la calma Mordere energicamente un tampone di garza sterile, mantenendolo premuto nel sito dell’intervento. Se l’emorragia gengivale persiste, riposizionare un nuovo tampone sterile e non rimuoverlo fintantoché il sanguinamento cessa Applicare impacchi di ghiaccio esternamente Rimuovere delicatamente eventuali coaguli di sangue presenti nella bocca, rispettando alla lettera le indicazioni suggerite dal chirurgo
Perché sanguinano le gengive di notte?
Gengive che sanguinano di notte? Ecco perché | IMI-EDN Il sanguinamento gengivale notturno è un problema che colpisce molte persone ed è quasi sempre riconducibile all’ infiammazione dei tessuti gengivali. Quest’ultima è provocata da batteri e, se trascurata, potrebbe evolvere in gengivite e parodontite.
- Riconoscere il sanguinamento notturno è piuttosto semplice: sono infatti facilmente individuabili piccole quantità di sangue rappreso alla base dei denti.
- Le cause che possono provocare il sanguinamento notturno dei denti possono essere molteplici e di svariata natura: non soltanto patologie ed infiammazioni, ma anche conseguenze di uno spazzolamento troppo aggressivo durante il lavaggio dei denti,
Questo può provocare irritazione e portare alla perdita sporadica e saltuaria di sangue dalle gengive: siate dunque accurati ma delicati! Anche il bruxismo è annoverabile tra le cause sporadiche di sanguinamento notturno gengivale. L’involontaria abitudine di digrignare i denti mentre si dorme, ma anche in momenti stressanti nel corso della giornata, può essere causata da stress emotivo, eccessiva stanchezza o dalla presenza di infezioni all’interno del colletto dentale, ovvero l’area dove la radice si unisce alla corona del dente.
Questa zona, essendo nascosta alla vista, rende difficoltosa una diagnosi, pertanto il sanguinamento notturno può aiutare ad individuare il problema in tempistiche più brevi. Il sanguinamento gengivale diffuso e spontaneo (non provocato da traumi o ferite) è sempre segno inequivocabile di una parodontite attiva.
La parodontite, meglio nota come piorrea, può essere un’altra possibile causa del sanguinamento gengivale. Questa grave condizione colpisce e deteriora i tessuti del parodonto, portando al progressivo ritiro e perdita di adesione della gengiva stessa.
Si tratta di un processo degenerativo che progredisce più rapidamente in stati di quiete, e che dunque si rivela molto attivo durante le ore notturne. Durante il sonno avviene dunque una perdita di sangue causata dallo scollamento della gengiva dal dente. Non solo la parodontite, ma anche il bruxismo, possono essere causati dalla presenza di batteri parodontali, in grado di alterare la corretta salute della flora orale.
Ecco perché sanguinamento gengivale notturno può fungere da campanello d’allarme, e spingere a richiedere in tempi rapidi un controllo medico. A seguito di una visita accurata, il vostro dentista o parodontologo provvederà molto probabilmente a una pulizia dentale per la rimozione di placca e tartaro,
Questa pulizia professionale, associata ad una corretta igiene orale giornaliera effettuata spazzolando i denti con delicatezza e impiegando filo interdentale, è la principale strategia per ridurre notevolmente la formazione di incrostazioni, causa di infiammazioni gengivali. Nel caso in cui il problema dovesse persistere, nonostante le accurate operazioni di pulizia, è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante, poiché il sanguinamento gengivale può essere il preludio di altri problemi legati alla coagulazione sanguigna, al diabete o patologie più rare.
La gengivite infatti, seppur poco dolorosa, non dovrebbe mai essere trascurata: rappresenta il primo stadio della parodontite, malattia di origine infiammatoria che se non curata, nei casi peggiori, porta alla perdita dei denti colpiti. : Gengive che sanguinano di notte? Ecco perché | IMI-EDN